Etf a confronto: Ftse Bric 50

Partendo dalle ricerche Morningstar, abbiamo messo a confronto i diversi replicanti dedicati ai quattro principali mercati emergenti.

Valerio Baselli 21/03/2013 | 10:11
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L’acronimo Bric è stato coniato nel 2002 da Jim O’Neill, presidente di Goldman Sachs, e indica i principali mercati emergenti, che allora dovevano ancora esprimere il loro potenziale: Brasile, Russia, India e Cina. Nell’ultimo decennio, chi ha deciso di scommetere sui Bric non si è ricreduto, in quanto questi giganti emergenti sono stati i protagonisti assoluti dei primi anni del 2000.

Il peso della Cina
La lettera più pesante della sigla è senza dubbio la “c” di Cina, il mercato più rappresentato nell’indice. Anche per questo, l’ex celeste impero è sotto i riflettori. Il Prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 7,8% nel 2012, un dato positivo seppur inferiore al 9,3% del 2011 e al 10,4% del 2010. Nella speranza di non soffocare la crescita, la Bank of China ha cominciato a tagliare i tassi d’interesse la scorsa estate. Pechino deve essere comunque monitorata con attenzione, in quanto la sta attraversando un periodo delicato di cambiamenti politici (con l’insediamento del nuovo Politburo)  e sociali (con la transizione verso un’economia sostenuto dai consumi interni piuttosto che dalle esportazioni).

L’energia di Brasile e Russia
Il Brasile è invece molto dipendente dal settore energetico. L’abbondanza di risorse naturali ha reso il paese carioca un beneficiario sostanziale del rally degli ultimi dieci anni dei prezzi delle materie prime. La causa principale di questa tendenza è stata la rapida crescita della Cina, con il suo appetito apparentemente insaziabile per le commodity, assieme ai timori non sempre fondati sulla scomparsa delle risorse energetiche non rinnovabili. Stesso discorso vale per la Russia, fortemente dipendente dai prezzi dell’energia, dato che circa la metà delle entrate annue provengono da petrolio e gas. La Russia è recentemente entrata nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto – World Trade Organization), dopo 19 anni di negoziati. Questa partecipazione permette alla Russia di aumentare la propria presenza nel commercio internazionale.

L’India ha il fiato corto
Anche l’India, uno dei mercati a più rapida crescita negli ultimi dieci anni, ha rallentato il passo. Il tasso di crescita del Pil si è ridotto seriamente rispetto al picco del 9,3% del 2010, quando l'India si candidava seriamente a minacciare la supremazia della Cina quale paese con la crescita più veloce. La ricchezza del paese nell'ultimo trimestre è aumentata del 4,5%, il valore più basso da molti anni. Contemporaneamente l'inflazione non è sconfitta e gli investimenti latitano, sia quelli interni, sia quelli stranieri, intimoriti dalla mancanza di una seria politica riformista. Sullo sfondo rimangono infatti insoluti problemi quali la mancanza di infrastrutture, la permanenza di una burocrazia pletorica, la corruzione, un clima non favorevole alla circolazione delle idee e degli affari.

A differenza della Cina e dei mercati sviluppati, l’India è un paese giovane, dove la popolazione in età da lavoro è in crescita. Tuttavia, meno del 10% degli attivi è impiegato in un lavoro regolamentato, lasciando il restante 90% senza previdenza sociale e assistenza sanitaria. Il governo indiano, oltra ad avere aperto il mercato della grande distribuzione, ha recentemente annunciato che gli investitori stranieri potranno possedere fino al 5% di una società indiana su base individuale e fino al 10% su base cumulativa. Detto questo, c'è ancora molto lavoro da fare per liberalizzare il mercato indiano.

L’indice
il Ftse Bric 50 è un indice basato sulla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante e raggruppa i 50 maggiori titoli scambiati sui mercati di Brasile, Russia, India e Cina. I titoli brasiliani, russi e indiani, sono di solito proxy quotati a New York o a Londra, che però rispecchiano totalmente la quotazione sul listino domestico. I titoli cinesi, invece, sono H-Shares, azioni quotate sul listino di Hong Kong. L’indice viene rivisto su base trimestrale e il peso di ogni singolo titolo non può superare il 15%. Geograficamente, la Cina è il mercato più pesante, rappresentando circa il 45% del totale. Seguono Brasile al 25%, Russia al 24% e India al 6%. A livello settoriale, l’indice è fortemente esposto ai titoli finanziari (39%) ed energetici (30%).

 ETF Analysis - iShares FTSE BRIC 50 (IE)
Il fondo utilizza la replica fisica completa per cercare di catturare la performance del benchmark. Possiede, per quanto possibile, tutte le azioni dell’indice, con gli stessi pesi. In alcune circostanze può inoltre utilizzare derivati per raggiungere i suoi obiettivi. Il fondo è domiciliato in Irlanda e ha il dollaro come valuta di base. A inizio 2013 ha un patrimonio di oltre un miliardo di dollari.

La liquidità derivante dai dividendi delle azioni sottostanti viene trattenuta nel fondo fino al momento della distribuzione, che avviene su base trimestrale. Questa pratica può potenzialmente creare una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista, visto che i dividendi non vengono reinvestiti nel fondo. Vale però anche il contrario.

Il fondo effettua  operazioni di prestito titoli. Secondo iShares, nei 12 mesi terminanti il 30 settembre 2012, una media del 5,2% del portafoglio è stato ceduto in prestito, e l'attività ha aggiunto 6 punti base di rendimento netto al fondo. iShares sostiene di tenere il 40% delle entrate derivanti dal prestito titoli per sé, per pagare i costi associati. Il 60% delle entrate, invece, viene girata al fondo.

Le commissioni in carico agli aderenti, espresse dall’indice Ter, sono pari allo 0,74%, superiori alla media dei concorrenti.

Alternative
Quotati su Borsa italiana ci sono altri due Etf che offrono un’esposizione ai paesi Bric, sebbene replichino due indici diversi. Il Db X-Trackers Msci Bric Ucits Etf (0,65% di Ter) replica l’Msci Bric, basato sulla capitalizzazione di mercato, che conta attualmente 316 componenti, i quali garantiscono la copertura dell’85% della capitalizzazione di mercato dei quattro paesi Bric.

Infine, l’Rbs Market Access Daxglobal Bric Index, offre la performance dell’omonimo indice, che impone un limite geografico del 35% e per ogni singolo titolo del 10%. Il Ter è pari a 65 punti base.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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