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La luna di miele dei mercati con il governo Renzi è ormai finita, dice Zarate di Morningstar. Gli investitori si aspettano dei fatti, soprattutto dopo i dati negativi del secondo trimestre. La Bce ha fatto il suo dovere, ora servono le riforme.  

Valerio Baselli 23/09/2014 | 09:59
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Jose Garcia-Zarate, analista senior ed economista di Morningstar. Buongiorno Jose e grazie.

Jose Garcia-Zarate: Buongiorno.

Baselli: Dopo un periodo in cui i mercati europei hanno corso molto e l’ottimismo sembra essere tornato, l’Eurozona ha ripreso a traballare. Da una parte manca una crescita economica stabile, dall’altra parte c’è lo spettro della deflazione. Come giudichi a oggi questa situazione europea?

Zarate: Il fatto che la Banca centrale europea abbia deciso di abbassare il costo del denaro e di adoperare anche una serie di altre misure per facilitare la liquidità nei mercati finanziari, indica chiaramente che la situazione non è molto positiva. Comunque ci sono differenze tra paesi; ad esempio, sappiamo che la Germania nel secondo trimestre è leggermente descresciuta, ma questo è sicuramente dovuto a fattori stagionali. I paesi che veramente preoccupano sono la Francia e l’Italia. Poi vediamo altri paesi periferici, come la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda che invece hanno fatto bene. Quindi, non si può parlare di una crescita armonizzata.  

Baselli: Una situazione molto eterogenea...

Zarate: Esatto.

Baselli: Ecco, tu sei spagnolo, però vivi da molto tempo a Londra. Qual è l’idea che si ha all’estero in questo momento dell’Italia? Come la si vede? Anche perché qui stiamo vivendo un periodo di cambiamenti.

Zarate: E’ un periodo di cambiamenti che però sembrano non arrivare mai. E il risultato si è visto nelle cifre economiche del secondo trimestre. Ovviamente gli analisti hanno detto: “I paesi che hanno fatto le riforme, come Spagna, Portogallo e Irlanda, stanno crescendo, invece i paesi che non le hanno fatte, tipo l’Italia, hanno difficoltà”. E rischiano anche di fare un triple dip, ovvero di entrare un’altra volta in recessione.

Lo so che il governo italiano dice sempre che farà delle cose, però la percezione degli investitori internazionali è che l’Italia sia un paese dove le riforme non si sono fatte.

Baselli: Quindi è cambiata la percezione, perché all’inizio dell’anno c’era molto ottimismo sull’Italia.

Zarate: Sì, è cambiata. È vero che quando si è insediato questo governo con Renzi, molto giovane, con un discorso positivo sulle riforme, c’era ottimismo. Però, quello che cercano gli investitori sono i fatti. E, da questo punto di vista, l’Italia ancora non ha fatto molto.

Baselli: Credi che le politiche della Bce possano portare dei benefici reali in Europa e, magari, anche in Italia? Oppure dobbiamo fare noi?

Zarate: Draghi lo ha detto chiarissimamente: la politica monetaria può aiutare, però non è l’unico strumento. Ci vuole anche la politica fiscale, la politica nazionale e di governo. Draghi e la Bce hanno fatto il loro dovere. Ora tocca ai governi fare il loro compito, che sono le riforme.

Baselli: Perfetto. Grazie mille Jose.

Zarate: Grazie a te.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

 

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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