All'Italia mancano approdi sicuri

C'è ancora molta incertezza sulle prospettive economiche del Belpaese. E gli investitori cercano titoli più solidi.

Marco Caprotti 24/04/2012 | 15:18
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L’andamento dell’azionario italiano scatta una fotografia impietosa di quello che, per gli operatori internazionali, è il “rischio Italia”. L’indice Msci del Belpaese nell’ultimo mese (fino al 23 aprile e calcolato in euro) ha perso quasi il 15%, portando a -7,1% la performance da inizio anno.

Va detto che i problemi della Penisola si inquadrano in una situazione generale di debolezza. Ad aprile gli spread sui titoli di Stato sono arrivati nuovamente aumentati in misura rilevante, pur restando ancora molto inferiori ai massimi raggiunti in gennaio. “Sono tornate a diffondersi tra gli operatori le preoccupazioni sulle prospettive di alcuni paesi dell’area”, spiega l’ultimo Bollettino redatto dalla Banca d’Italia. “I timori di un rallentamento più pronunciato della crescita globale hanno accentuato la preferenza per i titoli dei paesi ritenuti più sicuri”.

Meno Pil, più disoccupazione
Nel quarto trimestre del 2011 il Prodotto interno lordo in Italia è diminuito dello 0,7% rispetto al periodo precedente, riflettendo il calo della domanda interna, solo in parte compensato dall’apporto positivo degli scambi con l’estero (risultante dalla flessione delle importazioni e dalla stabilità delle esportazioni). “Per i primi mesi del 2012 l’andamento degli indicatori congiunturali prefigura un’ulteriore diminuzione dell'attività produttiva”, continua il rapporto di Via Nazionale. “Le esportazioni hanno registrato una sostanziale tenuta nel primo bimestre dell’anno”.

Dopo due anni di contrazione, nel 2011 il mercato del lavoro italiano aveva mostrato segnali di ripresa, con un aumento, in media, dello 0,4% del numero di occupati e una marcata riduzione delle ore autorizzate di Cassa integrazione. “Nell’ultimo trimestre dell’anno la domanda di lavoro ha tuttavia ristagnato, a fronte di una dinamica ancora sostenuta dell’offerta” precisa lo studio. “La debolezza della domanda è proseguita nei primi mesi del 2012: il tasso di disoccupazione è aumentato e le ore autorizzate di Cassa integrazione sono tornate a crescere”.

Il risultato di questa situazione è che l’incertezza sulle prospettive dell’economia resta molto elevata. “La possibilità che una ripresa prenda avvio a partire dalla fine dell’anno e prosegua nel 2013 dipende soprattutto dagli andamenti dei mercati finanziari e dai rendimenti dei titoli di Stato”, dicono da palazzo Koch. “Tali rendimenti si sono avvicinati allo scenario più favorevole prospettato nel Bollettino economico dello scorso gennaio. La volatilità resta però molto elevata. Le misure di liberalizzazione e di semplificazione amministrativa recentemente approvate possono stimolare la crescita del prodotto potenziale e incidere positivamente sulle aspettative”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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