Il Sol Levante allunga il passo

A dicembre, l’indice Msci Japan ha guadagnato il 12%. Prosegue la politica di tassi zero.

Marco Caprotti 29/12/2009 | 09:02
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Il Giappone tenta di arrivare in forma all’appuntamento con il 2010. L’indice Msci Japan nell’ultimo mese (fino al 28 dicembre e calcolato in euro) ha guadagnato il 12%. La performance da inizio anno, tuttavia, con il suo +5% è inferiore a quella dei mercati mondiali.

“Il Giappone è famoso fra gli investitori per la sua incapacità a mantenere le promesse”, spiega uno studio della società di consulenza Asia-Delta Advisory. “Lo sa bene chi negli ultimi anni ha operato sul mercato del Sol levante: ogni volta che si aspettava una ripresa si rimaneva delusi. In due decenni l’indice Nikkei 225 ha perso quasi l’80%. E tutte le volte che si è profilato un rally di Borsa gli investitori sono rimasti con il cerino in mano”.

Eppure, questa volta potrebbe essere quella buona. “Dal punto di vista strutturale e ciclico ci sono buone opportunità nel Sol Levante”, continua lo studio. “Il Pil del Paese è cresciuto per due trimestri consecutivi. L’ultima lettura ha mostrato un +4,8% (annualizzato) che ha sorpreso anche il più ottimista degli analisti”. C’è poi da considerare lo scenario politico. “Dopo 54 anni di situazione stagnante con la leadership dei Liberal-democratici, ora al governo c’è il partito Democratico guidato dal premier Yukio Hatoyama che sta pensando ad alcune riforme economiche importanti. La Banca centrale, intanto, ha deciso di proseguire nella sua politica di tassi di interesse a zero. Almeno fino a quando non finirà la situazione di deflazione”.

Un altro elemento che rema a favore dell’equity giapponese sono le basse valutazioni dei titoli. “Quelli compresi nell’indice Topix, che dà un’idea più completa del sistema industriale giapponese rispetto al Nikkei, vengono trattate a cinque volte rispetto ai flussi di cassa e danno un dividendo medio del 2%”, continua il report. “Si tratta di valutazioni esageratamente basse che potrebbero far nascere un’ondata di acquisti”.

Certo, al di là della deflazione il rischio Paese non manca. “La popolazione giapponese sta invecchiando e i conflitti sociali stanno aumentando”, spiega lo studio di Asia-Delta. “I consumatori, inoltre, hanno paura di acquistare mentre la concorrenza della Cina si sta facendo sempre più agguerrita. La storia dei mercati finanziari, tuttavia, dimostra che è più probabile guadagnare nei momenti di incertezza che non quando gli investitori si sentono esuberanti”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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