Quali sono i titoli USA più sensibili allo shock dei dazi?

Ecco perché conviene guardare ai rischi derivanti dalle tariffe attraverso lenti diverse.

Ziying Peng, CFA 15/05/2025 | 10:47
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Illustrazione in stile collage di un grafico a torta con segmenti contenenti fotografie di container, semiconduttori e automobili su un'autostrada.

Il 2 aprile il governo statunitense ha annunciato una nuova serie di dazi commerciali la cui entità ha colto molti di sorpresa, generando previsioni contrastanti sul loro impatto economico.

Questo flusso costante di incertezze e di previsioni non è di aiuto agli investitori. Per comprendere meglio l’impatto potenziale, abbiamo esaminato la gamma degli esiti potenziali utilizzando dati che mostrano la sensibilità dei diversi settori ai vari risultati economici. Questa ricerca è stata concepita per aiutare gli investitori a comprendere appieno la loro esposizione ai dazi. Abbiamo escluso il settore immobiliare da questa analisi per le sue caratteristiche non omogenee con gli altri.

Utilizzando tre metodi diversi, abbiamo riscontrato che il settore tecnologia è il più vulnerabile, mentre quello delle utility è il meno sensibile. La gamma di sensibilità tariffarie stimate dai nostri tre metodi illustra la difficoltà di fare previsioni sicure e gli investitori possono interpretare e utilizzare questi dati in modo diverso. Tuttavia, questi dati possono aiutare un investitore di lungo termine a comprendere meglio la solidità del proprio portafoglio.

Settori azionari e shock economici

Per determinare la sensibilità di ciascun settore alle tariffe, abbiamo iniziato creando due shock macroeconomici, definiti shock della domanda e dell’offerta[1]. Gli shock della domanda hanno solo un effetto di breve termine sulla produzione, che scompare quando i prezzi e i salari si adeguano e riportano l’economia in equilibrio. Al contrario, gli shock della produzione (offerta) possono avere un effetto permanente. Abbiamo calcolato la sensibilità della domanda e dell’offerta di ciascun settore a questi shock e poi classificato i comparti in base alla sensibilità. Tra le azioni USA, quelle del settore tecnologia sono le più sensibili agli shock sia di domanda che di offerta, mentre le utility sono le meno sensibili.

Abbiamo quindi scomposto i rendimenti azionari nelle componenti dei flussi di cassa e della valutazione e in seguito abbiamo calcolato la sensibilità di ciascun settore a uno shock di queste due variabili[2]. Ci siamo concentrati principalmente sul primo aspetto, poiché uno shock negativo sui flussi di cassa rappresenta un rischio più grave per gli investitori di lungo periodo, in quanto significa un calo permanente della ricchezza. Il rischio di valutazione, invece, è temporaneo, in quanto il calo delle valutazioni nel breve periodo è bilanciato da un aumento dei rendimenti futuri attesi.

In caso di notizie negative sui flussi di cassa, gli asset più sensibili sono le azioni dei settori beni di consumo ciclici e tecnologia, mentre le meno sensibili sono quelle dei comparti consumer defensive, utility e salute.

Infine, abbiamo confrontato il comportamento dei prezzi delle azioni con la frequenza degli articoli di giornale che discutono dell’incertezza della politica commerciale, misurata dal Trade Policy Uncertainty Index[3]. Per molti decenni, l’indice è stato abbastanza stabile (i picchi precedenti includono lo shock di Nixon nel 1971 e lo shock di Ford nel 1975). Tuttavia, nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un forte aumento della volatilità. I rendimenti dei titoli tecnologici sono stati i più sensibili ai movimenti di questo indice, mentre le utility sono state meno sensibili. Recentemente si è registrato un aumento dei rendimenti per gli investitori disposti a sopportare questo rischio.

Come deve comportarsi un investitore di lungo termine

L’interazione tra dazi, shock macroeconomici e andamento dei mercati azionari rimarrà probabilmente un tema centrale nel panorama degli investimenti. Sebbene sia difficile prevedere fattori esterni come l’incertezza delle politiche commerciali, capire quanto siano sensibili i titoli azionari ai vari shock è fondamentale per un investitore di lungo termine che voglia mantenere portafogli solidi e allinearsi agli obiettivi finanziari. Data l’incertezza, è altrettanto importante assicurarsi che il prezzo pagato per un asset includa un margine di sicurezza per consentire un margine di errore nella stima del fair value di un titolo.

[1] Olivier Jean Blanchard e Danny Quah, “The Dynamic Effects of Aggregate Demand and Supply Disturbances”, American Economic Review 79, no. 4 (1989): 655-673.

[2] John Y. Campbell e Tuomo Vuolteenaho, “Bad Beta, Good Beta”, American Economic Review 94, no. 5 (2004): 1249-1275.

[3] Caldara, Dario, Matteo Iacoviello, Patrick Molligo, Andrea Prestipino e Andrea Raffo (2020), “The Economic Effects of Trade Policy Uncertainty”, Journal of Monetary Economics, 109, pp.38-59. https://www.matteoiacoviello.com/tpu.htm


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Info autore

Ziying Peng, CFA  è Associate Investment Analyst.

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