Giappone, ritorno agli investimenti

Nonostante il perdurare del pessimismo, gli addetti ai lavori cominciano a intravedere nel mercato nipponico segnali che fanno pensare a un prossimo rialzo. Lo credono i gestori di Credit Suisse a.m.

Maria Grazia Briganti 06/02/2002 | 00:28
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Alcune novità di carattere interno, ma anche la congiuntura favorevole a livello mondiale, stanno gradualmente spostando l'attenzione degli investitori sul mercato giapponese, che non potrà sottrarsi, come del resto non è mai avvenuto, alla ripresa economica prevista per il 2002. Lo stesso sentiment accomuna un po’ tutti i gestori specializzati sul Sol Levante, ma per Nick Edwards, responsabile globale azioni giapponesi di Credit Suisse a.m., e Todd Jakobson, gestore del Fondo CS Equity Fund (Lux) Japan Megatrend, si tratta di un mercato da esaminare attentamente e in cui la ripresa ci sarà, ma non per tutte le società e non per tutti i settori.

La selezione dei titoli giusti, che quindi sapranno cogliere la ripresa, diventa pertanto il fattore cruciale. Sempre secondo i gestori di

Credit Suisse, “l'aumentata liquidità, l'accelerazione nel cambiamento e i miglioramenti a livello globale ci inducono a ritenere che la situazione del mercato sarà simile a quella del periodo 1994-1998, quando le società esportatrici superavano per risultati il resto del mercato azionario."

Sul fronte interno si stanno infatti verificando forti cambiamenti strutturali che interessano non solo l'economia a livello macroeconomico, ma che implicano forti ristrutturazioni societarie. Per mantenere i livelli di redditività, la riorganizzazione riguarderà sia i processi produttivi che la gestione dei costi del lavoro. Un processo che implica una sorta di selezione naturale tra le aziende vincitrici e quelle che per dimensioni e per debolezza non riusciranno a fronteggiare questa sfida.

Di conseguenza, sono esclusi dal portafoglio di Credit Suisse i titoli bancari, poco trasparenti e dalle quotazioni elevate, così come le società di intermediazione, esposte all'andamento delle società di piccole e medie dimensioni. Accanto ad esse emergeranno alcuni vincitori, quali ad esempio la società Ito-Yokado, operatore della grande distribuzione che dovrebbe beneficiare del fallimento della Mycal. Analoghi movimenti anche nel settore dell'acciaio, dove a farla da padrone è la Nippon Steel, mentre le società minori stanno tentando accordi per ridurre i costi.

Resta il fatto inconfutabile, per i gestori della sgr, che esistono in Giappone titoli che non hanno ancora beneficiato appieno del rally che ha invece interessato analoghe società in altri Paesi. Più caute le attese sui titoli della tecnologia, dati i recenti rialzi, e sui semiconduttori, i cui utili "difficilmente supereranno i livelli del 2000 prima del 2004", commentano Edwards e Jakobson, anche se un'attenta valutazione dei singoli casi potrebbe assicurare guadagni. Il sovrappeso del fondo, complice la debolezza dello yen, è dunque su Canon, Ricoh e Shin-Etsu Chemical, dalle quotazioni interessanti, mentre le maggiori potenzialità nel prossimo ciclo sono da rintracciare in Tokyo Electron e Romh.

Buone le statistiche infine, per le società produttrici di software per giochi, che si trovano nella fase inziale del ciclo di vita di nuovi prodotti, quali la Play Station 2 della Sony. Per quanto le quotazioni "siano meno basse di quanto vorremmo, sono interessanti a fronte dei loro equivalenti mondiali quali l'americana Electronic Arts", conclude Edwards.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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