Un bilancio del 2001

Nuove società, riorganizzazione dei grandi asset manager, oltre 200 nuovi prodotti. Il 2001 è stato caratterizzato da significativi cambiamenti sul fronte dell’offerta. Lato rendimenti, però, sarà ricordato come uno degli anni più amari.

Germana Martano, 28/12/2001 | 08:46
Facebook Twitter LinkedIn
Ristrutturazione di batterie di prodotti, lancio di numerosi fondi di fondi, avvio di un consistente mercato degli hedge funds, primo via libera formale agli exchange traded funds. Il 2001 è stato caratterizzato nel mondo del risparmio gestito da una serie di eventi che hanno interessato in modo diretto i risparmiatori per l’ampliamento considerevole dei prodotti disponibili. Ancora, dal lato dell’offerta, il 2001 ha visto il nascere di diverse nuove società di gestione e l’avviarsi di un processo di razionalizzazione e riorganizzazione di gruppi bancari e assicurativi che ha coinvolto in modo diretto le strutture di asset management.

Nuove società

Tra gli eventi più rilevanti si ricordano la nascita di Bancoposta, società di gestione delle Poste Italiane, che vanta un potenziale di raccolta tale da promettere di entrare nel podio dei più grandi asset manager italiani, e di Nextam, boutique finanziaria creata da tre abili gestori che si sono messi in proprio. Nel corso dell’anno vengono anche create numerose società di gestione stile private banking; e la lista delle new entry non si esaurisce qui se si considerano le società nate per la gestione di prodotti speculativi come gli hedge fund e tutti quegli esteri che sbarcano in Italia alla conquista di nuove fette di mercato.

Nuovi fondi

Il 2001 è stato un anno prolifico anche sul lato dei prodotti: sono stati lanciati 268 nuovi fondi, suddivisi in 113 domiciliati in Lussemburgo e 124 in Italia. La maggior parte appartiene all’area Azionari Internazionali (34), all’Area Euro large cap (23), al tanto discusso Tmt (16), ad altri Azionari Settoriali (16), ai Bilanciati (15), agli Obbligazionari area euro (13) e agli Azionari Europa large cap e Nord America (10 per categoria).

Fusioni e acquisizioni

Su questo fronte il 2001 è stato caratterizzato da importanti operazioni di fusioni e acquisizioni tra società di asset management, soprattutto tra i gruppi leader del mercato:

-SanPaolo Imi (97.000 milioni di euro in gestione a fine novembre) ha riorganizzato la sua struttura di gestione, dopo l’acquisizione delle sgr del Banco di Napoli e ha nominato un nuovo direttore degli investimenti.

-IntesaBci (96.000 milioni di euro) ha definito la nuova struttura di gestione (dal 1 gennaio 2002 si chiamerà Nextra) nata dalla fusione tra Intesa a.m. e Comit a.m.. Nuovo anche qui l’organigramma.

-Unicredito Italiano (70.000 milioni di euro) ha riorganizzato le tre società prodotto di diritto italiano (a valere dal prossimo anno) e ha più decisamente puntato la raccolta sui fondi di diritto estero Pioneer.

Nominati nuovi vertici anche per il gruppo Generali e per l’altro colosso assicurativo Ras.

Cosa è cambiato per i risparmiatori

1. I grandi asset manager hanno cercato di convogliare la raccolta sui prodotti di sedi estere del gruppo, i cosiddetti fondi estero-vestiti, quelli che consentono alle società di operare con minori oneri fiscali, come in Irlanda. Il risparmiatore ha acconsentito, anche perché esiste una convenienza fiscale almeno per chi investe sul lungo periodo: all’estero il fisco preleva le imposte solo dopo aver disinvestito il fondo e non come in Italia, dove l’imposizione fiscale incide annualmente.

2. L’anno ha visto la nascita di numerosi nuovi prodotti “alternativi”, come gli hedge fund e i fondi di fondi. Se l’offerta dei primi riguarda solo risparmiatori con grandi disponibilità, i fondi di fondi sono entrati nei portafogli di risparmiatori di ogni livello. Su di essi però la polemica imperversa e anche la Consob ne ha criticato la scarsa trasparenza.

3. E’ stato l’anno del boom di raccolta per le gestioni in fondi, ma anche di grande vitalità del multimanager. Anche qui il punto debole però è la scarsa trasparenza, tanto che la Consob ha criticato questi prodotti, al pari dei fdf, perché è frequente la pratica di scegliere i prodotti bersaglio in forza delle commissioni di retrocessione garantite dalla società prodotto. Commissioni che finiscono solitamente alla società e non al patrimonio del fondo.

4. Si è affermata una maggiore attenzione agli stili di gestione, almeno lato commerciale. Diverse società hanno infatti cominciato a collocare sul mercato prodotti Value o Growth o fondi dichiaratamente Indice. Un’ottima opportunità per i risparmiatori più sofisticati.

5. Sopra tutti, hanno avuto un impatto forte sulle scelte dei risparmiatori gli eventi politici ed economici mondiali. A partire dall’11 settembre, che ha indotto riscatti record nel risparmio gestito e un ritorno al rifugio in fondi obbligazionari e di liquidità.

Il 2001 sarà comunque ricordato dai risparmiatori come uno degli anni più amari per i propri investimenti. Performance deludenti e mercati altalenanti hanno determinato una riduzione generalizzata del valore dei portafogli. Ai gestori l’onore e l’onere di occuparsi nel 2002 oltre che di massimizzare la raccolta anche di ottimizzare i rendimenti dei fondi.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

 

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures