Fdf hedge, selezione a valore aggiunto

L'estrema varietà degli hedge fund non li presta ad essere semplicemente etichettati come "speculativi". Per Stefano Cortesi, direttore degli investimenti di Hedge Invest, un fondo hedge va capito e studiato come un'azienda e il valore aggiunto di chi fa fondi di fondi hedge è più elevato.

Maria Grazia Briganti 07/12/2001 | 10:52
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Spesso il termine “speculativi” viene inteso in senso negativo, quasi fosse una critica. E' corretta tale definizione?

In realtà per speculativi si intende in maniera forse troppo generale, tutti gli hedge fund. Ma esistono diversi tipologie di fondi hedge, ciascuna con delle particolari caratteristiche e diversi profili di rischio. Si va dalla più aggressiva tipologia dei cosiddetti global macro, che operano su tutti i mercati prendendo posizioni importanti e usando fortemente l'effetto leva, ai fondi che al contrario fanno arbitraggio, utilizzando tecniche di copertura del rischio.

Per gli hedge

fund la varietà di stile di gestione da parte dei manager è estrema. Ciononostante nell'ambito della normativa italiana, dovendo porre l'attenzione sui particolari strumenti utilizzati dagli hedge fund, Bankitalia ha definito speculativi tutti quei fondi non armonizzati che non hanno vincoli ai loro investimenti, in questo modo tutelando l'investitore privato.

Per questo motivo in Italia sono stati autorizzati solo fondi di fondi hedge?

Indubbiamente l'ampia diversificazione offerta dall'investimento in fondi di hedge fund comporta una consistente riduzione del rischio.

Il nostro obiettivo è proprio quello di ricercare manager con le gestioni meno aggressive e combinarle insieme in modo da offrire un rendimento costante, dalla volatilità contenuta e slegato dagli andamenti del mercato.

Un po' come fanno i fondi di fondi con i prodotti tradizionali.

Non proprio. Ormai i fondi di fondi tradizionali sono un prodotto a valore aggiunto molto contenuto, a causa del fatto che i fondi sono sempre più strumenti indicizzati che non si discostano dal mercato, e che comunque hanno dei costi di gestione che influiscono sui risultati. Un fondo hedge è più complesso, va compreso e studiato come un'azienda, tale è la diversità degli stili, delle filosofie di investimento. Il valore aggiunto della selezione è dunque più elevato.

In che modo l'attività degli hedge fund influenza l’andamento dei mercati?

Allo stesso modo degli altri operatori che sono in grado di muovere significativi volumi di denaro.

Tuttavia bisogna considerare che i fondi hedge hanno asset gestiti inferiori a quelli dei fondi tradizionali e quindi difficilmente nel medio-lungo periodo sono in grado di influenzare le quotazioni. È vero però che nel breve l'estrema dinamicità degli hedge fund può avere qualche impatto sul trend del mercato.

In che modo?

Diciamo che di fronte a mercati fortemente sopravvalutati, gli hedge fund svolgono un'azione calmieratrice, tendendo a riportare i prezzi a valori più coerenti e smussando gli eccessi. È quello che è successo lo scorso anno quando le quotazioni di alcune aziende hanno raggiunto valori eccessivi e non giustificati. I fondi hedge hanno sfruttato questi eccessi, in attesa che i valori tornassero quelli corretti.

In che modo effettuate la selezione e contenete il rischio?

I gestori vengono selezionati e seguiti secondo il cosiddetto processo della "due diligence", cioè l'analisi di tutta una serie di variabili che, una volta individuato il gestore in base al suo stile di gestione, il livello di rischio sostenuto e il suo track record, vengono monitorate costantemente.

Importante è la comunicazione con il gestore che avviene attraverso interviste e report periodici, supportati da statistiche. In base a questi fattori vengono stabiliti una serie di campanelli di allarme che segnalano se il gestore si discosta dagli obiettivi.

Una delle accuse spesso mosse agli hedge fund è quella di essere poco trasparenti. Perché?

In effetti gli hedge fund sono poco propensi a dare un'informazione dettagliata sulla composizione dei loro investimenti, soprattutto per non svelare le proprie posizioni alla concorrenza, vista la particolarità dei loro investimenti che consistono spesso in vere e proprie scommesse.

Chi fa fondi di fondi hedge riesce a superare questo ostacolo?

Indubbiamente noi siamo più informati rispetto alla totalità degli investitori individuali, ma più che conoscere le singole posizioni e gli strumenti finanziari in portafoglio, consideriamo altri aspetti, quali ad esempio l'esposizione netta del fondo sul mercato e l'effetto leva che sta utilizzando.

Vale a dire, se un fondo ha un patrimonio pari a 100,posizioni corte per 50 e lunghe per 60, ha un'esposizione netta al mercato pari al 10% del patrimonio. Mentre l'effetto leva sarà pari a 50+60/100=1,1, che non è particolarmente elevato.

Ritiene che gli hedge fund si apriranno alla massa dei risparmiatori o resteranno un prodotto ancora di nicchia?

Andremo incontro all'abbassamento di una serie di vincoli che attualmente gravano sul risparmiatore, primo fra tutti la soglia d'ingresso, fissata in Italia a valori molto alti.

Tuttavia esistono delle difficoltà oggettive di gestione che impediscono a questi prodotti l'accesso delle grandi masse. Innanzitutto i gestori di hedge fund bravi e con un track record di lunga data sono pochi, e non potrebbero soddisfare tutta la domanda che si verrebbe a creare sul mercato. Il fondo hedge è efficiente entro certi limiti di patrimonio, per questo i gestori accettano un numero limitato di sottoscrizioni. Sono loro che decidono la dimensione massima del portafoglio che intendono gestire.

In particolare hanno bisogno di garanzie sul fronte dei riscatti, che se avvenissero in maniera incontrollata ad esempio da parte di un investitore istituzionale li metterebbe in difficoltà.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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