L’inflazione nell’eurozona scende sotto l’obiettivo della BCE a maggio

L’inflazione dei servizi si sta finalmente raffreddando. Atteso taglio dei tassi questa settimana.

Sara Silano 03/06/2025 | 12:21
Facebook Twitter LinkedIn

Collage illustration of a basket filled with groceries, featuring a euro icon and a magnifying glass.

I prezzi al consumo nell’eurozona sono aumentati dell’1,9% su base annua a maggio, secondo la stima flash di Eurostat, in calo rispetto alla lettura di aprile del 2,2% e in linea con le aspettative. È la prima volta dal settembre 2024 che l’inflazione complessiva (HICP) scende al di sotto dell’obiettivo della BCE del 2%, mentre gli economisti prevedono un taglio dei tassi nella riunione del 5 giugno.

L’inflazione core, che indica i prezzi senza le componenti volatili come i costi energetici e alimentari, è aumentata del 2,3% su base annua a maggio, in calo rispetto al 2,7% di aprile.

In aumento i prezzi degli alimentari, alcolici e tabacco, giù quelli dei servizi

Secondo le stime di Eurostat, i prodotti alimentari, alcolici e tabacco hanno registrato l’aumento annuale più elevato a maggio, pari al 3,3% su base annua, superiore alla lettura di aprile del 3%. I servizi sono aumentati del 3,2%, meno rispetto al 4% di aprile, mentre i beni industriali non energetici sono rimasti stabili allo 0,6% e anche l’energia è rimasta ferma al -3,6% su base annua, a confronto con il mese precedente.

“I dati di oggi confermano che le prospettive sono di una continua disinflazione”, afferma Riccardo Marcelli Fabiani, economista senior di Oxford Economics. “Il calo dei prezzi del petrolio e il rafforzamento dell’euro trascineranno l’inflazione energetica e renderanno meno costosi i fattori produttivi e le importazioni. La decelerazione della crescita dei salari porterà il tanto atteso raffreddamento dei prezzi dei servizi, che finora sono stati molto resilienti. Solo i forti aumenti degli alimenti non lavorati rappresentano un rischio al rialzo [per l’inflazione]”.

Secondo un altro rapporto di Oxford Economics, i salari nell’eurozona stanno avanzando a un ritmo più lento e la prossima tappa è la “disinflazione dei servizi”.

“Insieme alla debolezza della domanda e alla probabile riduzione delle aspettative sui prezzi, pensiamo che questo porterà a un’inflazione dei servizi in calo nei prossimi mesi. Il calo dei servizi trascinerà l’inflazione di fondo verso il 2% entro la fine dell’anno”, ha dichiarato Marcelli Fabiani.

Su base mensile, sia l’inflazione complessiva che quella core sono rimaste stabili a maggio.

La BCE taglierà i tassi questa settimana?

La prossima riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea si terrà a Francoforte il 5 giugno e i mercati si aspettano che il ciclo di allentamento prosegua in un contesto economico sfidante. Il 17 aprile la BCE ha ridotto il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 2,25%: si è trattato della sesta riduzione consecutiva in questo ciclo.

Il tasso di riferimento della BCE ha già raggiunto il limite superiore del corridoio neutrale dell’1,75%-2,25% calcolato dallo staff della BCE. Tuttavia, Martin Wolburg, economista senior di Generali Investments, non vede ancora la fine del ciclo di tagli. “Ci aspettiamo un altro taglio di 25 punti base il 5 giugno. Sebbene continuiamo ad aspettarci un taglio finale all’1,75%, [Christine] Lagarde dovrebbe enfatizzare la dipendenza dai dati e lasciare deliberatamente aperta la tempistica del taglio finale”, ha dichiarato in una nota del 3 giugno.

Secondo Marcelli Fabiani di Oxford Economics, “date le chiare prospettive disinflazionistiche, soprattutto per i servizi, il taglio dei tassi da parte della BCE questo giovedì sembra una scommessa facile, e un ulteriore allentamento dovrebbe seguire nel corso dell’anno”.

Anche Felix Feather, economista di Aberdeen Investments, ritiene che il taglio di giovedì “probabilmente non sarà l’ultimo del ciclo, poiché i responsabili politici dovranno con ogni probabilità fornire ulteriore sostegno all’economia una volta che saranno stati pienamente recepiti gli effetti delle modifiche alla politica statunitense in materia di dazi”.

“Un petrolio meno caro, un euro più forte e un mercato del lavoro meno teso contribuiranno a mantenere l’inflazione contenuta nel breve periodo, anche se l’UE dovesse rispondere agli Stati Uniti con un inasprimento delle proprie misure tariffarie”, aggiunge. “Ci aspettiamo quindi un ulteriore taglio dei tassi entro settembre, portando i tassi in territorio decisamente accomodante”.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures