Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Se i mercati azionari si sono rivelati in questi ultimi due mesi particolarmente volatiliti, non possiamo certo dire che per quelli obbligazionari sia stato invece un periodo di calma piatta.
Oggi ne discutiamo con Flavio Carpenzano, responsabile investimenti obbligazionari di Capital Group.
Ecco, Flavio, voi di Capital Group avete recentemente pubblicato un sondaggio tra 300 investitori istituzionali nel mondo, proprio per capire come si stiano muovendo in un contesto così incerto come quello attuale. Quali sono in breve le principali conclusioni della vostra indagine?
Flavio Carpenzano: Assolutamente, grazie Valerio. Sì, riguardo il sondaggio è stato molto interessante, nel senso che mostra direi tre punti fondamentali: uno, nonostante l’incertezza e la volatilità del mercato dal sondaggio risulta che il 75% degli investitori istituzionali vogliono allocare nel mercato obbligazionario nei prossimi dodici mesi, probabilmente nella parte di alta qualità del credito. E questo è interessante perché il secondo punto mostra che il motivo per cui vogliono allocare nel mercato obbligazionario appunto perché offre rendimenti attraenti e continua a mostrare diversificazione rispetto al mercato azionario. Quindi, nonostante i periodi di volatilità dove la correlazione non funziona in realtà gli investitori istituzionali credono ancora che il mercato obbligazionario abbia queste scelte di diversificazione. E il terzo aspetto interessante è che, soprattutto nel mercato obbligazionario, la maggior parte degli investitori continuano a vedere valore in una gestione attiva nel mercato obbligazionario, soprattutto nella parte creditizia investment grade e high yield, ma soprattutto mercati emergenti.
Baselli: C’è qualche cosa tra le risposte ottenute che vi ha sorpresi in questo sondaggio? Che non vi aspettavate?
Carpenzano: Sì, forse una parte interessante è che nonostante la retorica che si sente recentemente di rotazione al di fuori degli Stati Uniti in altre parti del mondo, in realtà il sondaggio dimostra che 50%, quasi il 50% degli investitori in Europa e Medio Oriente in realtà continueranno ad allocare e incrementeranno la posizione nel mercato americano obbligazionario. E questo vale anche nella parte high yield dove prevalentemente la maggioranza degli intervistati in realtà preferiranno il mercato americano high yield rispetto ad altre parti. Quindi, secondo me l’aspetto del mercato americano dove c’è ancora interesse da un punto di vista obbligazionario è stato un po’ la parte che ci ha sorpreso per tutto quello che si legge sui giornali, la retorica degli investimenti al di fuori degli Stati Uniti.
Baselli: Interessante. Torniamo all’attualità dei mercati: nell’ultimo periodo abbiamo visto dei movimenti importanti nei rendimenti dei titoli di Stato europei – spinti dalla cosiddetta rivoluzione fiscale tedesca – abbiamo un cambio dollaro-euro ai minimi da tre anni, recentemente c’è stato lo storico declassamento del debito statunitense e proprio in questi giorni stiamo assistendo alla crisi del debito giapponese. Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia nel mondo dei bond. Dove vedete in questo momento i rischi principali? E come li state gestendo?
Carpenzano: Sì assolutamente, diciamo la volatilità dei tassi e del mercato obbligazionario continuerà a restare elevata. I rischi che vediamo sono molteplici: uno, sul lato della crescita vediamo un chiaro rischio di rallentamento della crescita globale anche negli Stati Uniti un potenziale rischio di recessione. Detto questo, il rischio di recessione data la natura che è indotta dal rischio politico, questa recessione potrebbe essere comunque di natura blanda e non troppo lunga. Il secondo aspetto è sull’inflazione, di un’inflazione che difficilmente raggiungerà il target delle banche centrali. Resterà elevata una combinazione di rischi politici e dazi che restano comunque elevati nonostante l’incertezza. Detto questo, non ci aspettiamo una riaccelerazione dell’inflazione al 5%, ma un’inflazione a questi livelli che limiterà l’abilità delle banche centrali di tagliare i tassi così velocemente come il mercato inizialmente aveva prezzato.
E l’ultimo rischio è quello che menzionavi tu, continuiamo a vedere pressione sui tassi a lunga, il decennale e il trentennale, in una combinazione di un mercato che chiede un rischio per l’inflazione più alto, un rischio per l’incertezza politica e soprattutto dovuta al fatto che i governi continueranno a spendere e quindi il mercato forse chiederà un premio più alto.
Baselli: Perc hiudere, secondo voi, dove oggi un investitore obbligazionario dell’eurozona può trovare valore? Dove vedete le migliori opportunità?
Carpenzano: Assolutamente. C’è da fare un punto importante, nonostante l’incertezza e la volatilità il mercato obbligazionario offre altissimo valore per un semplice motivo: i tassi di rendimento di partenza sono molto elevati e sono una proxy per il rendimento futuro. Quindi si parte con un cuscinetto molto alto che aiuta a tutelare la volatilità, ma i rendimenti a scadenza sono elevati. Quindi, in generale, il mercato obbligazionario è attraente.
Per un investitore europeo un paio di punti: uno, investire a livello globale, quindi in un mercato globale e anche creditizio, offre ancora valore. Mantenere diversificazione offre valore. Chiaramente, investire sul mercato globale porta a prendere il rischio di cambio. Forse in questo momento se come ci aspettiamo il dollaro continua a deprezzarsi rispetto all’euro, forse è importante essere cauti e andare a coprire questo rischio di cambio. E nonostante il rischio di copertura, nonostante il costo di copertura, il rendimento resta ancora attraente e quindi un approccio globale ha senso in alternativa ad altre alternative europee o anche il famoso BTP. Quindi, un approccio globale diversificato flessibile offre molto valore.
Baselli: Molto chiaro. Grazie ancora a Flavio Carpenzano. Per Morningstar, sono Valerio Baselli, alla prossima.
L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.