Bolla IA: quali effetti avrebbe un crollo di Nvidia sui tecnologici europei?

La recente debolezza dei big americani del comparto high tech si è fatta sentire anche tra i competitor europei.

Michael Field, CFA 12/09/2024 | 12:33
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Nvidia building

Il sell-off di inizio settembre è stato il peggiore mai visto dal 5 agosto e le analogie non si sono fermate qui. Nvidia (NVDA) e altri produttori di chip hanno guidato le vendite, ma la cattiva intonazione del comparto ha colpito anche le azioni europee maggiormente esposte al tema dell’intelligenza artificiale (IA) come Arm Holdings (ARM) e ASML (ASML), entrambe in calo del 10% nell'ultima settimana.

Quando si è verificato il sell-off del 5 agosto, avevamo detto che i mercati erano diventati leggermente sottovalutati e che le condizioni economiche stavano effettivamente migliorando. Gli investitori, quindi, avrebbero dovuto cogliere l'opportunità di aumentare la propria esposizione azionaria a prezzi più convenienti.

La ripresa dei listini, però, è avvenuta in modo rapido e i mercati hanno ampiamente recuperato le perdite entro un paio di settimane dal sell-off.

La domanda che ci poniamo, dunque, è: ci sono stati dei cambiamenti da allora o gli investitori dovrebbero seguire la stessa strategia anche in questa fase?

I mercati azionari europei sono attualmente scambiati con uno sconto di quasi il 6% rispetto alla stima del fair value. Sicuramente in passato sono stati più convenienti, ma è anche vero che continuano a essere ben lontani dall'essere costosi.

 

 

A livello settoriale il quadro è più eterogeneo. I comparti salute e beni industriali sono leggermente sopravvalutati, mentre gli altri sono scambiati sostanzialmente in linea con il fair value o con uno sconto del 5% circa rispetto alla valutazione degli analisti di Morningstar. I tassi di sconto più elevato sono tra i titoli dei settori beni di consumo ciclici e real estate, dove le preoccupazioni specifiche di quei comparti frenano le valutazioni.

 

 

Il ruolo della BCE

Anche il quadro macroeconomico è cambiato rispetto ad agosto, con l'arrivo di nuovi dati sulla crescita del PIL e sull'inflazione, due componenti fondamentali per le decisioni delle banche centrali in merito ai futuri tagli dei tassi d'interesse, che continuano a essere il driver principale dei mercati azionari nel 2024.

Nel secondo trimestre dell'anno, la crescita del PIL è aumentata dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,3% nell'Eurozona: una crescita non eclatante, ma solida. Soprattutto se si considera il punto di partenza. Il Regno Unito è entrato in recessione tecnica nel 2023, con due trimestri consecutivi di crescita negativa, e l'Eurozona ha evitato questo destino solo per poco. Ora, le previsioni degli economisti indicano una crescita di circa l'1% per entrambe le regioni per l'intero anno 2024. Si tratta sicuramente di un passo nella giusta direzione.

La seconda componente macro su cui abbiamo ottenuto maggiore chiarezza in agosto è l'inflazione. Dopo una leggera impennata a luglio, i tassi d'inflazione in Europa sono scesi nuovamente ad agosto. Sia nel Regno Unito che nell'Eurozona le letture dell'inflazione hanno indicato un aumento del 2,2% su base annua, che le pone a breve distanza dall'obiettivo del 2%. In questo senso, possiamo dire di aver fatto molta strada dai tassi di inflazione in doppia cifra del 2022, aiutati in gran parte dalla politica monetaria più restrittiva attuata dalla Bank of England e dalla BCE.

Cosa significa tutto questo? I dati pubblicati nell'ultimo mese sono stati a favore di futuri tagli dei tassi a breve termine. L'85% degli economisti intervistati da Reuters prevede che la BCE taglierà nuovamente i tassi nella riunione prevista per oggi 12 settembre. Per la BoE, settembre è probabilmente troppo presto per un altro taglio dei tassi, ma gli economisti prevedono altre due correzioni al ribasso a novembre e dicembre. I tagli cumulativi dei tassi sono di grande sostegno alla crescita economica e potrebbero portare a un'ulteriore accelerazione della crescita in Europa l'anno prossimo, favorendo, di conseguenza, anche il mercato azionario.

Quali azioni europee rischiano in caso di un crollo dei titoli tecnologici?

Volendo analizzare i principali rischi per l’Europa, l'ultimo scivolone dei titoli tecnologici statunitensi può produrre un contagio nel Vecchio continente? La risposta è no.

Facendo uno screening dei titoli sopravvalutati nel nostro universo di titoli europei coperti dagli analisti di Morningstar, abbiamo ottenuto meno di 40 nomi. Nella top 20 delle azioni più sopravvalutate in Europa troviamo un solo grande titolo del settore tecnologico: la tedesca SAP (SAP). Il resto dell'elenco è costituito da un gruppo eterogeneo di azioni, molte delle quale sono coinvolte in attività industriali o manifatturiere, come Siemens (SIE) e Rational (RAA), o nel segmento dei beni di lusso, come Ferrari (RACE) e Hermes (RMS). Pertanto, la tecnologia europea non è un punto debole che potrebbe portare a un crollo del mercato più ampio.

A nostro avviso, la maggior parte delle grandi società del settore tecnologico non sono sopravvalutate. Riteniamo che ASML (ASML) sia sottovalutata di circa il 25%, mentre ARM Holdings (ARM) è scambiata a un valore pari o prossimo alla sua stima di fair value. L'economia europea è debole, ma si sta muovendo nella giusta direzione e sono previsti a breve ulteriori tagli dei tassi di interesse. Il noto investitore Ben Graham ha detto una volta che “nel breve termine i mercati sono una macchina che vota e nel lungo termine sono una macchina che pesa”. I mercati possono essere guidati dal sentiment e le fasi di volatilità a breve termine possono persistere, ma per gli investitori di lungo termine non è un brutto momento per investire.

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
ARM Holdings PLC ADR143,60 USD1,60Rating
ASML Holding NV ADR824,26 USD0,86Rating
Ferrari NV461,06 USD2,56Rating
Hermes International SA2.149,00 EUR-0,60Rating
Rational AG894,00 EUR-0,17Rating
SAP SE205,00 EUR2,35Rating
Siemens AG180,18 EUR-2,28Rating

Info autore

Michael Field, CFA

Michael Field, CFA  è European Market Strategist per Morningstar

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