Quali opportunità di investimento dalla transizione climatica

Dalle case green alla cattura del carbonio e alle batterie elettriche sono molti i temi per gli investitori che cercano occasioni nella transizione low carbon.  

Sara Silano 19/04/2024 | 09:08
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Paesaggio di mari e montagne colpito dal cambiamento climatico

  • Gli asset manager fanno passi indietro sull'impegno nella transizione climatica e le aziende sono in ritardo nel cammino net zero.
  • Per gli investitori esistono numerose opportunità derivanti dall'economia della decarbonizzazione, che possono essere colte con fondi ed ETF.

La transizione climatica verso un’economia a basse emissioni di carbonio (low carbon) è diventata un tema di investimento. BlackRock l’ha definito uno dei “temi del 2024”, “una mega forza che sta influenzando i rendimenti”. Neil Brown, gestore di PGIM Investments, ha parlato delle soluzioni di decarbonizzazione come “un’opportunità multimiliardaria trascurata”.

Carola Van Lamoen, responsabile investimenti sostenibili di Robeco, sostiene che “la transizione è inevitabile”, perché “esternalità negative come le emissioni di carbonio e la perdita di biodiversità avranno sempre più spesso un prezzo”.

Asset manager e aziende indietro su net zero

Ma non è tutto oro quello che luccica. La stessa Van Lamoen ricorda come di recente alcuni grandi investitori abbiano abbandonato l’iniziativa Climate Action 100+ (CA 100+), nata nel 2017 per assicurare che le maggiori società quotate al mondo, responsabili dell’emissione di gas serra, si attivassero per contrastare il cambiamento climatico. La decisione è stata presa per le preoccupazioni relative ai requisiti della “Fase due” dell’iniziativa, che prevede che le aziende, dopo aver comunicato le proprie strategie di decarbonizzazione, comincino finalmente ad attuarle. Invesco, JPMorgan, Pimco e State Street sono usciti, mentre BlackRock ha ristretto la partecipazione al business non-USA. E’ vero che nel frattempo altri si sono aggiunti, ma i passi indietro dei big hanno fatto parecchio rumore.

C’è poi un altro dato che fa riflettere: le aziende sono in forte ritardo nel cammino verso l’azzeramento delle emissioni nette (net zero). Secondo un recente rapporto di Morningstar Sustainalytics su oltre 8 mila società nel mondo, se si andrà avanti di questo passo le temperature globali cresceranno di 3,1 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali di qui al 2050, a dispetto dell’obiettivo di contenimento entro gli 1,5 gradi.

Aziende bocciate nella gestione della transizione climatica

Il Low Carbon Transition Rating di Morningstar Sustainalytics, che tiene conto di come le aziende stanno gestendo la transizione, mostra un punteggio medio di 35,5 in una scala da zero a 100 dove 50 indica la neutralità. In sostanza, questo significa che le imprese devono fare di più per gestire il rischio climatico. “Solo il 10% delle aziende che abbiamo analizzato supera i 50 punti”, dice Pustav Joshi, associate director del team Climate solutions di Morningstar Sustainalytics.

Tra queste figurano Microsoft (MSFT 68,4 punti nella gestione della transizione), Nvidia (NVDA 60,1) e Alphabet (GOOGL 58), che sono i titoli che pesano di più all’interno dell’indice Morningstar Low Carbon Transition Leaders (dati al 31 marzo 2024). A tal proposito è, comunque, bene precisare che queste società, pur avendo una gestione solida dei rischi della transizione sono anch’esse signficativamente disallineate rispetto al target di 1,5°.

Dove sono dunque le opportunità per gli investitori?

BlackRock ha individuato tre temi chiave:

  1. La discesa del prezzo delle batterie elettriche, che potrebbe sostenere la domanda di sistemi di stoccaggio dell'energia per le reti elettriche e i veicoli elettrici e ibridi.
  2. Le elezioni politiche in molte parti del mondo, compresa l’Unione Europea e gli Stati Uniti, che potrebbero influenzare in positivo e in negativo i piani per combattere il cambiamento climatico.
  3. L’aumento dei danni fisici causati da eventi meteorologici estremi, che potrebbe stimolare l’interesse per il tema della “resilienza climatica”. Il riferimento è a settori come i sistemi di monitoraggio per le inondazioni o a quelli di condizionamento dell’aria e all’adeguamento degli edifici per renderli più efficienti. Proprio recentemente è diventata legge la direttiva europea sulle case green, relativa alle performance energetiche degli edifici.

 

Quanto vale l’economia della decarbonizzazione

Brown, co-portfolio manager di PGIM Jennison Carbon Solutions Equity Fund, dirige l’attenzione sull’economia della decarbonizzazione, che – dice- secondo stime prudenti varrebbe 2,5 miliardi di dollari, ma che non è apprezzata in pieno dagli investitori.

“Siccome i settori dell'energia e dei trasporti sono tra i principali inquinatori, con rispettivamente il 32% e il 17% delle emissioni globali, i veicoli elettrici e l'energia rinnovabile sono state aree di discussione popolari per la decarbonizzazione”, afferma Brown. “Tuttavia, poiché il 50% delle emissioni proviene da altri settori, il dibattito è troppo ristretto: gli investitori (e i politici) stanno guardando solo alla punta dell'iceberg delle soluzioni”. Il gestore ricorda l’importanza nella transizione climatica di altri settori come quelli delle tecnologie, dei prodotti e dei servizi che aiutano ad evitare le emissioni di carbonio.

Un altro esempio sono quelle che Brown definisce “le aziende energetiche progressiste negli sforzi di decarbonizzazione”, che stanno investendo nelle rinnovabili e hanno ampie capacità ingegneristiche per realizzare tali progetti. Spesso queste società – ma non sono le uniche – hanno anche progetti avanzati di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS).

Le opportunità d’investimento nella cattura del carbonio

“Secondo l'Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), per raggiungere gli obiettivi di net zero emissions, la CCS rappresenta una necessità, non un'opzione”, dice Natalia Luna, analista senior investimenti tematici di Columbia Threadneedle Investments. “Per le industrie pesanti come quelle del cemento, dell'acciaio e dei prodotti petrolchimici, che non possono ricorrere all'elettrificazione o alle energie rinnovabili per ridurre le emissioni, questo processo rimane l'unica soluzione possibile ed è centrale per contribuire alla decarbonizzazione di questi settori”.

“Attualmente, la spesa per la CCS è dominata da colossi del petrolio e del gas, come Exxon (XOM) e Occidental Petroleum (OXY), e da aziende del settore del gas industriale, come Linde (LIN) e Air Liquide (AI)”, aggiunge Luna. “Riteniamo che questi operatori godano del posizionamento migliore per cogliere la futura crescita del mercato. Tuttavia, vi sono molti altri potenziali beneficiari e numerose opportunità d'investimento, come ad esempio le aziende che lavorano alla tecnologia di cattura di nuova generazione, gli sviluppatori di condutture che riutilizzano le infrastrutture esistenti e i fornitori specializzati che si occupano di dati sismici, progettazione, monitoraggio e produzione di attrezzature”.

Le tecnologie per la cattura del carbonio sono un settore ambito anche dalle società venture capital che puntano sulla transizione climatica. Il 2023 è stato un anno molto variegato per questo settore, che – secondo i dati di PitchBook - ha chiuso con un valore totale dei deal al livello record di 16,5 miliardi di dollari. “I finanziamenti per le tecnologie per ridurre le emissioni degli edifici e aumentare l’efficienza energetica sono stati particolarmente forti nel 2023, raggiungendo un nuovo picco di 3,4 miliardi di dollari”, afferma John MacDonagh, senior analyst sulle tecnologie emergenti di PitchBook. “Queste operazioni sono state probabilmente guidate dalla combinazione di normative sulle emissioni di gas serra degli immobili, di incentivi per l'installazione di sistemi ad alta efficienza energetica e di un crescente interesse da parte dei consumatori per ridurre i consumi elettrici”.

Fondi ed ETF per investire nella transizione climatica

Gli investitori interessati a cogliere le opportunità della transizione low carbon, hanno a disposizione diversi fondi ed ETF di questo tipo, generalmente classificati da Morningstar tra gli Azionari settore ecologia.

Nella tabella qui sotto abbiamo selezionati i fondi che rientrano nel tema “Climate action” (che comprende la riduzione delle emissioni di carbonio, le energie pulite, le misure di adattamento al cambiamento climatico) e che hanno un Morningstar Medalist Rating positivo e un Sustainbility Rating pari a quatto o cinque globi (ordinati per rendimento da inizio anno).

I migliori fondi con tema l’azione climatica con rating Morningstar positivi (ordinati per rendimento da inizio anno)

Per gli ETF, essendo pochi, abbiamo indicato tutti quelli che rientrano nel tema “Climate action” e sono domiciliati in Europa (solo la classe più anziana).

Gli ETF del settore ecologia con tema l’azione climatica (ordinati per rendimento da inizio anno)

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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