Perché Apple sta sottoperformando il Nasdaq?

Abbiamo chiesto a William Kerwin, analista azionario di Morningstar, di fare chiarezza sul momento difficile di Apple in Borsa. Il calo delle vendite in Cina, il ritardo nella tecnologia dell’intelligenza artificiale e l’inasprimento della regolamentazione del settore sono le principali minacce al business di Apple, ma l’analista è fiducioso che l’azienda di Cupertino sia in grado di proteggere la sua posizione di vantaggio competitivo.   

Francesco Lavecchia 12/03/2024 | 10:09
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tecnologia

  • Il titolo è scambiato in linea con il fair value Morningstar, mentre a fine anno era valutato con un premio del 20% rispetto al fair value.
  • La Cina continuerà a essere uno dei principali driver di crescita di lungo periodo.
  • L’entrata in vigore del Digital Markets Act in Europa sarà un freno alla crescita dei ricavi ma non intaccherà la posizione di vantaggio di Apple.

 

Cosa c’è dietro le recenti difficoltà di Apple? Il titolo ha perso il 12% negli ultimi 3 mesi sottoperformando l’indice Nasdaq di oltre il 26%. L’azienda americana è valutata dal mercato 23 volte gli utili, molto lontana dalle 45 volte di circa 3 anni fa.

La prima domanda, dunque, è cosa scontano le attuali quotazioni di mercato del titolo Apple?

"Ritengo che la sottoperformance di Apple sia dovuta principalmente a tre fattori: la difficoltà nelle vendite in Cina, il rallentamento dei cicli di sostituzione degli iPhone a livello globale e il peggioramento del sentiment degli investitori a causa dei mancati annunci relativi agli sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale generativa da parte dell’azienda americana. Il titolo viene scambiato ora a prezzi sostanzialmente in linea con il nostro fair value di 160 dollari, mentre solo a fine dicembre era valutato con un premio di oltre il 20%”.

Cerchiamo di guardare dentro al periodo difficile di Apple. Uno dei principali motivi di preoccupazione da parte del mercato è la crescente concorrenza in Cina. Dal debutto del modello Mate 60, Huawei ha ritoccato i suoi record di vendite e a settembre prossimo è attesa l’uscita della serie successiva Mate 70. La Cina è il secondo mercato di Apple dopo gli Stati Uniti, e negli ultimi mesi l’iPhone sta perdendo importanti quote di mercato a favore di Huawei. Quali conseguenze potrebbero esserci se il trend dovesse peggiorare?

“La crescente concorrenza in Cina peserà sulla crescita dei ricavi di Apple, ma sono convinto che il mercato cinese continuerà a essere uno dei driver di crescita di lungo periodo per l’azienda americana. Nonostante i passi in avanti compiuti da Huawei con il suo modello Mate 60 Pro, l’iPhone continua a vantare una tecnologia superiore e ritengo che l’iPhone della Apple rimarrà l’opzione premium nel mercato degli smartphone anche in Cina”.

Guardando i numeri pubblicati dall’azienda, si nota come Apple abbia chiuso il 2023 con ricavi in calo di quasi il 3% rispetto all’anno precedente e le tue previsioni indicano un andamento piatto delle vendite per il 2024. Considerato che il contributo offerto dai nuovi dispositivi, come l’Apple Watch e il Vision Pro, è ancora molto debole, non c’è il rischio che Apple abbia un portafoglio troppo concentrato su un singolo prodotto?

“Non credo ci sia questo rischio. Sono dell’opinione che i prodotti ausiliari di Apple (iPad, Vision Pro e Watch) assolvano con successo al compito di aumentare il valore dell’ecosistema iPhone e il grado di fidelizzazione dei clienti, piuttosto che contribuire in modo significativo alle vendite del gruppo. L’iPhone rimane il principale motore di crescita dell’azienda con oltre metà delle vendite complessive e credo che continuerà a esserlo anche in futuro. Quello che non va dimenticato è che Apple ha costruito il suo Moat non su un prodotto, ma sui benefici offerti ai clienti dal suo ecosistema iOS che integra hardware, software e servizi. L’elevato grado di fidelizzazione dei clienti Apple, nonostante il premium price applicato dall’azienda ai suoi prodotti, dimostra il valore riconosciuto al suo ecosistema”.

È di qualche giorno fa la notizia che la Commissione Europea ha multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dello streaming musicale. Dobbiamo aspettarci altre sanzioni da parte delle autorità europee e c’è il rischio che la maggior regolamentazione del settore danneggi la posizione di vantaggio dell’ecosistema iOS e dunque il Moat dell'azienda?

“Questa multa non ha alcun impatto sul Moat di Apple. Non ci aspettiamo ulteriori sanzioni, ma in seguito all’entrata in vigore del Digital Markets Act in Europa, Apple sarà costretta a consentire agli utenti di iPhone e iPad di accedere a store di app concorrenti, aumentando così la scelta dei consumatori. Ad ogni modo, ritengo che la maggior parte dei clienti Apple apprezzi l’ecosistema iOS e non penso che la nuova regolamentazione in Europa possa minacciare la sua posizione di vantaggio competitivo, anche se mi aspetto che abbia un certo impatto negativo sulla crescita dei ricavi”.

Un’altra minaccia per Apple sembra essere quella che l’intelligenza artificiale possa cambiare i rapporti di forza all’interno del settore. Samsung e Google sembrano essere in una posizione di vantaggio nell'uso dell'intelligenza artificiale nei loro dispositivi. Pensi che Apple abbia gli strumenti per colmare questo gap?

“Assolutamente, mi aspetto che Apple recuperi il ritardo nei confronti Samsung e Google. Apple ha sempre adottato la strategia di arrivare in ritardo rispetto ai competitor ma con una tecnologia superiore e sono convinto che questo avverrà anche con l’intelligenza artificiale generativa. Apple ha impressionanti capacità nel progettare i chip e in questo modo riesce a personalizzare i propri dispositivi in termini di prestazioni, efficienza energetica e funzionalità. I suoi chip della serie A per iPhone integrano motori neurali per l'intelligenza artificiale e mi aspetto che l’azienda lanci sul mercato un prodotto di assistente digitale simile a Microsoft Copilot”.

Nel tuo ultimo report hai confermato la stima del fair value a 160 dollari nonostante i numeri della trimestrale di Apple avessero superato le tue previsioni. Quali sono dunque le tue aspettative future per l’azienda americana?

“Per i prossimi cinque anni prevedo una crescita media dei ricavi attorno al 5%, trainata dalle vendite di iPhone e dai servizi. Questo rappresenta un passo indietro rispetto al ritmo storico di crescita dell’azienda che può essere ricondotto, come detto prima, al rallentamento dei cicli di sostituzione degli iPhone a livello globale e alla maggiore concorrenza sul mercato cinese. Tuttavia, sono convinto che Apple sarà in grado di migliorare la sua profittabilità allargando il margine operativo dal 30% del 2023 al 33% nel 2028”.

 

 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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