Snam e Terna, le utility regolamentate cercano nuova energia dalle trimestrali

Sull’operatore leader nel trasporto e stoccaggio di gas naturale, gli analisti hanno già rivisto i prezzi obiettivo tenendo anche conto del recente piano strategico al 2027. Per la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, il focus è sulle rinnovabili e sul valore del capitale investito netto.

Fabrizio Guidoni 12/03/2024 | 07:25
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Snam e Terna, le due regine delle utility regolamentate di Piazza Affari, sono ormai pronte ad affrontare l’esame con i risultati trimestrali. Prima toccherà a Snam, operatore europeo leader nel trasporto e stoccaggio di gas naturale, il 13 marzo, e la settimana successiva (il 19 marzo) sarà in scena Terna la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale. I numeri del 2023 delle due utility sono attesi con grande attenzione da parte del mercato, tenuto conto il contesto di fondo dell’ultimo anno in cui il tema della transizione energetica è risultato sempre più fondamentale per l’Unione Europea in generale, e per l’Italia, in particolare. 

 

Le aspettative degli esperti sul settore

A fornire un giudizio generale sull’attuale valutazione dei due titoli sono gli analisti di Mediobanca Research, all’interno di un loro studio sul settore europeo delle utility concentrato nel valutare l’impatto della decisione della Commissione europea in merito all''accelerazione sulla transizione e la sua translazione sul mercato azionario. La conclusione degli esperti sul giudizio da assegnare alle due utility tiene conto delle alte valutazioni a cui trattano i titoli e per questo il loro orientamento è "ridurre l’esposizione al settore altamente difensivo delle utility italiane, altamente regolamentate" e che trattano già a multipli massimi. Il rating è quindi neutral sia per Snam sia per Terna.

I numeri di Snam

Nel complesso, il giudizio degli analisti su Snam alla vigilia della diffusione dei conti è condizionato anche dal recente aggiornamento del piano industriale presentato dalla società. Mediobanca Research, pur in presenza del citato giudizio neutral, ha nelle scorse settimane alzato leggermente il prezzo obiettivo a 5,4 euro dai precedenti 5,3, proprio in scia alla presentazione del piano strategico al 2027 che li ha portati a includere nella valutazione del titolo un maggior indebitamento netto e la nuova politica del dividendo, in cui è prevista una crescita del 3% del dividendo per azione nell'arco del piano. Come spiegato in una nota, il piano strategico comprende un Ebitda atteso in aumento con tasso medio annuo composito del 7,4% a circa 3,2 miliardi a fronte del precedente +7% indicato dal piano 2022-2026. Gli analisti hanno sottolineato come il management abbia confermato la guidance per il 2023 ad eccezione dell'utile netto, per il quale è stata rivista leggermente al rialzo a 1,14 miliardi dai precedenti 1,1.

La presentazione del piano strategico al 2027 ha influito anche sulle valutazioni su Snam di Barclays che mantenendo la raccomandazione overweight ha ridotto il prezzo obiettivo da 5,8 euro a 5,6, confermando anche le aspettative positive nel lungo termine. Le stime sull’utile per azione per il 2024 e il 2025 sono state ridotte a causa del maggiore indebitamento netto, causato da un’accelerazione sulla voce capex elevata a 11,5 miliardi nell'arco del piano, contro un precedente 10,5 miliardi. Per Deutsche Bank, che ha ridotto da 5,4 a 5,3 euro il prezzo obiettivo mantenendo la raccomandazione buy, l’aggiornamento del piano strategico è da ritenere “solido”, anche se leggermente deludente per quanto riguarda l'indicazione sul 2024.

Equita Sim su Snam ha raccomandazione hold e prezzo obiettivo a 5,4 euro mentre per Intesa Sanpaolo il prezzo obiettivo è 5 euro, da poco alzato dal precedente 4,9, restando posizionata su una raccomandazione hold, così sintetizzata: "Ribadiamo la nostra visione neutrale su Snam, in quanto vediamo un margine di rialzo limitato su base fondamentale, ma un solido sostegno dal driver del dividendo".

Sale la domanda di energia elettrica

In attesa di conoscere i risultati per l’intero 2023 di Terna, il mercato ha potuto prendere atto di una crescita in Italia del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2023 della domanda complessiva di elettricità nel mese di gennaio 2024, a 26,7 miliardi di kWh. Per quanto riguarda la valutazione del titolo in Borsa, nelle scorse settimane Barclays ha alzato da 7,6 a 8 euro il prezzo obiettivo mantenendo il giudizio a equal-weight. Gli analisti hanno incrementato le loro stime di utile per azione (Eps) sul gruppo, che sono state migliorate del 2% a 0,49 euro sul 2024 e del 7% a 0,47 euro sul 2025 alla luce di maggiori stime sui ricavi.  In una recente intervista l’amministratore delegato di Terna, Giuseppina di Foggia, ha spiegato che il decreto Energia ha introdotto un nuovo strumento per accelerare la costruzione delle energie rinnovabili e cioè un portale digitale per coordinare la programmazione degli impianti renewables, accumuli e infrastrutture fra i diversi enti pubblici (Regioni e ministeri) gestito dalla stessa Terna. Ha anche ricordato che una parte importante del nuovo piano industriale riguarderà la digitalizzazione, necessaria per prevenire rischi legati ad eventi climatici ed aumentare la resilienza della rete. Inoltre, il regolatore nazionale ha approvato una parte degli output based incentives per la trasmissione elettrica fino al 2027.

A fronte di queste prospettive gli analisti di Websim hanno commentato: “Considerando che dai soli incentivi MSD (mercato dei servizi di dispacciamento, ndr) Terna potrebbe ottenere oltre 800 milioni dei quali oltre 200 erano stati contabilizzati nel 2022 e stimiamo altri circa 300 saranno registrati nel 2023 (circa 400 milioni potrebbero essere contabilizzati dal 2024 in avanti). Riteniamo quindi che le nostre stime che includono 310 milioni di output based incentives nel 2023, che scendono a 250 nel 2024, 150 nel 2025 e circa 100 nel 2026 e 2027 siano visibili”. Gli analisti stimano un RAB cagr 2023-27 (Regulatory Asset Base, cioè il valore del capitale investito netto ai fini regolatori, calcolato sulla base delle regole definite dell'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente al fine della determinazione delle tariffe di riferimento) di Terna al 7, grazie a investimenti sostenuti a nord di 2 miliardi, ma una crescita a una cifra degli utili a causa di tassi di interesse più elevati e di minori output based incentives. Il dividendo per azione salirà fino a stabilizzarsi nei prossimi anni a un livello del 75-77% di payout degli utili.

Di recente, Equita Sim ha alzato da 8,1 a 8,4 euro il prezzo obiettivo su Terna confermando la raccomandazione hold. Il target price è stato alzato in virtù dell’effetto tassi. Anche Goldman Sachs ha alzato da 6,55 a 6,65 euro il prezzo obiettivo ma ha mantenuto la raccomandazione sell.

 

 

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Snam SpA4,31 EUR0,84Rating
Terna SpA7,47 EUR0,38

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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