Poste Italiane, trimestrale in arrivo ma gli investitori guardano al Capital market day

Se dalla imminente pubblicazione dei dati relativi agli ultimi tre mesi del 2023 non sono previste particolari sorprese, decisamente più alte sono le aspettative per il Capital market day del 20 marzo in cui verranno presentati i nuovi target finanziari di medio termine.

Fabrizio Guidoni 20/02/2024 | 10:47
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Cresce l'attesa del mercato per i prossimi appuntamenti istituzionali di Poste Italiane. Ma se dalla pubblicazione dei dati trimestrali relativi agli ultimi tre mesi del 2023 non sono previste particolari sorprese, decisamente più alte sono le aspettative degli investitori per il Capital market day della società fissato per il 20 marzo, in cui verranno presentati i nuovi target finanziari di medio termine. 

 

 

Le stime del mercato sull'ultimo trimestre 2023

A provare ad anticipare i dati trimestrali che saranno diffusi prima dell'apertura della seduta del 29 febbraio è Equita Sim, che sul titolo ha rating buy e prezzo obiettivo a 12 euro. Per il quarto trimestre del 2023, gli analisti stimano ricavi a 3,14 miliardi di euro, che vorrebbe dire un +3% sullo stesso periodo del 2022, con un Ebit di 502 milioni, in forte crescita del +56% a/a, e trend definiti “coerenti” con la guidance di un Ebit per l'intero 2023, atteso a 2,6 miliardi. A livello divisionale, le stime sono per la divisione Mail&Parcel ricavi a 985 milioni (-2% anno su anno), per Financial Services ricavi a 1,3 miliardi (+11%), per Insurance Services ricavi a 427 milioni, e per Payment/Mobile/Other una solida crescita a doppia cifra del business digital payments e ricavi complessivi a 406 milioni (+14%).

Cresce l'attesa per il piano strategico

Come accennato, il momento della verità per Poste non sarà tanto la trimestrale quanto il nuovo Piano Strategico che verrà presentato il prossimo 20 marzo. Gli esperti di Websim ricordano che secondo fonti di stampa Poste vorrebbe rendere il Private Banking un nuovo pilastro della crescita per i prossimi anni: al momento il gruppo può contare su oltre 8.200 dipendenti addetti alla vendita ai clienti di fondi, polizze vita, prodotti di risparmio postale e altri prodotti di investimento. L'obiettivo sarebbe quello di sviluppare i servizi di investimento per i clienti con un patrimonio superiore a 500mila euro, potendo anche sfruttare la propria presenza capillare in tutto il Paese per sviluppare questa divisione.

Lo Stato azionista sempre meno ingombrante

In attesa dei due appuntamenti con i dati trimestrali e con il Capital market day, il mercato resta sempre focalizzato per quanto riguarda Poste Italiane sul processo di privatizzazione da parte dello Stato italiano. Il Consiglio dei ministri ha appena approvato, in esame preliminare, un provvedimento che regolamenta la cessione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef nel capitale di Poste, tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico. A oggi il Mef ha in mano una quota del 29,26% di Poste, mentre Cdp ha una quota del 35%, per un totale controllo diretto e indiretto pari al 64,26%. Alcuni giorni fa, a proposito del tema delle privatizzazioni dello Stato, Silvia Rovere, presidente di Poste Italiane, a margine dell'evento WLeadership, ha commentato: "Qualunque cosa il nostro azionista dovesse decidere non vediamo nulla di diverso, nello status non cambierà nulla. Continuiamo a essere una società che guarda al mercato e a tutti gli stakeholder: che sono l'azionista pubblico, quelli privati, gli investitori istituzionali e le 150 mila persone fisiche già azioniste di Poste. Noi ci curiamo di tutti e facciamo gli interessi di tutti: siamo multi-stakeholder".

La crescente privatizzazione non è una sorpresa 

Per gli analisti di Intesa Sanpaolo, che sul titolo hanno raccomandazione buy e prezzo obiettivo a 11,1 euro, la vendita di una quota da parte dello Stato è una notizia attesa dal mercato come parte del piano del governo da 20 miliardi di euro di privatizzazioni. "Pur se una cessione di una quota potrebbe generare un certo overhang (eccesso, Ndr) sul titolo nel breve termine, l'aumento del flottante e il maggior peso di investitori istituzionali tra i soci potrebbero essere elementi positivi nel lungo termine", spiegano gli esperti.

Secondo gli analisti di Equita Sim, "le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell'azionariato diffuso e la stabilità dell'assetto proprietario. Secondo organi di stampa, l'operazione di privatizzazione, che avverrebbe tramite Opv (offerta pubblica di vendita), dovrebbe partire dopo la presentazione del piano del 20 marzo con un roadshow ad aprile e l'offerta vera e propria a maggio, che durerà un paio di settimane”. Anche per Banca Akros, che conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 12,5 euro, la notizia di alleggerimento della quota dello Stato in Poste è una notizia "neutrale" per il titolo, dal momento che il tema della privatizzazione di Poste è ben noto al mercato.

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Poste Italiane SpA11,80 EUR0,60

Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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