Cosa significa l'ETF spot su Bitcoin per gli investitori europei?

Monika Calay spiega perché l'approvazione dell'ETF spot sul Bitcoin è importante per gli investitori non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. L'analista mette in guardia dalla volatilità e dai rischi di questo strumento. 

Sunniva Kolostyak 11/01/2024 | 14:44
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Sunniva Kolostyak: Benvenuti a Morningstar. Ieri sera la SEC statunitense ha approvato 11 ETF spot sul Bitcoin: un momento importante per il settore delle criptovalute. Ma cosa significa questo per gli ETF? E cosa significa per gli investitori britannici ed europei? Con me oggi c'è Monica Calay, direttore della ricerca sulle strategie passive di Morningstar. Monica, grazie per essere qui. Come ho detto, si tratta di un momento importante, ma qual è la vera differenza tra questo nuovo ETF sul Bitcoin e i prodotti negoziati in borsa già esistenti nel settore delle criptovalute?

Monka Calay: Certo. La differenza principale tra un ETF spot e altri ETF sulle criptovalute sta nelle attività che detengono e nel modo in cui ne seguono il valore. Un ETF spot, come il recente ETF spot su Bitcoin, detiene principalmente la criptovaluta stessa (il Bitcoin) in modo fisico e il valore dell'ETF è direttamente legato al prezzo di mercato in tempo reale del Bitcoin. Quindi, quando si investe in un ETF spot, si possiede essenzialmente una quota della criptovaluta stessa e la sua performance rispecchia fedelmente il movimento del prezzo di quella criptovaluta, al netto delle commissioni e dei costi di negoziazione. Ma questo non è l'unico modo in cui gli investitori possono esporsi al mercato delle criptovalute. Ad esempio, alcuni ETF sulle criptovalute possono investire in prodotti correlati alle criptovalute come futures, contratti, opzioni o persino azioni di società legate al settore delle criptovalute. Rispetto a queste strutture, gli ETF spot su Bitcoin rappresentano un miglioramento immediato in termini di esposizione “pura” al Bitcoin.

Kolostyak: La storia recente è stata in gran parte di tipo normativo. Ora è stato approvato negli Stati Uniti, ma come si prospetta la situazione nel Regno Unito e, più in generale, in Europa? Pensi che le autorità di regolamentazione seguiranno questa strada?

Calay: L'Europa ha assunto un ruolo di primo piano nel mercato delle criptovalute in Paesi come la Svizzera, la Germania e la Francia, dove i quadri normativi hanno aperto la strada all'adozione delle criptovalute. L’anno scorso, abbiamo visto il debutto del primo ETF spot su Bitcoin, il Jacobi FT Wilshire Bitcoin ETF, che è quotato su Euronext Stock Exchange ad Amsterdam. Ma è importante sapere che gli approcci normativi possono variare nelle diverse regioni europee. Nel Regno Unito, ad esempio, la FCA ha implementato una normativa che classifica il Bitcoin e le altre criptovalute come restricted mass market investments. Queste norme includono restrizioni all'offerta retail di derivati o prodotti negoziati in Borsa legati a specifici crypto asset. Sebbene l'Europa stia facendo da apripista, la potenziale adozione di misure simili da parte del Regno Unito e di altri Paesi europei rimane un argomento da monitorare nel corso dell’anno.

Kolostyak: A chi si rivolgono realmente questi prodotti? E gli investitori in Europa che tipo di ETP dovrebbero cercare?

Calay: Gli investitori in ETP sulle criptovalute devono essere consapevoli che questi mercati o sono noti per la loro volatilità. La nostra ricerca ha dimostrato che gli ETP sulle crypto potrebbero non fornire protezione contro le flessioni dei mercati azionari e non sono una copertura affidabile contro l'inflazione. Come sempre, incoraggiamo i nostri clienti a esercitare la dovuta diligenza e a valutare attentamente l'idoneità degli ETP sulle criptovalute all'interno dei loro portafogli d'investimento; la cautela e la chiara comprensione dei rischi sono fondamentali.

Kolostyak: Grazie per la tua disponibilità oggi, Monika. Per Morningstar, sono Sunniva Kolostyak.

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