ETF su Bitcoin, la SEC e il mercato europeo: facciamo ordine

Negli Stati Uniti si attende l’autorizzazione per il primo ETF spot su Bitcoin come potenziale punto di svolta. In Europa verrà lanciato a breve, ma sarà riservato agli istituzionali e non sarà un prodotto UCITS, e comunque l’offerta di ETP è già molto ampia. 

Valerio Baselli 17/07/2023 | 12:04
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Diversi “giganti” del mondo dell’asset management (su tutti BlackRock, seguito poi da Invesco, Fidelity e WisdomTree) hanno recentemente richiesto l’approvazione della SEC (la Securities and Exchange Commission, l’equivalente della Consob in USA) per lanciare un ETF “spot” su Bitcoin.

Nel 2021, ProShares lanciò il primo ETF su Bitcoin negli Stati Uniti, ma non si trattava di un prodotto “spot” (cioè che investe direttamente in Bitcoin), bensì di una strategia future-based, una differenza sostanziale. Ne abbiamo parlato più approfonditamente qui.

Gli investitori americani aspettano da anni un ETF “spot” sulla principale criptovaluta, ma la SEC ha finora sempre negato l’autorizzazione. Il principale vantaggio di un tale prodotto sarebbe la possibilità di acquistare e vendere Bitcoin senza dover aprire un conto su una piattaforma di scambio di criptovalute. Data la situazione non proprio facile in cui si trovano molte di queste exchange, un ETF potrebbe ridurre l'esposizione degli investitori a frodi o azioni legali. Inoltre, risparmierebbe loro la fatica di creare un wallet separato per conservare i loro asset digitali, in modo da poter gestire la loro esposizione al Bitcoin insieme al resto del loro portafoglio finanziario.

“La SEC ha ripetutamente respinto tutti gli asset manager che hanno tentato di registrare ETF spot su Bitcoin”, spiega Madeline Hume, senior research analyst di Morningstar. “Mettendo da parte le ragioni economiche dietro il tentativo di entrare in un nuovo mercato, è importante ricordare che queste società hanno già avuto a che fare con la SEC per strumenti su criptovalute”, continua Hume. “BlackRock offre già un trust su Bitcoin e Fidelity ha presentato senza successo una petizione per un ETF nel 2021. Quindi, in un certo senso, queste nuove domande si basano su sforzi ed esperienze precedenti, esperienze che potrebbero aver dato lezioni su ciò che la SEC accetterà o meno”.

Eventi legati a ETF su Bitcoin negli USA

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Una partita tutta da giocare

E che cosa potrebbero aver imparato queste società? “La motivazione che ha spinto in passato la SEC a respingere Fidelity, Grayscale e altri è che nessuna delle proposte vantava un solido meccanismo di sorveglianza delle transazioni in Bitcoin, in modo da prevenire la manipolazione dei prezzi. Quindi: senza sorveglianza sul mercato a pronti, nessun ETF, o almeno così sembrava dire la SEC nel respingere le precedenti richieste. I gestori che cercavano di lanciare ETC spot che investissero in oro fisico hanno dovuto affrontare un processo altrettanto arduo nei primi anni 2000”, spiega l’analista di Morningstar.

Ma allora cosa è cambiato? La novità della proposta di BlackRock è che il listino su cui l’ETF verrebbe quotato, il Nasdaq, ha annunciato di voler perseguire due sistemi di sorveglianza: uno nel mercato dei futures, supervisionato dal CME, e un altro nel mercato spot, rappresentato da Coinbase.

“Coinbase può accedere a informazioni riservate sulle transazioni tra acquirenti e venditori di Bitcoin in un modo che una Borsa dei futures come il CME non potrebbe fare. Il Nasdaq ha un'esperienza di accordi sulla condivisione della sorveglianza che Coinbase non ha. Il risultato è un approccio di tipo conservativo e prudente: collegando il CME a Coinbase attraverso il Nasdaq, si pensa che possa essere più facile individuare le frodi rispetto a quanto una delle due partnership potrebbe fare da sola”, afferma Madeline Hume.

Tutto questo basterà? Hume si dice “non sicura che il coinvolgimento del Nasdaq sia sufficiente a convincere la SEC, visto che non è chiaro quanto siano alte le barriere del regolatore”. Ci sono poi questioni che riguardano la stessa Coinbase. La SEC ha già affermato che Coinbase non è sufficientemente regolamentata, citandola in giudizio lo scorso 6 giugno. Anche Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, esprime qualche remora: “I dubbi di molti investitori sono legati al quasi monopolio di Binance nella negoziazione di Bitcoin spot e future. Questo potrebbe spingere la SEC a respingere nuovamente le richieste degli asset manager”, dice.

Più ottimista, invece, Ophelia Snyder, presidente e co-fondatrice di 21Shares: “L’approvazione di un simile prodotto negli Stati Uniti significherebbe un ulteriore riconoscimento di questo mercato. Inoltre, ci aspetteremmo di vedere nuovi capitali entrare nel settore sulla scia delle approvazioni, man mano che l'accessibilità negli Stati Uniti migliorerà”.

“Ci sono stati un paio di cambiamenti sostanziali che si sono verificati nell'ultimo anno nel comparto degli asset digitali. I mercati sono maturati, ci sono nuovi dati che dimostrano l'efficienza di questi e sono stati sottoscritti nuovi accordi condivisi in materia di sorveglianza con numerose piattaforme di scambio della finanza tradizionale. La nostra opinione è che questi cambiamenti dovrebbero contribuire a rendere i regolatori più propensi ad accettare l'avanzamento delle richieste per nuovi prodotti su una tecnologia tanto innovativa. Siamo ottimisti”, afferma Snyder. A riprova di questo ottimismo, 21Shares ha lavorato per anni con ARK Invest alla creazione di un ETF spot su Bitcoin da lanciare negli USA – l’ARK 21Shares Bitcoin ETF – per cui è già stata presentata una domanda di approvazione lo scorso aprile.

Ora, se la petizione di BlackRock venisse approvata, si aprirebbero le porte a proposte simili da parte di altri gestori. Proposte che dovrebbero essere accolte, a parità di condizioni. “In caso di approvazione da parte della SEC, ci aspettiamo un Bitcoin salire ben al di sopra dei 32.000 dollari con un target di breve a 33.350. In caso contrario la caduta potrebbe essere rovinosa verso i 27 mila dollari”, afferma ancora Diodovich.

“L’innovazione portata dalla tecnologia blockchain continuerà a guidare il mercato degli asset digitali”, dice Snyder. “In tutto il mondo, stiamo assistendo a una crescente adozione istituzionale di risorse digitali che dovrebbero spingere quest’ultimo a maturare e consolidarsi sempre di più nei prossimi mesi e anni. L'innovazione e l'adozione sono gli elementi portanti del percorso delle criptovalute, indipendentemente da ciò che accadrà nel breve termine con un ETF statunitense”.

In Europa (per ora) non ci possono essere ETF UCITS su Bitcoin

Anche il mercato europeo dei “replicanti” su Bitcoin è in fermento. Nel mese di luglio, verrà quotato su Euronext Amsterdam il primo ETF europeo spot su Bitcoin: si tratta di un fondo offerto dalla società inglese Jacobi Asset Management, approvato nel 2021 dal regolatore finanziario del Baliato di Guernsey (Dipendenza della Corona costituita dall’isola di Guernsey e da altre più piccole, tutte situate nel Canale della Manica). Jacobi avrebbe voluto lanciarlo l’anno scorso, ma il collasso di Terra-Luna prima e il fallimento di FTX poi, convinsero l’asset manager ad aspettare tempistiche migliori.

Attualmente ci sono oltre 120 ETP domiciliati in Europa (Exchange traded product) su criptovalute. La maggior parte di questi strumenti non utilizzano contratti futures, ma dal punto di vista tecnico, per la regolamentazione UCITS, non sono ETF, bensì sono degli ETC o ETN (Exchange traded commodity o Exchange traded note). Si tratta di strumenti di debito di durata lunghissima o illimitata e che non pagano interessi, progettati per replicare la performance di un’attività sottostante, come le valute digitali.

Le differenze principali con gli ETF risiedono nel fatto che il patrimonio dell’ETP non è separato da quello dell’emittente (cosa che invece avviene con gli ETF) e nel trattamento fiscale (questi ETP sono tassati come le azioni ordinarie nella sezione redditi diversi, pertanto è possibile compensare plusvalenze e minusvalenze). Inoltre, gli aderenti di un ETF possiedono (seppur indirettamente) una quota degli asset sottostanti di un fondo, mentre gli investitori in ETN possiedono un titolo di debito, non le attività replicate.

Tuttavia, Ophelia Snyder di 21Shares (società specializzata in Europa per quanto riguarda gli ETP su criptovalute) spiega che tra questi ETF spot e gli ETP/ETN già disponibili “ci sono molte somiglianze”. Snyder afferma anche che l’ETF di Jacobi Asset Management “non dovrebbe essere un prodotto UCITS in quanto le criptovaluta non sono attualmente un asset idoneo per un fondo UCITS. Presenta dei punti in comune con i nostri ETP e con i prodotti proposti negli Stati Uniti, ma presenta anche alcune differenze fondamentali. Infatti, al contrario degli ETP e degli ETF statunitensi scambiati regolarmente, questo nuovo prodotto non sarà disponibile per gli investitori retail”.

Gli ETP/ETN, infatti, sono un’alternativa comune ai prodotti UCITS, quando questi replicano un singolo asset oppure hanno come sottostante un asset non idoneo a questa classificazione. “Ciò significa che non solo il mercato conosce e può valutare la struttura dell'ETP, ma può contare anche su trasparenza e prodotti di livello istituzionale, accessibili anche per i retail”, conclude Snyder.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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