Boomers e Gen Z divisi su ESG, ma uniti su educazione e fiducia

Rita Schirinzi ci presenta i risultati di un recente osservatorio a cura di Invesco e Doxa che ha messo a confronto quattro generazioni di investitori. La sostenibilità il punto più divisivo, mentre il ruolo del consulente finanziario è centrale per tutti.

Valerio Baselli 01/06/2023 | 09:39
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti, l’approccio agli investimenti non è uguale per tutti. Gli obiettivi finanziari di un pensionato non coincidono con quelli di un venticinquenne, perché non è lo stesso l’orizzonte temporale e nemmeno l’appetito al rischio. Considerazioni, queste, fondamentali per i professionisti del settore del risparmio gestito, in primis i consulenti finanziari.

Ne parliamo più approfonditamente oggi con Riti Schirinzi, responsabile marketing per Invesco in Italia.

Ecco, Invesco ha commissionato un’indagine condotta poi da Bva-Doxa proprio al fine di fare un confronto tra investitori appartenenti a generazioni diverse. Ci può spiegare, Rita, come mai avete voluto condurre questo studio e qual è stato il modus operandi?

Riti Schirinzi: Sono anni ormai che Invesco conduce analisi di mercato, volte a capire meglio quelli che sono i trend nel settore della consulenza finanziaria e anche guardando agli investitori finali, che sono i clienti dei consulenti finanziari. Quest’anno abbiamo condotto un’analisi veramente in grande profondità, su un campione di 800 italiani attraversando quattro diverse generazioni, partendo dai più giovani della Generazione Z fino ad arrivare ai Boomers, quindi ai più anziani, cercando di capire il loro atteggiamento nei confronti del risparmio e dell’investimento, sia nel presente, ma anche proiettandosi sul futuro, conducendoli verso quelli che secondo noi saranno i grandi temi che lo influenzeranno, quali l’intelligenza artificiale e la sostenibilità.

Baselli: Insomma, un’analisi molto corposa. In breve, quali sono le principali conclusioni dello studio?

Schirinzi: Un fattore che esce molto forte in tutte e quattro le generazioni è un enorme senso di incertezza, che probabilmente deriva dall’onda lunga della pandemia, dalla guerra, dall’inflazione, dall’instabilità dei mercati finanziari. Questa incertezza risulta poi una variabile costante anche quando i nostri intervistati guardano al futuro. Tutto ciò cosa genera, parallelamente? Un’enorme richiesta di fiducia. La fiducia è un qualcosa in cui la gente vuole tornare a credere, non soltanto quando si parla di rapporti personali, ma anche e soprattutto quando si parla di rapporti sociali e lavorativi, e anche questa è una costante di tutte e quattro le generazioni intervistate.   

Baselli: All’interno di questo sondaggio avete toccato anche il tema oramai ineluttabile della sostenibilità in ambito finanziario. Come hanno risposto le differenti generazioni da questo punto di vista?

Schirinzi: Ecco, sulla sostenibilità cominciamo a vedere delle grandi differenze. Per la parte più anziana del campione la sostenibilità non è così rilevante, molti hanno incominciato a chiedersi “ma io alla fine cosa guadagno in tutto questo?”, mentre diventa un fattore fondamentale e chiave per i giovani, soprattutto per i Millennials, per cui la sostenibilità è un valore irrinunciabile, insieme al rispetto della diversità. Per dare due numeri di riferimento, il 33% dei Millennials intervistati dichiara di investire o di voler investire in prodotti ESG, contro solo il 2% dei Boomers.

Baselli: Per chiudere, quali sono le conclusioni, gli insegnamenti, che l’industria dell’asset management, in primis i consulenti finanziari, dovrebbero trarre dalla vostra analisi?

Schirinzi: Ne riassumerei due molto importanti. Il primo è l’importanza del ruolo del consulente finanziario e il secondo è l’importanza dell’educazione finanziaria degli italiani. Il consulente finanziario è una figura fondamentale per tutte le generazioni, è una figura che è stata addirittura paragonata a un personal trainer finanziario, quindi qualcuno che ci è vicino tutti i giorni nel nostro percorso di vita, che ci segue cercando di migliorare da un lato le nostre competenze e al tempo stesso aiutandoci a prendere scelte di investimento consapevoli, serene e soprattutto basate su quella famosa fiducia di cui parlavo prima.

Il ruolo dell’educazione finanziaria è il secondo grande insegnamento, in un Paese che è altamente analfabeta da questo punto di vista. Anche qui il percorso che tocca tutte le generazioni è la ricerca di migliorare la propria preparazione finanziaria e una richiesta quasi gridata per ottenere informazioni dai media e dagli operatori del settore in maniera più chiara, più trasparente, semplice e diretta.

Baselli: Molto interessante. Grazie ancora a Riti Schirinzi. Per Morningstar, Valerio Baselli, alla prossima.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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