Credit Suisse: cosa cambia con l’aiuto della Swiss National Bank?

Gli analisti di Morningstar giudicano positiva l’iniezione di liquidità da parte della Banca centrale svizzera, ma non sufficiente a risolvere i problemi. Il rischio contagio in Europa, aggiungono, è scongiurato dal buono stato di salute del settore bancario della regione.

Francesco Lavecchia 16/03/2023 | 14:51
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credit suisse

Gli analisti di Morningstar giudicano la mossa della Swiss National Bank positiva, ma non risolutiva dei problemi di Credit Suisse: “L'iniezione di liquidità di 50 miliardi di franchi svizzeri annunciata questa mattina dalla banca centrale svizzera potrebbe far guadagnare a Credit Suisse del tempo prezioso per eseguire una ristrutturazione più radicale di quanto previsto in precedenza”, afferma Johann Scholtz, analista di Morningstar.

Le rassicurazioni da parte della banca svizzera sul portafoglio obbligazionario e su quello prestiti sono delle buone notizie che la aiuteranno a guadagnare fiducia nei confronti degli investitori, ma il problema, per gli analisti, è più strutturale: “La conferma da parte di Credit Suisse che il suo portafoglio obbligazionario di attività liquide di alta qualità è completamente coperto dal rischio di tasso di interesse dovrebbe ridurre le preoccupazioni circa le potenziali perdite mark-to-market delle obbligazioni detenute fino alla scadenza, e positiva è anche la notizia che il 90% del suo portafoglio prestiti è  costituito da prestiti garantiti. Tuttavia, resta un problema di redditività”, aggiunge Scholtz. “Il suo attuale piano di ristrutturazione è troppo complesso e non fornisce dettagli sufficienti sul futuro dell'attività di investment banking. Riteniamo, invece che sia necessaria una separazione più radicale di questo segmento dal resto del gruppo al fine di ripristinare la fiducia del mercato”.

C’è poi anche un problema di solidità patrimoniale. Nonostante la banca abbia un Common Equity Tier-One del 14,1%, gli analisti evidenziano come Credit Suisse necessiti comunque di capitale aggiuntivo per finanziare i costi di ristrutturazione legati alla chiusura di attività non redditizie. Ma la riluttanza della Banca nazionale saudita a fornire ulteriore capitale rende questa operazione più problematica.

Esite un rischio contagio?
Le forti vendite che hanno colpito i titoli del comparto bancario in Europa evidenziano che sul mercato c’è la forte preoccupazione di un possibile rischio contagio, ma Michael Field, European Market Strategist di Morningstar, non crede a questa tesi: “Riteniamo che il resto delle banche europee coperte dalla nostra analisi godano di buona salute, siano sufficientemente capitalizzate e non abbiano problemi sostanziali relativi alla qualità degli asset e per questo motivo non abbiamo modificato il nostro giudizio su nessuna di esse”.

La ragione di questa decisione sta nella particolarità del business di Credit Suisse: “La banca svizzera è composta da più segmenti, una banca svizzera al dettaglio, il business dell’asset management, quello del wealth management e la banca d'investimento. Solo quest’ultimo ramo non è profittevole ed è in difficoltà, mentre il resto dell’azienda è perfettamente in salute. La banca d'affari ha attraversato una tempesta perfetta di scandali, tra cui l'implosione del capitale di Archegos e la chiusura di fondi di investimento da 10 miliardi di dollari legati a Greensill. Tutto ciò si è accumulato nel tempo e ora rappresenta una minaccia per la stabilità della banca. Al contrario, non vediamo altre banche coperte dalla nostra analisi con gli stessi problemi strutturali”.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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