I private capital italiani scommettono sul turismo tricolore

La filiera del turismo in Italia è in una fase di grande trasformazione per diventare più sostenibile, a impatto zero e digitale.

Fabrizio Guidoni 17/01/2023 | 15:27
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Il nostro Paese vanta un patrimonio turistico unico in termini di località, prodotti, identità, culture e paesaggi. Un mix dall’alto potenziale di crescita e di ritorni per chi ci investe. Lo sa bene il mondo del private capital, che per sua natura vive al di fuori dei mercati quotati ma dentro l’economia reale e che nell’ultimo tempo sta puntando sempre più forte su questo settore, destinatario tra l’altro di importanti risorse marchiate Pnrr. L’interesse risulta vivace, in particolare, a livello di venture capital, con l’obiettivo di creare delle vere e proprie società leader nelle varie sfumature in cui si sviluppa il business del turismo.

Uno dei segnali più forti in questa direzione arriva da CDP Venture Capital, partecipata al 70% da CDP Equity, holding di partecipazioni del gruppo Cassa Depositi e Prestiti nata per dare slancio all’economia italiana. Insieme al Ministero del Turismo ha appena lanciato Argo, parte della Rete Nazionale Acceleratori CDP, acceleratore di startup nel turismo gestito da LVenture Group (holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana) e VeniSIA (l’ecosistema di innovazione sostenibile di Università Ca’ Foscari Venezia). L’iniziativa è supportata dai corporate partner Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center e Human Company mentre la Scuola Italiana di Ospitalità è partner tecnico.

Argo prevede una dotazione complessiva di diversi milioni di euro e selezionerà 10 startup, con soluzioni innovative nel campo del turismo, ogni anno per il prossimo triennio, finanziandole con un investimento pre-seed da parte di CDP Venture Capital e LVenture Group, oltre a un contributo a fondo perduto da parte del Ministero del Turismo.

L’impegno degli investitori istituzionali
Anna Roscio, executive director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, ha spiegato così il coinvolgimento del primo gruppo bancario italiano come sostenitore del progetto: “Il sostegno al programma Argo, che investe in soluzioni innovative in un comparto di primaria importanza come il turismo, si iscrive a pieno titolo nell’ambito della nostra ampia e strutturata attenzione agli Acceleratori volti allo sviluppo degli ambiti a maggior potenziale”. Da parte sua Luigi Capello, amministratore delegato di LVenture Group, ha invece tenuto a sottolineare: “Il nostro Paese ha una naturale vocazione turistica e un grandissimo potenziale ancora da esplorare. L’innovazione e le nuove tecnologie sono asset fondamentali per la crescita dell’industria del turismo, come ha dimostrato la ripresa post-pandemia. LVenture Group ha un track record significativo nel travel tech, dallo scale-up delle nostre partecipate fino all’exit: vogliamo mettere questo know-how a disposizione delle startup che selezioneremo con Argo”.

Un programma di accelerazione per il go-to-market
Il programma di accelerazione, della durata di cinque mesi, darà impulso alla crescita delle startup attraverso un percorso di formazione con esperti del settore, finalizzato a validare il prodotto e il modello di business per il go-to-market. Secondo Francesca Bria, presidente di CDP Venture Capital, la filiera del turismo in Italia è in una fase di grande trasformazione per diventare più sostenibile, a impatto zero e digitale. “Con un mercato digitale che ha sfiorato gli 11 miliardi di euro nel 2021 – ha dichiarato Bria -, è il settore in cui gli investimenti in venture capital sono cresciuti di più negli ultimi anni, anche grazie alla ripresa post-covid. Nel nostro Paese, il turismo vale il 13% del Pil, e accelerare l’innovazione sostenibile e digitale in questo settore ha un potenziale a forte impatto economico e occupazionale su tutto il territorio”.

L’importanza delle società digital nel turismo
Con delle potenzialità così grandi, non sorprendono le continue novità a livello corporate nel settore turismo. Tra le ultime, l’acquisto da parte di Manet Mobile Solutions – startup italiana che sviluppa soluzioni digitali nel settore del turismo e dei viaggi – della piattaforma Edgar Smart Concierge per consolidare la sua posizione di leader nell'hospitality technology. Manet Mobile Solutions è nata nel 2015 e ha ricevuto l’interesse da parte di capitali privati tramite il fondo d’investimento LVenture Group, del suo acceleratore LUISS EnLabs e del network di business angel ad essi collegato, portando la startup a raccogliere nel tempo oltre 2 milioni di euro di investimenti per lo sviluppo del prodotto e del business.

CDP Venture, motore per turismo ma anche enoturismo
Da parte sua CDP Venture è già protagonista da tempo come private capital del settore turismo. Tra i molti esempi rientra Florencetown, ora Towns of Italy, che con Arno Travel (propria divisione luxury) ha dato vita nel maggio scorso a To Italy Group insieme e ItalyXP con l'obiettivo di diventare il primo operatore di livello nazionale nel turismo esperienziale. Il progetto ha ricevuto un investimento iniziale fino a 5,5 milioni di euro da Cdp Venture Capital e Smp Holding, finalizzati soprattutto allo sviluppo nel sud Italia e nel travel tech. "I servizi di Florencetown nel tempo – ha raccontato Urbano Brini, co-founder di Florencetown - si sono estesi e migliorati, fino ad arrivare ad una ricchissima programmazione a Firenze, che va dai tour museali ai tour enogastronomici in Toscana, diventando un operatore leader nell'area per la produzione di esperienze".

Il grosso potenziale di crescita in Italia del business dell’enoturismo
Proprio l’enoturismo si sta candidando ad essere uno dei settori più promettenti del turismo in Italia. Il nostro Paese è infatti uno dei più grandi produttori di vino al mondo, ma le aziende vitivinicole italiane sono purtroppo ancora dei principianti nella relazione con il consumatore finale. Questo nasconde un grosso potenziale di crescita: colmare il divario in valore del mercato enoturistico rispetto alle principali mete internazionali, tra cui Francia e Spagna. Ma qualcosa si sta muovendo. Il crescente interesse turistico in Italia ha portato negli ultimi anni allo sviluppo di un’offerta capace di soddisfare le esigenze di un pubblico ampio e variegato, con spunti innovativi – quali, ad esempio, cantine in dimore storiche e in edifici contemporanei realizzate da architetti famosi, aziende di produzione con installazioni artistiche visitabili dal pubblico o con eventi musicali, letterali, teatrali,– riconosciuti come eccellenze di livello nazionale ed internazionale.

A dare un’idea delle potenzialità di ritorno degli investimenti nel settore dell’ecoturismo italiano sono i numeri diffusi nel Sesto Forum Mondiale dell’Enoturismo, che si è tenuto pochi mesi fa. L’enoturismo in Italia vale complessivamente 2,5 miliardi di euro l’anno e coinvolge circa 14 milioni di turisti, praticato da un italiano su quattro. Questo comparto rappresenta quindi un volano per lo sviluppo e la valorizzazione dei territori e dei borghi. Bisogna inoltre tenere conto che per le aziende vinicole gli enoturisti incidono in media per almeno il 27% del fatturato. Non a caso, più di 9 aziende su 10 offrono accoglienza enoturistica. Da non dimenticare, infine, che la spinta al settore è arrivata con il decreto ministeriale n. 2779 del 12 marzo 2019 in cui sono stati fissati i requisiti e gli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica. 

 

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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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