La ripartenza delle Ipo a Piazza Affari offrirà nuove opportunità per gli investitori

Dopo la frenata nel 2022, nel 2023 si potrà assistere a un ricco ritorno dei debutti alla Borsa Italiana. Plenitude, lusso e virtuosi degli Esg gli osservati speciali. Con un occhio anticipatore anche alle pmi coltivate da venture capitale e private equity.

Fabrizio Guidoni 10/01/2023 | 10:52
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piazza affari

Il 2022 è stato un anno relativamente povero come numero e "peso" di debutti di nuove società quotate a Piazza Affari, stando anche a quanto evidenziato dai numeri diffusi da Borsa Italiana. Ma attenzione, il 2023 è atteso come l'anno del riscatto delle Ipo (Initial pubblic offering) sul listino tricolore. A sostenerlo è il recente report EY Global Ipo Trends 2022. Si tratterebbe di una prospettiva che, se fosse confermata dai fatti, porterebbe nuove opportunità per chi investe in Borsa. 

Cosa possiamo aspettarci dal nuovo anno?
Secondo l'EY Global IPO Trends 2022 il nuovo anno sarà caratterizzato da una ripartenza del fenomeno Ipo nel mondo e in particolare a Piazza Affari. Certo, non sarà un trend di immediato sviluppo. Tutt'altro. Ma è molto probabile che col passare dei mesi diventerà sempre più intenso. Per gli esperti di EY il primo trimestre del 2023 sarà in effetti un periodo ancora abbastanza freddo di debutti sul listino italiano. Poi però il clima del mercato dovrebbe migliorare e creare le condizioni favorevoli affinché ci sia un rilancio nel secondo semestre.

Quali saranno i fattori che più di tutti creerebbero le condizioni adatte per un flusso deciso di nuove Ipo in Borsa? Gli esperti citano un'aspettativa positiva e una ripresa dei rendimenti dei mercati azionari, una riduzione dell'inflazione e la fine dei rialzi dei tassi d'interesse, l'allentamento delle tensioni geopolitiche e la diminuzione degli effetti della pandemia sull'economia globale.

In questo scenario, gli investitori tenderanno a concentrarsi maggiormente sui fondamentali delle società. Tra questi risultano in pole position fattori di solidità come la resilienza del business, la crescita dei ricavi realizzata, i livelli di redditività e di generazione di cassa. E non è tutto. Esisterà anche una sorta di premio Esg da parte degli investitori per i debutti più virtuosi in termini di fattori ambientali, sociali e di governance. Questo perché è sempre più evidente l'esistenza di una correlazione positiva tra l'andamento del prezzo delle azioni successivo al debutto in Borsa delle società e lo sviluppo delle loro strategie Esg. 

Da dove si riparte
La ripartenza degli sbarchi di nuove aziende in Piazza Affari è attesa dopo il netto rallentamento del 2022. I dati di Borsa Italiana fotografano infatti un anno, quello scorso, passato senza troppe emozioni sul fronte dei debutti sui listini italiani. Le Ipo si sono fermate a 29. E di queste, appena tre sul mercato principale Euronext Milan (Civitanavi, Generalfinance, De Nora) e 26 sull'Euronext Growth Milan (ex AIM Italia) il mercato dedicato alle pmi. Tanto per avere un confronto, nel 2021 le Ipo avevano toccato quota 49, livello record.

Ma il numero non è stato il solo segnale di evidente frenata dei debutti in Borsa. Nel 2022, le Ipo in Italia hanno coinvolto soprattutto società di medio-piccole dimensioni. Non per niente, il totale della raccolta nel 2022 non è andato oltre gli 1,45 miliardi di euro. Secondo un'analisi di Integrae Sim, la performance media registrata dalla data di Ipo sull'Egm è stata positiva, valutata sul 9% circa, coi picchi intorno al +200% per Pozzi Milano, +80% per Altea Green Power e +70% di Saccheria F.lli Franceschetti. 

Per qualcuno il debutto sarà big
Nell'attesa di conoscere mese dopo mese i nomi delle nuove debuttanti al ballo di Piazza Affari, qualche nome importante di Ipo in arrivo gira già da qualche tempo. Uno su tutti, Plenitude, come previsto dal piano della controllante Eni. Secondo le ultime notizie di stampa, il peso massimo dell'energia verde targato ancora totalmente Eni, e di recente cresciuto con l'acquisizione di Plt Energia, sta continuando a valutare differenti opzioni strategiche. Ma tutte prevederebbero alla fine la quotazione. E proprio tenuto conto anche di questo recente newsflow legato a Plenitude, gli analisti di Websim hanno assegnato ad Eni il giudizio Interessante, con target price a 16 euro.

Anche il settore del lusso appare pronto a sfilare in Piazza Affari nel 2023. Secondo alcuni osservatori, tra i candidati in corsa per una possibile quotazione ci sarebbe un nome di grande rilievo come il gruppo Prada, che è già quotata a Hong Kong dove capitalizza circa 14 miliardi di euro. La società starebbe valutando la doppia quotazione sul listino italiano. Altro nome che viene ultimamente citato come candidato alla quotazione è Only the Brave Group di Renzo Rosso, la società sotto cui sono inseriti marchi come Diesel, Maison Margiela e Marni. Ma anche qui i tempi potrebbero non essere brevi. 

La strada per le Ipo passa anche del venture capital e del private equity
Una delle strade possibili per investire su panieri di aziende che hanno una probabilità significativa di diventare una Ipo sul listino di Piazza Affari è passare da soluzioni di investimento di tipo venture capitale e private equity.

Come spiega Christian Munafo, advisor venture capital di GAM Investments: "le società finanziate da venture capital e ben capitalizzate, in mercati ampi, che offrono prodotti e soluzioni differenziati, che consentono maggiori efficienze, sono in grado di prosperare anche nei contesti più difficili. Per tali ragioni crediamo che sia sempre più importante per gli investitori sfruttare l’alpha potenziale che queste società possono generare prima dell’Ipo. Con la democratizzazione dei mercati privati, i consulenti finanziari e gli investitori individuali avranno probabilmente un ruolo importante per la crescita del settore venture capital".

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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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