Dividendi, il 2021 è stato un anno record?

I panieri dedicati ai titoli che staccano le cedole nel complesso si sono comportati bene, anche se hanno avuto periodi migliori. Le distribuzioni, invece, potrebbero essere da primato.

Marco Caprotti 18/01/2022 | 09:21
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binocolo

Il 2021 è stato un anno record per i dividendi? Di sicuro chi ha messo in portafoglio le aziende che staccano la cedola per cercare performance può fregarsi le mani. L’indice Morningstar Global Dividend Yield Focus l’anno scorso (in dollari) ha guadagnato il 16,8%, segnando il secondo miglior risultato (dopo il +20% del 2019) degli ultimi 10 anni (-1,5% nel 2020). Un andamento, quello del 2021, non molto distante dal +17,8% segnato dal paniere Global Markets (+16,7% l’anno precedente).

Indici Morningstar Global Dividend Yield Focus e Global Markets nel 2021
dividendi

Scomponendo il quadro a livello regionale la situazione diventa, inevitabilmente, più eterogenea. Il paniere che ha fatto meglio nel 2021 è quello Usa (+18%) e, in questo caso, si tratta del terzo miglior risultato dopo il 2013 (+27%) e il 2019 (+19%). Il basket relativo all’Europa, secondo in classifica l’anno scorso, ha guadagnato quasi il 14%. Anche qui la performance non è stata da record, considerando il +22,2% di due anni fa e il +21,6% del 2013.

Resta indietro il benchmark Asia che con il suo +8,25% ha fatto peggio sia dell’anno scorso (+9,3%) che del 2019 (+16,6%), del 2017 (+22%) e del 2012 (+14,8%). Sorprende negativamente l’indice relativo al Giappone (storicamente uno di quelli che si è spesso comportato meglio) che, l’anno scorso, ha segnato +0,4%.  Sicuramente, in termini di performance, si sono fatti notare i mercati emergenti globali (+11%) che, tuttavia, hanno avuto periodi migliori.

Andamento indici Morningstar Dividend Yield Focus regionali negli ultimi 10 anni
categorie a confronto

Distribuzioni da record?
Ma se il 2021 non è stato da record per quanto riguarda le performance, potrebbe esserlo stato dal punto di vista delle distribuzioni. E’ ancora presto per trarre delle conclusioni definitive, ma delle indicazioni, in base a quello che si è visto nel terzo trimestre dell’anno scorso, si possono ottenere.

Secondo i dati elaborati da Janus Henderson (JH) per il suo Global Dividend Index, nel periodo i dividendi a livello globale hanno registrato una crescita sottostante (tenendo cioè in considerazione elementi come i dividendi straordinari e i movimenti delle valute) record del 22%, raggiungendo il massimo storico di 403,5 miliardi di dollari (i dati relativi all’intero 2021 saranno pubblicati dopo metà febbraio). Soprattutto è stato un trimestre da primato per i dividendi straordinari, arrivati a 17,9 miliardi.

Tasso di crescita dei dividendi (sottostante) nel terzo trimestre 2021
dividendi
Fonte: Janus Henderson

“Rivediamo le nostre stime per il 2021 sulla scorta della crescita eccezionale del terzo trimestre e delle prospettive positive per l’ultimo quarter”, spiega lo studio di JH. “La crescita complessiva del 2021 sarà verosimilmente del 15,6%, con distribuzioni record per 1.460 miliardi. Secondo le nostre previsioni la crescita sottostante sarà del 13,6%”.

Secondo Janus, nel terzo trimestre e su scala globale, il 90% delle società ha incrementato i dividendi o li ha mantenuti stabili. “Si tratta di uno dei migliori risultati mai visti, che riflette il rapido processo di normalizzazione delle distribuzioni”, dice il report.

Le distribuzioni per regione
Come per gli indici, anche per le distribuzioni la situazione cambia da regione a regione.

I dividendi in nord America nel corso del 2020 hanno tenuto meglio rispetto a molte altre regioni mondiali, grazie alle norme meno restrittive, oltre al fatto che la riduzione o il blocco dei riacquisti di azioni proprie hanno consentito alle aziende di conservare la liquidità. “La crescita è stata comunque robusta rispetto a un anno normale e ha accelerato dal primo semestre dell’anno”, spiega il report. La crescita sottostante delle distribuzioni negli Stati Uniti è stata del 10,2%, attestandosi su un record per il terzo trimestre a 130,7 miliardi. Il 97% delle aziende statunitensi ha confermato o incrementato i dividendi su base annua.

In Europa (ex UK) la crescita sottostante è stata del 28,8%, dopo un secondo trimestre molto buono. “A causa della stagionalità delle distribuzioni, le società che pagano i dividendi nel periodo non sono comunque rappresentative dell’intera regione”, spiega il report. “Il 10% circa dei dividendi europei del 2021 è stato pagato tra luglio e settembre”. Tra le poche aziende che li hanno distribuiti, il 75% ha incrementato i dividendi o li ha mantenuti invariati.

Per quanto riguarda l’Italia, Eni ha riportato le cedole ai livelli pre-pandemia e ha più che triplicato le distribuzioni. “Va però precisato che il gruppo petrolifero è fra le pochissime aziende italiane che pagano i dividendi nel terzo trimestre”, dice il report.

Lo scenario è nel complesso positivo in Asia. Otto società su 10 hanno incrementato le distribuzioni o le hanno mantenute stabili. Il risultato è che la crescita sottostante, per la regione, è stata di oltre il 25%.

Per quanto riguarda i paesi emergenti, la principale stagione dei dividendi in Cina corrisponde al terzo trimestre. “Le distribuzioni in termini sottostanti sono salite del 15,7% a 32,6 miliardi di dollari”, dice il report. Le aziende cinesi sono dunque sulla buona strada per registrare dividendi record per il secondo anno consecutivo. Tutte le società brasiliane nel nostro indice hanno incrementato i dividendi, come hanno fatto anche nel secondo trimestre. In Russia, i tagli operati da Lukoil e Rosneft hanno controbilanciato gli aumenti delle società minerarie”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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