Il peso dei titoli FAANG sta svanendo

L’impatto delle società più capitalizzate del mondo sull’andamento generale dei listini è diminuito e questa potrebbe essere una buona notizia per gli investitori.

Lauren Solberg 09/12/2021 | 15:17
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FAANG

Mentre ci si dirige verso le ultime settimane del 2021, è emersa una tendenza importante nel mercato azionario: l’iper-concentrazione dei rendimenti che ha visto una manciata di titoli responsabili di gran parte dei guadagni dello scorso anno è svanita.

Certo, alcuni dei nomi più pesanti del mercato dominano ancora i rendimenti in una misura maggiore rispetto agli anni precedenti. È soprattutto il caso di Tesla, le cui oscillazioni selvagge determinano il destino dei fondi azionari statunitensi, in particolare quelli passivi, grazie al suo attuale status di quarta società più capitalizzata.

Nel 2020, la concentrazione dei rendimenti del mercato azionario ha raggiunto il suo picco durante l’ondata di volatilità indotta dalla pandemia. In compenso, nel 2021 la tendenza si è spostata verso una maggiore dispersione dei rendimenti. Per gli investitori, questa è una dinamica potenzialmente più sana, con meno rischi per i fondi indicizzati e più opportunità per gli stock-pickers.

L’anno scorso, i cinque titoli più grandi - Apple, Microsoft, Amazon.com, Meta Platforms (il fu una volta Facebook, Ndr) e Tesla - hanno contribuito al 37% dei rendimenti del mercato. Al contrario, quest’anno fino alla fine di novembre, i cinque maggiori titoli - lo stesso gruppo con l’eccezione di Alphabet al posto di Meta - hanno contribuito solo all’8% dei rendimenti del mercato. Questo si confronta con una media del 3% dal 2009 al 2019.

Prendendo in considerazione il famoso acronimo FAANG - Facebook (ora Meta), Apple, Amazon, Netflix, e Google (Alphabet) – questi titoli hanno contribuito complessivamente al 2,7% dei rendimenti nel 2021, dal 24% nel 2020.

“La riduzione della concentrazione delle performance è un bene per gli investitori e per la salute del mercato”, dice Dan Kemp, responsabile globale investimenti di Morningstar Investment Management. “I portafogli concentrati tendono a essere meno robusti di fronte a un cambiamento del contesto economico e hanno più possibilità di crollare in caso di venti contrari inaspettati a causa delle loro valutazioni elevate”.

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È naturale che ci siano gruppi di titoli che sovra o sottoperformano nei mercati. E quando uno di questi gruppi coinvolge le azioni più pesanti, questo può avere un impatto significativo perché le aziende più grandi costituiscono i pesi maggiori dei benchmark che sono ampiamente monitorati dai fondi gestiti attivamente e replicati da quelli passivi.

Per misurare quanto siano stati concentrati i rendimenti delle azioni, abbiamo calcolato l'impatto che i 10 titoli più grandi hanno avuto sull'indice Morningstar US Large-Mid, che traccia essenzialmente il 90% del mercato azionario americano. Abbiamo preso i 10 titoli più grandi alla fine di ogni anno a partire dal 2009 e, utilizzando la funzione equity attribution di Morningstar Direct, abbiamo escluso i loro rendimenti dalla performance dell'indice e confrontato questo numero con il rendimento di ogni anno.

Nella tabella seguente, la concentrazione dei rendimenti può essere vista attraverso il peso dei titoli più grandi. Per esempio, i tre titoli principali hanno rappresentato meno del 10% dei rendimenti nella maggior parte degli anni dal 2009, e spesso anche meno. Ma nel 2020, i tre maggiori titoli sono stati responsabili del 27% dei ritorni del mercato. Quella cifra è scesa al 2% quest’anno.

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È interessante notare che quando il mercato registra dei movimenti limitati, come il +0,92% del 2015, oppure quando è fondamentalmente piatto come nel 2011, i risultati possono essere distorti. La storia si è ripetuta anche nel 2018, anno in cui il mercato ha segnato una performance negativa ma ognuno dei 10 titoli più grandi è cresciuto. Quindi, per creare un punto di confronto più utile, escludiamo ora quei tre anni dalla nostra media a lungo termine.

Una volta fatto questo, nel complesso il quadro per il 2021 segna un cambiamento significativo dalla dinamica del 2020 ed è più vicino allo scenario a lungo termine.

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Se scendiamo nel dettaglio dei titoli sottostanti, scopriamo le radici di tale cambiamento. Nel 2020, Apple, con la massima ponderazione nell'indice al 6,12%, è salita dell'81,84%. Con un peso così alto nell'indice, questo significa che Apple da sola - su 699 titoli nell'indice Morningstar US Large-Mid - ha contribuito al 13% del guadagno dell'anno (+20,9%). Aggiungete Microsoft e Amazon, e più di un quarto del rendimento del 2020 è stato rappresentato solo da questi tre titoli.

Quest’anno, la concentrazione è meno pronunciata, anche se i primi cinque titoli stanno ancora fornendo contributi superiori alla media ai rendimenti del mercato. Microsoft, la più grande società nel 2021 con una ponderazione di mercato del 5,75%, da sola ha contribuito al 9% del rendimento dell’indice (+25,5% al 19 novembre). Apple, il secondo titolo più grande dell'indice, ha reso il 21,7% - un contributo del 4% al totale. Il terzo titolo più grande, Amazon, ha reso il 12,9% - contribuendo solo al 2% del totale.

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“Quest'anno abbiamo assistito a una correzione rispetto agli estremi del 2020”, afferma Russ Kinnel, direttore della manager research di Morningstar. “Con una ripresa, una sorprendente crescita economica e una bassa disoccupazione, il 2021 è stato un ottimo ambiente per i titoli value e in generale per tutto ciò che era stato ‘scaricato’ a causa del Covid”.

In compenso, Kinnel dice che queste tendenze hanno tolto un po’ di ossigeno ai FAANG e ad altri titoli legati al concetto di “lavoro da casa”, ma si è trattato in gran parte di una correzione attesa.

Durante la maggior parte dell'ultimo decennio, la proporzione dei rendimenti di mercato provenienti dalle più grandi aziende è aumentata costantemente. Nel 2017, i cinque titoli più grandi hanno contribuito al 9% dei rendimenti totali del mercato americano, rispetto al solo 6% del 2016. E nel 2019, le prime 10 partecipazioni hanno contribuito al 10% del rendimento annuale del mercato.

La concentrazione del mercato ha raggiunto un picco nel 2020, quando le prime cinque partecipazioni hanno contribuito da sole a quasi il 40% del rendimento annuale dell’indice Morningstar US Large-Mid. Quest'anno, i cinque titoli più grandi sono stati responsabili dell'8% del rendimento complessivo, mentre i 10 titoli più grandi hanno contribuito per un totale del 20%. 

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Kinnel, infine, sostiene che sia comunque prematuro ritenere “morto” il mercato dei FAANG, ma il relativo minor peso che i più grossi titoli stanno avendo quest’anno mostra che il mercato si sta comportando in modo abbastanza razionale, “anche se le meme stock e il successo delle criptovalute ci dicono che c’è ancora molto comportamento irrazionale in corso”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Alphabet Inc Class A158,26 USD1,27Rating
Amazon.com Inc179,54 USD1,30Rating
Apple Inc166,90 USD0,64Rating
Meta Platforms Inc Class A496,10 USD2,98Rating
Netflix Inc577,75 USD4,17Rating
Tesla Inc144,68 USD1,85Rating

Info autore

Lauren Solberg  è data journalist di Morningstar

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