Novità in arrivo per le categorie alternative

Francesco Paganelli spiega perché Morningstar abbia deciso di modificare le categorie riservate ai fondi alternativi e illustra quali sono le principali novità.

Valerio Baselli 05/05/2021 | 09:41
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi sono in compagnia di Francesco Paganelli, senior manager research analyst di Morningstar. Ciao Francesco.

Francesco Paganelli: Ciao Valerio.

Baselli: Allora, la novità è che Morningstar ha deciso di introdurre delle modifiche alle proprie categorie alternative. Innanzitutto, ci puoi spiegare il perché?

Paganelli: Certamente. A maggio riallineiamo le nostre categorie alternative per diversi motivi, diversi buoni motivi, aggiungerei. Il fatto è che, facendo un passo indietro per un momento, se guardi al mercato alternativo liquido nel suo insieme, direi che ci sono tre tendenze generali. La prima è che si tratta di un universo in evoluzione, piuttosto dinamico. Numero due, la distinzione tra alternativo e non alternativo è diventata più sfumata nel corso degli anni. E la terza è la globalizzazione delle offerte. Quindi, il mercato si evolve, si sovrappone e si globalizza.

Ora, permettimi di chiarire il primo punto. Il mondo dei fondi alternativi liquidi è cambiato in modo piuttosto significativo negli ultimi dieci anni e anche in modo turbolento, con molti nuovi fondi in arrivo sul mercato e molti comparti fusi o liquidati. Dopo tutto, questo è un segmento con una significativa innovazione di prodotto. D’altronde, la maggior parte dei fondi attuali è stata lanciata negli ultimi tre o cinque anni, il che è diverso, ad esempio, da quello che vediamo nell’azionario.

La seconda tendenza, che ho chiamato sovrapposizione, riguarda un altro concetto importante, un’altra domanda chiave, e cioè: cosa si intende quando si parla di fondi alternativi? Come si definisce un fondo alternativo? Molte persone associano i prodotti alternativi allo shorting e ai derivati. Ma da questo punto di vista, bisogna dire che abbiamo osservato una crescente sovrapposizione tra strategie alternative e non alternative e ciò per una serie di motivi. È un po’ come la differenza tra attivo e passivo, la linea tra le due è diventata meno netta oggi di quanto forse non fosse in passato.

Per quanto riguarda il terzo punto, la globalizzazione, in pratica significa che abbiamo sempre più famiglie di fondi che offrono la stessa strategia in diversi wrapper e in diversi domicili. E così, date queste tre tendenze, abbiamo colto l’opportunità per migliorare le nostre definizioni di categoria e la qualità dei dati, fornire una migliore definizione tra ciò che è alternativo e ciò che non lo è per noi e adottare un quadro globale che semplifica il confronto delle strategie tra le regioni.

Baselli: Certo. E alla luce di ciò, quali sono le modifiche principali che sono state introdotte? Cosa cambia?

Paganelli: Beh, in parte ho già anticipato alcuni cambiamenti, come il ridefinire quella che è una strategia alternativa, che per noi consiste nel fornire davvero un’esposizione differenziata rispetto ai cosiddetti fattori di rischio tradizionali come i tassi di interesse del credito o le azioni (espandendoli o diversificandoli). In altre parole, queste strategie devono fornire qualcosa di diverso da ciò che si ottiene con un fondo a reddito fisso o un fondo multi-asset. Ma più specificamente, una delle implicazioni è che spostiamo le nostre categorie di azioni long-short nell’asset class azionaria, e questo perché tali strategie sono in pratica prodotti long bias, correlati positivamente con il mercato azionario, e quindi dovrebbero essere pensati come modificatori dell’esposizione azionaria di un investitore piuttosto che reali diversificatori.

Quindi, il parametro con cui misurare la loro performance non dovrebbe essere inferiore a quello che usiamo per i fondi azionari long only attivi. In effetti, pensiamo che dovrebbe essere lo stesso, e cioè fornire risultati aggiustati per il rischio migliori rispetto al benchmark.

L’altro cambiamento è legato a quanto accennato prima sul fatto che avendo una definizione più rigorosa di cosa sono le strategie alternative, alcuni dei fondi che erano precedentemente classificati nella categoria multi-strategy, ad esempio, passeranno tra i bilanciati flessibili. Ciò avrà un impatto su alcune dozzine di fondi, alcuni dei quali sono piuttosto grandi e popolari, e questi fondi potrebbero ancora avere un’esposizione limitata a strategie alternative. Ma alla fine attingono ancora la maggior parte dei loro rendimenti e rischi da classi di attività tradizionali come azioni e obbligazioni e, pertanto, riteniamo che siano idonee per le nostre categorie multi-asset.

Baselli: Più concretamente, quale sarà l’impatto di questi cambiamenti? Cosa devono aspettarsi gli investitori?

Paganelli: Beh, speriamo che l’impatto finale sia un miglioramento per tutti gli utenti e gli investitori interessati a questo universo, senza dubbio complesso, poiché speriamo che questo quadro possa fornire loro un’utile bussola. In termini pratici, ovviamente, avremo gruppi di fondi più omogenei e robusti, un elemento che ci consentirà di calcolare una serie di metriche quantitative aggiuntive che abbiamo già nelle categorie convenzionali come medie di categoria, classifiche, lo Star Rating, eccetera. Oltre a ciò, a un livello più alto non faremo cambiamenti radicali.

L’impatto maggiore, infatti, sarà una riduzione del numero totale di fondi classificati nella categoria multi-strategy, anche se rimarrà comunque la più numerosa. Inoltre, rinomineremo alcune delle categorie e, come accennato, stiamo perfezionando le loro definizioni.

Baselli: Grazie davvero,Francesco. Per Morningstar, Valerio Baselli. Grazie per l’attenzione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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