Hanno ancora senso le strategie che si basano sulla caccia alle società che pagano dividendi? La domanda è pertinente considerando che, ad esempio, negli Stati Uniti (una delle regioni dove storicamente vengono distribuite le cedole più generose) fra fine febbraio e metà maggio circa 235 aziende sparse su 40 dei 69 settori in cui è divisa l’economia Usa hanno annunciato di aver tagliato o sospeso i dividendi e le operazioni di buyback. “Altri tagli sono probabili, specialmente se il rallentamento dell’economia sarà prolungato”, dice Alec Lucas, strategist di Morningstar. “Tuttavia per gli investitori che vanno alla ricerca di income, l’attrattiva degli strumenti che danno dividendo è forte”.
Nel grafico in basso sono stati messi a confronto lo yield a un anno previsto per l’S&P500 con quello del Treasury decennale alla fine di ogni mese tornando indietro fino a novembre 1999. Il differenziale a vantaggio delle azioni ha avuto un picco a marzo 2020, quando il rendimento previsto dell’S&P (2,49%) era 3,55 volte superiore a quello del Tbond. “Anche se nuovi tagli e sospensioni delle cedole riducessero il rendimento dell’equity, il potenziale di crescita di lungo termine dei dividendi e la possibilità di apprezzamento delle valutazioni di Borsa rendono le azioni una scelta vantaggiosa”, dice Lucas.
Rendimento S&P500 e Tbond a 10 anni a confronto
Fonte: Morningstar Direct e US Department of Treasury
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