La partita fra fondi passivi e attivi non è sempre a favore dei primi. Se è vero, infatti, che i costi bassi sono una variabile determinante nel successo in termini di rendimento di un fondo di investimento, ci sono alcuni casi in cui avere un gestore che materialmente decide cosa mettere e cosa togliere dal portafoglio paga di più.
“Le strategie passive stanno ottenendo il favore di un sempre maggior numero di investitori in tutto il mondo”, dice Thomas Lancereau, fund analyst di Morningstar. “Questo entusiasmo ha solide basi visti i meriti del segmento. Due su tutti: i bassi costi e la facilità nel seguire l’investimento. Tuttavia ci sono dei casi in cui gli strumenti attivi possono dire la loro”. Ad esempio nei periodi di forte volatilità quando le strategie costruite replicando gli indici sono più ingessate e tendono a soffrire di più.
E di volatilità il mercato, a causa dell’emergenza creata dalla pandemia di Coronavirus, in questi mesi ne ha vista parecchia. L’indice Vix, che registra le aspettative degli operatori sui movimenti in alto e in basso dell’indice S&P 500 e che viene considerato un termometro delle preoccupazioni degli operatori mondiali, da inizio anno (fino al 14 maggio e in dollari) è salito di oltre il 161%. Nel 2019 aveva segnato -50,9%.
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