Se gli investitori avevano reagito alla diffusione del Coronavirus con una certa lentezza in febbraio, il mercato dei fondi europei ha vissuto a marzo il peggior mese della storia in termini di raccolta (e non solo). Secondo le stime di Morningstar, i fondi a lungo termine domiciliati in Europa hanno subito deflussi record di 287 miliardi di euro (246 se non si contano i fondi monetari), un numero impressionante che fa impallidire anche il mese più buio della crisi finanziaria del 2007-09, l’ottobre del 2008, quando uscirono dall’industria europea del risparmio gestito 108 miliardi (monetari esclusi).
I comparti obbligazionari hanno lasciato per strada 140 miliardi di euro, un livello mai visto prima. A titolo di confronto, il precedente record mensile di deflussi (sempre ottobre 2008) è stato di 54 miliardi. I riscatti di marzo, comunque, sono stati speculari all’incredibile raccolta segnata dai prodotti a reddito fisso nell’era post-crisi finanziaria (in particolare nel 2019), quando è scattata una sorta di caccia apparentemente infinita allo yield, che ha quindi interessato i segmenti più rischiosi dell’universo bond. Il mese scorso, infatti, i deflussi più importanti sono stati segnati dai fondi obbligazionari globali flessibili, gli obbligazionari dei mercati emergenti e i corporate in euro.
I fondi azionari domiciliati in Europa hanno subito deflussi netti per 56 miliardi di euro, un altro record rispetto al minimo precedente di gennaio 2008, quando gli investitori ritirarono 46 miliardi. Gli azionari globali blend a grande capitalizzazione hanno pagato il prezzo maggiore dell’uscita, seguiti dai fondi azionari statunitensi blend a grande capitalizzazione e dagli emergenti globali.
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