I PIR sono orfani del loro impianto originale

Pochi capitali propri e scarsa governance, ecco i problemi delle PMI, spiega Fabrizio Pagani (Muzinich & Co.). L’accesso al mercato dei capitali può aiutare, ma gli strumenti attuali (Piani individuali di rispamio in primis) non sono sufficienti a coprire il loro bisogno di finanziamento. I nuovi fondi ELTIF potrebbero aiutare, ma chi ci investe deve essere pronto a rinunciare a qualche cosa. 

Valerio Baselli 27/11/2019 | 10:51
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Siamo alla Morningstar Investment Conference di Milano. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Fabrizio Pagani, capo economista e responsabile strategie di Muzinich. Grazie di essere qui.

Fabrizio Pagani: Buongiorno a voi.

Baselli: Dunque, oggi qui alla MIC lei affronterà il tema importante del finanziamento delle piccole e medie imprese. Sappiamo tutti quanto le PMI siano importanti per l’economia europea e italiana in particolare. Quali sono le principali problematiche che queste aziende affrontano nella ricerca del credito?

Pagani: Penso che stiamo assistendo a una rivoluzione, magari lenta ma copernicana, per quanto riguarda il finanziamento delle piccole e medie imprese. Le PMI, soprattutto quelle italiane, hanno mercati e prodotti. Hanno capacità di esportare e di innovare, soprattutto nella manifattura. Però hanno due debolezze: poco capitale, quindi pochi mezzi propri, e una scarsa governance. Io credo che attraverso il mercato dei capitali queste imprese possano affrontare queste due debolezze. Perché il mercato dei capitali fornisce risorse, e lo intendo nell’espressione più ampia (equity, debito, ecc.), e anche uno scrutinio da parte dell’investitore che pretende e che stimola una governance più trasparente e puntuta che aiuta la competitività della piccola e media impresa italiana.

Baselli: Uno strumento come i PIR (Piani individuali di risparmio, Ndr), nati proprio con lo scopo di creare un nuovo canale di finanziamento verso le piccole aziende, stanno vivendo un momento non facile dopo un buon inizio. Cosa dovrebbe cambiare per invertire la rotta, per far sì che una parte del risparmio degli italiani possa effettivamente aiutare lo sviluppo delle PMI?

Pagani: Sui PIR io tornerei all’impianto originario, che aveva avuto un grande successo, poi la norma è stata modificata ed è stato ingessato il meccanismo, il che ha poi portato come risultati gli scarsi flussi che abbiamo visto. I PIR però da soli non possono risolvere il problema del finanziamento delle PMI italiane, bisogna trovare altri canali che permettano di portare il risparmio delle famiglie verso le PMI.

Uno di questi potrebbe essere, uso il condizionale perché è uno strumento in applicazione, in divenire, l’ELTIF (European Long Term Investments Funds, Ndr), uno strumento regolato dall’Unione europea che permette in effetti al retail di investire in fondi illiquidi di finanziamento alle PMI, sia attraverso equity che debito.

Baselli: Per chiudere, invece, dal punto di vista dell’investitore, quanto sono potenzialmente rischiose queste allocazioni? Abbiamo ancora in testa il caso Bio-on, ad esempio.

Pagani: L’investitore, soprattutto il retail medio, deve fare molta attenzione, deve scegliere dei gestori accreditati, deve capire bene in che cosa investe, e in molti casi per investire in PMI deve rinunciare a qualcosa. Questo qualcosa è spesso la liquidità. L’investimento in società non quotate di taglia medio-piccola, prevede sostanzialmente che i soldi investiti siano immobilizzati per un certo numero di anni. Questo ha un costo da un lato, ma può dare dei rendimenti e delle soddisfazioni dall’altro.

Baselli: Grazie ancora a Fabrizio Pagani.

Pagani: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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