C’è tanta America nei portafogli degli italiani

Secondo uno studio di Banca d’Italia, su dati Morningstar, gli Stati Uniti sono il principale paese di destinazione degli investimenti in fondi esteri delle famiglie. Obbligazioni societarie e titoli di Wall Street sono i preferiti.

Sara Silano 21/11/2019 | 09:21
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Nei portafogli degli italiani c’è tanta America. Secondo uno studio di Banca d’Italia dal titolo Households’ investments in foreign mutual funds made transparent - Questioni di economia e finanza, curato da Massimo Coletta e Raffaele Santioni, il 25% degli investimenti in fondi esteri è allocato negli Stati Uniti, il più alto livello tra i 150 paesi in cui è distribuito il patrimonio. Il peso di Wall Street è cresciuto nel tempo in modo significativo: era del 12% nel 2008.

Il rapporto, che ha preso in considerazione gli ultimi nove anni (a fine 2017), rivela anche che in aggregato i paesi dell’area euro rappresentano in media il 47%, mentre l’Italia ha avuto nel periodo analizzato una quota piuttosto stabile intorno al 16%. Si tratta di una percentuale significativa, considerato che sono strumenti domiciliati fuori dal Belpaese e che sale ulteriormente se si guarda al portafoglio dei cosiddetti round-trip (prodotti proposti da gruppi italiani, ma stabiliti in altri stati, prevalentemente Lussemburgo e Irlanda). Nel complesso, nonostante figurino 150 paesi di destinazione, il 75% del patrimonio è concentrato nei principali 10 (vedi tabella).

Principali 20 paesi di destinazione degli investimenti in fondi esteri delle famiglie italiane

 Principali 20 paesi di destinazione degli investimenti in fondi esteri delle famiglie italiane

Fonte: Banca d’Italia. Elaborazione su dati Morningstar Direct.

Cosa c’è in portafoglio
Negli Stati Uniti, gli italiani investono soprattutto in obbligazioni societarie, seguono le azioni e, in misura minore, i titoli governativi. La composizione del portafoglio è cambiata nel tempo. Nel 2008, l’equity aveva un peso più significativo a discapito dei corporate bond. Guardando anche agli altri paesi di destinazione degli investimenti, si nota uno spostamento dal “pubblico” al “privato” nel reddito fisso. Non mancano, tuttavia, le eccezioni. In particolare, in Italia e Spagna i titoli del Tesoro continuano a rappresentare una porzione importante del totale. In Giappone, invece, prevale il segmento azionario.

Principali 10 paesi di destinazione degli investimenti in fondi esteri degli italiani per classi di attività finanziarie (valori in % nel 2008 e nel 2017)

 Principali 10 paesi di destinazione degli investimenti in fondi esteri degli italiani per classi di attività finanziarie (valori in % nel 2008 e nel 2017)

Fonte: Banca d’Italia. Elaborazione su dati Morningstar Direct.

Scelte prudenti
L’analisi di Banca d’Italia rivela come l’investimento in fondi esteri abbia permesso agli italiani di aumentare la diversificazione geografica e settoriale. Tuttavia, i portafogli restano improntati alla prudenza. La componente obbligazionaria supera quella azionaria, anche se è bene precisare che i risparmiatori si sono spostati tra il 2008 e il 2017 da titoli governativi a più basso rischio e dalle obbligazioni bancarie a strumenti corporate non finanziari, a causa dei bassi tassi di interesse e dei programmi di politica monetaria espansivi che hanno ridotto o addirittura reso negativi i rendimenti dei governativi. In ogni caso, nel 2017, il 30% del patrimonio totale destinato ai titoli di Stato era allocato in quelli italiani e il secondo principale Paese erano gli Stati Uniti. Altri dati confermano il ruolo centrale di questi ultimi: bond e azioni non finanziarie a stelle e strisce sono presenti nei portafogli in misura superiore a quelli di altri mercati, mentre l’equity finanziario è in linea.

Quando la casa madre è in Usa
Il ruolo centrale degli Stati Uniti nei portafogli dei fondi esteri non può essere solo spiegato dall’attrazione degli investitori per Wall Street. Secondo lo studio di Banca d’Italia, infatti, la presenza di molte società di gestione che hanno la loro casa madre oltreoceano potrebbe influire sulla distribuzione geografica. Si stima che dei 31 miliardi di euro che fanno capo a queste ultime, un terzo sia allocato negli Usa.

Il peso dell’America contribuisce a spiegare il basso profilo di rischio dei portafogli esteri degli italiani, essendo considerato un paese “sicuro”. I ricercatori Coletta e Santioni hanno calcolato che complessivamente i due terzi degli asset sono investiti in aree poco pericolose, mentre appena l’1% circa è in quelle più rischiose.

Per l'analisi è stata utilizzata la piattaforma Morningstar Direct. Scopri le sue funzionalità. 

Leggi lo studio completo di Banca d’Italia dal titolo Households’ investments in foreign mutual funds made transparent - Questioni di economia e finanza, curato da Massimo Coletta e Raffaele Santioni.

Leggi gli articoli della Settimana Speciale dedicata a Wall Street.

 

 

 

 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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