Terna TRN si prepara a diffondere i risultati del primo trimestre 2025 il prossimo 15 maggio, in un contesto di forte attenzione da parte degli investitori che mostrano di continuare ad apprezzare il settore utility europeo pur scosso dal caso del blackout in Spagna e Portogallo. Il titolo ha toccato il 30 aprile un massimo storico a 8,7920 euro, segnando il nuovo prezzo da record dalla quotazione del 23 giugno 2004. Da inizio anno le azioni hanno guadagnato il 13%, portando la capitalizzazione oltre i 17 miliardi di euro.
Terna: contesto ancora favorevole alle utility?
Il buon momento di Terna si inserisce in un trend positivo per l’intero settore delle utility europee. In aprile, l’indice settoriale europeo ha toccato i massimi da 16 anni, spinto da un movimento di rotazione difensiva innescato anche dalle tensioni commerciali e dai dazi annunciati dall’amministrazione statunitense. Morgan Stanley ha commentato che il settore continuerà a sovraperformare il mercato visto che potrebbe ancora beneficiare della ricerca di sicurezza da parte degli investitori in uno scenario macro incerto a livello internazionale, in particolare grazie alla prevedibilità dei flussi di cassa e alla natura regolata all’interno dei singoli Paesi europei del business.
Anche dal punto di vista del credito, il quadro è incoraggiante. Lo scorso 16 aprile S&P Global Ratings ha alzato il rating di lungo termine di Terna da ‘BBB+’ ad ‘A-’, portandolo un gradino sopra quello della Repubblica Italiana. L’outlook è stabile, e il rating di breve termine è stato confermato a ‘A-2’. La decisione segue il recente miglioramento del merito di credito dell’Italia da parte della stessa agenzia.
Le previsioni sugli utili del primo trimestre
Gli analisti di Equita SIM prevedono per Terna un primo trimestre in linea con le indicazioni del Piano Strategico 2024-2028. I ricavi attesi sono pari a 897 milioni di euro (+5% su base annua), grazie all’aumento della tariffa regolata 2025. Gli esperti ricordano che in questo primo trimestre 2025 non ci saranno i contributi da output-based incentives, che avevano portato circa 60 milioni di euro nel primo trimestre 2024. Tali incentivi dovrebbero avere un impatto maggiore nella seconda metà dell’anno.
A livello operativo, l’EBITDA è atteso a 641 milioni di euro (+2% a/a), con costi in moderato aumento. Il risultato netto stimato è di 266 milioni, sostanzialmente stabile. La posizione finanziaria netta rettificata dovrebbe attestarsi a -11,1 miliardi, invariata rispetto a fine 2024. Equita si aspetta la conferma della guidance per l’intero 2025, che prevede ricavi a 4,03 miliardi, EBITDA a 2,70 miliardi, utile netto a 1,08 miliardi e capex a 3,4 miliardi. Il giudizio sul titolo è posizionato su “Hold”, con target price a 9,30 euro.
Il nodo dei dividendi di Terna
Le valutazioni degli analisti sul titolo che guardano in un orizzonte che va oltre la trimestrale sono variegate. In scia ai rialzi dei prezzi già fatti degli ultimi mesi, il 6 maggio Intesa Sanpaolo ha abbassato il rating su Terna da “Neutral” a “Underperform”, pur alzando il prezzo obiettivo da 8,2 a 8,3 euro. Secondo la banca, il titolo sconta già pienamente i fondamentali, in un contesto di forte interesse per le infrastrutture elettriche ma con scarsi margini di upside. Gli analisti notano come l’impegno di Terna sulla crescita infrastrutturale, pur positivo per il lungo termine, lasci momentaneamente in sospeso la questione della remunerazione degli azionisti, mancando così di catalizzatori immediati per l’azione.
Nella valutazione su Terna rilasciata a fine marzo, Deutsche Bank aveva alzato il target price da 8,2 a 8,5 euro, mantenendo la raccomandazione “Hold”. Il piano industriale 2024-2028 diffuso dalla società il 25 marzo (seduta in cui il titolo ha chiuso a 8,0589 euro) era stato giudicato “solido” e le stime su utile e ricavi erano state riviste al rialzo rispettivamente del 3-4% e del 10% per il 2025.
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