La frontiera ora punta sulle difficoltà mondiali

Nelle ultime settimane i paesi non ancora emergenti hanno rallentato la corsa. Le politiche accomodanti delle Banche centrali e le tensioni sui dazi potrebbero dare una mano. Nel frattempo, c’è chi spinge sulle riforme.

Marco Caprotti 25/09/2019 | 15:13
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La frontiera scivola, ma sembra avere ottime ragioni per sperare di continuare la corsa che sta comunque vedendo da inizio anno. La categoria Morningstar nella quale sono raccolti i fondi che investono nell’azionario dei paesi non ancora emergenti, nell’ultimo mese (fino al 23 settembre e calcolata in euro) ha perso lo 0,18% portando a +8% la performance da inizio anno.

Andamento categoria Morningstar Global Frontier market
Frontiera graph

Dati in euro aggiornati al 23 settembre 2019
Fonte: Morningstar Direct

“I mercati di frontiera nel corso di quest’anno stanno godendo dei benefici di condizioni economiche interne favorevoli anche se, nell’ultimo periodo, hanno fatto i conti con un indebolimento della domanda dall’estero”, spiega un report di City of London IMC. Un fattore, il secondo, che ha a che fare soprattutto con il peggioramento della situazione congiunturale a livello globale. Il Fondo monetario internazionale, ad esempio, nel suo ultimo report ha portato le stime sull’andamento del Pil mondiale nel 2019 al 3,3% rispetto al 3,6% del 2018.

Arriva la spinta?
Ci sono però elementi che potrebbero dare una spinta. Uno è proprio legato al rallentamento globale. “Questo ha convinto le Banche centrali del G10 a diventare ancora più accomodanti con effetti che si faranno sentire anche sugli emerging e sulla frontiera”, spiega il report. “Politiche monetarie più morbide rendono gli investitori più propensi al rischio e danno maggiori capacità di rifinanziamento ai paesi frontier”.  

Un altro elemento di spinta potrebbe essere la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina che, secondo alcuni operatori, convincerà molte aziende a spostare le operazioni nei paesi non ancora emergenti.

Ci sono poi le riforme strutturali che, ad alcuni stati, potrebbero dare una sorta di vantaggio rispetto ad altri. “Ci sembrano interessanti quei paesi che cercano di portare avanti cambiamenti favorevoli ai mercati come sta facendo, ad esempio, il Marocco, rispetto ad altri che stanno fermi, come nel caso della Nigeria”, spiega lo studio. “La riforma del mercato del lavoro e le nuove politiche industriali introdotte, aumentano il potenziale di crescita dello stato nord-africano. La rielezione del presidente Muhammadu Buhari in Nigeria, invece, è un’arma a doppio taglio: da una parte assicura stabilità politica ma, dall’altra, rende difficile vedere delle riforme”.

Nella tabella in basso sono elencati (in ordine alfabetico) i fondi della categoria Morningstar Global Frontier market con la loro esposizione netta all’equity del Marocco e della Nigeria.

 Frontiera Marocco e Nigeria

Per altre analisi sui mercati di frontiera, guarda la sezione dedicata del sito Morningstar.it

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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