Depressione in vista per la Cina?

Il paese prova a mandare qualche segnale di recupero. Gli interventi della Banca centrale, tuttavia, non riescono a dare sufficiente slancio all’economia. Il debito, intanto, sale.

Marco Caprotti 13/08/2019 | 14:18
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Tempi bui per la Cina? La risposta dipende, in parte, da quali numeri si utilizzano per analizzare la prima economia emergente del mondo. Recentemente il Governo del paese asiatico ha comunicato i numeri sull’andamento del Pil nel secondo trimestre: +6,2% rispetto al +6,4% del quarter precedente. “Il nostro indice generale (creato utilizzando una serie di indicatori economici indipendenti. Pechino è famosa per la scarsa affidabilità dei dati macro che comunica, Ndr) è salito a +5,8% dopo aver viaggiato fra +5,4% e +5,6% nei trimestri precedenti”, spiega Preston Caldwell analista di Morningstar Research Services LLC nell’ultimo China Diagnostic, il report che ogni trimestre Morningstar dedica alla situazione del Paese del Drago. “La tempistica del rimbalzo ha una spiegazione semplice: a gennaio c’è stato un aumento nella concessione del credito. Quando si verificano fatti del genere ci vogliono da uno a due trimestri prima che gli effetti si facciano sentire sulla congiuntura”.

 

I numeri ufficiali e quelli elaborati da Morningstar a confronto
Pil Cina

 

Attenti al debito
Nel corso del secondo trimestre la Banca popolare cinese ha continuato a iniettare liquidità e ad attuare politiche tese a incoraggiare il finanziamento delle piccole e medie imprese. “L’impatto di queste misure, tuttavia, secondo noi è stato deludente. I nostri indicatori sui finanziamenti indicano un andamento piatto dopo che nel primo trimestre si era registrata una crescita dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, spiega l’analista. “I dati relativi al quarter appena chiuso sono in linea con le nostre previsioni che parlavano di manovre sufficienti a stabilizzare l’economia ma troppo deboli per portare a un pieno recupero della situazione congiunturale”.

 

Anche sul fronte delle famiglie la situazione è delicata. La crescita della concessione di credito ai privati nel secondo trimestre è stata dell’8% dopo il +8,3% fatto segnare nel periodo gennaio-marzo. “In particolare c’è stato un calo dei prestiti a breve termine”, dice l’analista. “Le banche sono diventate più prudenti con i privati, soprattutto a causa dei rischi legati alle carte di credito. Un fenomeno, quello dell’utilizzo delle credit card, che ha avuto una rapida espansione nel corso degli ultimi sei anni”.

 

Più in generale, la questione del debito in Cina andrà monitorata con attenzione. “Il rapporto fra deficit aziendale e Pil dovrebbe arrivare al 171% nel 2019”, dice l’analista. “Prevediamo anche un aumento del debito delle famiglie fino al 55% del Prodotto interno lordo. Il risultato sarà un rapporto debito/Pil generale per la Cina del 266% alla fine di quest’anno”.

Clicca qui per leggere un'analisi su alcuni titoli cinesi.

 

 

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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