Per gli Etf, gli high yield sono un terreno difficile

Nel segmento delle obbligazioni più rischiose, la gestione attiva può fare la differenza. Per gli indicizzati, il giudizio degli analisti di Morningstar non va oltre la Neutralità.

Sara Silano 05/02/2018 | 09:46
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Il mercato delle obbligazioni ad alto rendimento (e bassa qualità), i cosiddetti high yield, è un terreno difficile per gli Exchange traded fund, ossia i fondi passivi quotati in Borsa. La natura poco liquida di queste emissioni genera numerose sfide agli strumenti che si limitano a replicare un indice di riferimento, senza alcuna gestione attiva.

Secondo un’analisi di Morningstar, gli Etf specializzati sulle obbligazioni high yield hanno adempiuto al loro obiettivo di seguire fedelmente il benchmark, dando la possibilità agli investitori di entrare in questo segmento a costi molto bassi; tuttavia non sono riusciti a sovraperformare la media di categoria, all’interno della quale sono compresi i fondi attivi. In altre parole, spiegano Niels Faassen e Jose Garcia-Zarate, ricercatori di Morningstar specializzati in strategie passive, “in questo segmento del mercato dei bond, il valore delle informazioni e la possibilità di avere un mandato di gestione flessibile rispetto al benchmark rappresentano un chiaro vantaggio per creare valore per gli investitori”.

Analyst rating Neutrale
E’ questa la ragione per cui gli Etf obbligazionari high yield, sia in euro che in dollari, coperti dall’analisi qualitativa di Morningstar hanno un rating Neutral. Il giudizio viene assegnato agli strumenti (attivi e passivi) per i quali i ricercatori non prevedono sia possibile produrre ritorni decisamente superiori alla media, ma neppure significativamente inferiori.

Se osserviamo l’andamento dei due più grandi Etf europei di questo tipo, entrambi di iShares (gruppo BlackRock), ossia l’Euro high yield corporate bond e lo US high yield corporate bond, notiamo come si collochino nel terzo quartile delle rispettive categorie per rendimenti a uno, tre, e cinque anni. Le spese correnti, pari allo 0,5% annuo, sono decisamente competitive rispetto alle opzioni gestite attivamente.

Confronto tra ETF obbligazionari high yield

Un mercato poco liquido
Uno dei problemi principali con cui devono fare i conti gli operatori in obbligazioni high yield è l’illiquidità dei titoli. In alcuni casi, il tema è stato affrontato a livello di indici di riferimento, mettendo nel paniere solo le emissioni più liquide, il che facilita la replica, soprattutto quella fisica, e migliora le capacità di rimare fedeli al benchmark. Alcuni provider si sono anche spinti oltre, escludendo i segmenti più rischiosi, ma questo può ridurre la rappresentatività rispetto all’universo di riferimento.

Tuttavia, le sfide per gli Etf rimangono molte in questo segmento, lasciando spazio ai gestori attivi per creare valore a differenza di quanto accade nei settori più liquidi del mercato obbligazionario, come ad esempio quello dei titoli governativi. Questo non ha impedito ai fondi passivi high yield di farsi strada nell’industria degli investimenti. Secondo le stime Morningstar, hanno una quota di mercato del 15% nella categoria degli high yield in euro e dell’11% in quella in dollari.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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