Fidelity, l’opinione di Morningstar sulle fulcrum fee

L’introduzione della nuova struttura commissionale è potenzialmente positiva, ma bisogna attendere i dettagli dell’operazione per dire se è davvero nell’interesse degli investitori.

Sara Silano 18/10/2017 | 08:40
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Gli analisti di Morningstar definiscono “potenzialmente positiva” la decisione di Fidelity International di introdurre le cosiddette “fulcrum fee” (commissioni di gestione variabili), ma vogliono conoscere maggiori dettagli prima di esprimere un giudizio definitivo.

“Questa struttura commissionale può aiutare ad allineare gli interessi della società di gestione con quelli degli investitori”, spiega in una nota Jonathan Miller, direttore della Manager research di Morningstar nel Regno Unito. In pratica, i sottoscrittori di fondi vedranno scendere le commissioni di gestione in caso di sotto-performance e salire nel caso opposto. E’ un modello differente da quello delle commissioni di incentivo, che di fatto prevedono più alte fee se il fondo si comporta bene, senza penalizzarlo nel caso contrario.

“Sarà però importante vedere come verranno concretamente implementate per dire se saranno veramente uno strumento per allineare gli interessi di Fidelity con quelli degli investitori”, continua l’analista. Per il momento, i dettagli non sono ancora noti, in quando la società è in attesa dell’approvazione della sua proposta da parte dei consigli dei fondi interessati.

Cosa si sa
Quello che si sa è che all’inizio la nuova struttura sarà utilizzata solo per una nuova classe dei suoi comparti azionari (non per quelle già esistenti). Inoltre, la commissione-base sarà fissata a un livello in grado di più che compensare i costi della ricerca, che la casa di gestione sta pensando di addebitare ai sottoscrittori. Infine, i rendimenti saranno calcolati su periodi rolling di tre anni, rispetto a un indice di riferimento, al netto di tutti i costi.

…e cosa non si sa
Per il momento, invece, non sono note le commissione-base, gli indici di riferimento, il “guadagno” o la “penalizzazione” per ogni unità di sovra-sottoperformance, il tetto massimo di costo per l’investitore finale. “Si tratta di questioni fondamentali per esprimere una valutazione complessiva di questa proposta. In attesa di conoscere tali aspetti, l’Analyst rating rimane invariato, così come il giudizio sulla società (Parent pillar, che è attualmente positivo, Ndr)”, conclude Miller. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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