Quando il value ha un’altra faccia

I growth si sono trasformati e, in alcuni casi, sono stati in grado di diventare simili alle azioni di valore generando anche profitti mai visti prima. I prezzi in Borsa, intanto, sono rimasti interessanti. Un trend che sembra destinato a durare. 

Marco Caprotti 23/05/2017 | 12:33
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Non ci sono più i value di una volta. A partire dagli anni ’90 i rendimenti dei titoli delle società improntate al valore hanno viaggiato di pari passo con gli yield di quelli growth. “Negli utimi 10 anni, tuttavia, soprattutto negli Stati Uniti i primi hanno iniziato a perdere posizioni”, spiega John Rekenthaler, vice presidente della ricerca di Morningstar. Questo però non ha spinto gli investitori concentrati sui value a modificare i portafogli. “Chi cerca titoli di valore tende ad essere abitudinario”, dice Rekenthaler. “Continua a pensare che quello che è accaduto in passato si ripeta. Quelli specializzati sui growth, invece, amano l’imprevedibilità e sono disposti a rischiare per andare a caccia di aziende che possano ottenere quello che altre società non sono riuscite a raggiungere”.

Chi ha spinto i value
Il successo goduto in passato dal value investing poggiava su due pilastri. 1) In generale (ma con alcune eccezioni), le società più deboli non erano così male come sembravano e le valutazioni erano eccessivamente scontate. 2) Le società più forti non erano così in salute come apparivano. Però le vendite e profitti crescevano anche se non alla velocità che il prezzo dello loro azioni esprimeva. Il risultato è stato che le valutazioni dei titoli sono cresciute sempre di più diventando però meno interessanti. “Nel frattempo le azioni growth sono andate incontro a una trasformazione”, dice Rekenthaler. “Hanno potuto contare, ad esempio, su un periodo di tassi molto bassi che gli ha permesso di finanziarsi e rifinanziarsi a costi bassissimi. Gli investitori value, intanto, non si sono accorti che alcune aziende growth sono diventate molto solide e, volendo, potrebbero essere inserite nell’universo dei titoli di valore. Apple è il caso più eclatante, ma fra le società del settore tecnologico e di quello healthcare ci sono aziende che stanno registrando profitti che non hanno mai visto prima e che continuano ad avere valutazioni di Borsa ancora a sconto”.

Meglio cercare i value altrove
Tutto questo significa la fine dell’investimento value come viene tipicamente inteso? “Vista la situazione attuale i value investor faranno fatica a prosperare, almeno fino a quando i profitti delle società growth non inizieranno a diminuire. E all’orizzonte un’eventualità di questo tipo ancora non si vede”, risponde il ricercatore di Morningstar. “La ragione principale per cui l’investimento nei titoli value ha perso il suo appeal non è legato al fatto che gli operatori hanno iniziato a comportarsi in maniera diversa. Sono le società che sono differenti”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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