VIDEO: Gli emergenti non temono la Fed

Secondo Martin Dropkin (Fidelity) il rialzo dei tassi americani non avrà grosse conseguenze sui mercati in via di sviluppo. L’America Latina è attualmente la regione più interessante.

Valerio Baselli 23/11/2016 | 09:48
Facebook Twitter LinkedIn

 

Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e ho il piacere di trovarmi con Martin Dropkin, responsabile della ricerca sul credito di Fidelity International. Buongiorno Martin e grazie.

Martin Dropkin: Grazie dell’invito.

Baselli: Secondo i dati Morningstar, i fondi dedicati ai bond dei mercati emergenti globali hanno raccolto in Europa più di 8 miliardi di euro nel terzo trimestre, uno dei miglior risultati tra tutte le asset class. Qual è la tua opinione sulle obbligazioni emergenti e dove vedete le migliori opportunità?

Dropkin: Sì i flussi sono stati molto buoni nel corso degli ultimi mesi, per una serie di ragioni. Storicamente è una classe di attivi sottoinvestita, poi i fondamentali cominciano a dare segnali positivi, soprattutto in Brasile e Russia. Quindi, la ricerca di reddito da parte degli investitori, un’asset class sottovalutata e i fondamentali in miglioramento hanno spinto i flussi.

Per quanto riguarda le zone dove noi vediamo valore, siamo focalizzati sull’America Latina, più precisamente il Brasile è un’ottima opportunità, ma anche l’Argentina, che forse non è proprio il primo mercato in cima alle preferenze degli investitori, offre interessanti opportunità in questo momento, col nuovo governo che ha fissato obiettivi ambiziosi in termini di inflazione. Vediamo invece meno valore in Asia, dove i fondamentali restano comunque buoni.

Baselli: Sappiamo che nel contesto attuale, la ricerca di reddito porta gli investitori verso titoli che hanno rendimenti più elevati, ma che comportano anche maggiori rischi. Com’è possibile combinare rischio e rendimento nei mercati emergenti?

Dropkin: Credo ci siano due risposte. Innanzitutto, passando dalla selezione del credito. Tutto ruota intorno all’attività di ricerca e analisi per trovare le migliori idee d’investimento per i nostri fondi. Le seconda risposta riguarda il fatto di allontanarsi magari dal benchmark alla ricerca di rendimenti interessanti. Credo che questa sia la direzione da prendere.

Baselli: Infine, ti aspetti un rialzo dei tassi da parte della Fed già entro la fine dell'anno? E in questo caso quali saranno le principali conseguenze sui mercati emergenti?

Dropkin: Sì, ci aspettiamo in effetti un rialzo dei tassi a dicembre, poi vedremo cosa succederà nel 2017, probabilmente ci saranno un altro paio di rialzi. Credo che in generale i mercati emergenti abbiano già prezzato questa possibilità, quindi non vedo grossi problemi. Detto ciò, questo resta uno dei principali rischi per chi investe nei mercati emergenti, se i tassi salgono più rapidamente di quanto previsto dal mercato, anche se questa non è la nostra convinzione.

Baselli: Grazie Martin.

Dropkin: Grazie.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures