Minerari da scegliere con cura

Il comparto ha registrato un forte rally da inizio anno, ma le prospettive future non sono incoraggianti. Gli analisti consigliano di stare alla larga dalle commodity legate al manifatturiero e di guardare alle industrie del sale, del legno e dell’uranio.  

Francesco Lavecchia 11/10/2016 | 11:16
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Brutte notizie per il comparto materie prime: la corsa è finita. Da inizio anno l’indice Msci del settore ha guadagnato quasi il 14% (+9% nell’ultimo trimestre) e ora la media del rapporto Prezzo/Fair value dei titoli calcolata da Morningstar si aggira attorno a quota 1,20.

A frenare la crescita delle materie prime, in particolare di alluminio, ferro, acciaio e rame è, in primo luogo, il rallentamento dell’industria cinese. Il paese asiatico sta facendo mancare il necessario sostegno al lato della domanda alimentando il problema dell’eccesso di capacità produttiva e quindi deprimendo il prezzo di mercato delle commodity.

Tale tendenza non è destinata a spegnersi nei prossimi anni, con ovvie ripercussioni sulle valutazioni dei titoli del comparto. Ma sul mercato, dicono gli analisti di Morningstar, continuano a esserci occasioni di investimento, specialmente in alcuni segmenti del settore materie prime. 

L’uranio illumina Cameco
Le azioni della canadese Cameco hanno perso circa il 50% della loro capitalizzazione di mercato negli ultimi due anni in seguito alla cattiva intonazione delle commodity e ora sono scambiate a un tasso di sconto del 65% rispetto al fair value, pari 23 dollari (report pubblicato il 12 agosto 2016).

“L’ottimismo sul titolo è giustificato dalle nostre aspettative di crescita della domanda mondiale di uranio, che entro il 2025 dovrebbe registrare un aumento del 40% per effetto della decisione della Cina di quadruplicare la sua flotta di reattori nucleari e dell’apertura di nuove centrali in India, Corea del Sud e Russia”, dice David Wang, analista di Morningstar. “Nei prossimi cinque anni, questo dovrebbe spingere il fatturato del gruppo a crescere a un ritmo dell’8% e far lievitare il margine operativo dall’attuale 8% al 35% nel 2020”.

L’azienda nordamericana è una delle maggiori produttrici di uranio al mondo e gode di una posizione di vantaggio all’interno del settore per effetto dei suoi bassi costi di produzione. Questo le permette di continuare a essere profittevole anche in fasi di mercato, come quella attuale, caratterizzate da una forte contrazione del prezzo della commodity.

Compass spera nella neve
Compass Minerals International paga il clima mite degli ultimi due inverni negli Stati del Midwest degli Usa, che ha frenato la domanda di sale, e l’incapacità del mercato nel valutare l’abilità del gruppo nel controllare i costi operativi. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha ceduto il 9% e ora è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value pari a 0,82 (report pubblicato in data 26 luglio 2016).

Il Gruppo statunitense è proprietario della miniera di sale più grande del mondo, nello Stato dell’Ontario, e gode di un agevole accesso portuale che le permette di trasportare la sua merce a costi molto efficienti.  Compass ricava l’80% del suo fatturato dalla vendita di sale alle varie amministrazioni locali per sbrinare le strade dal ghiaccio, mentre il restante 20% arriva dalla produzione di solfato di potassio, utilizzato nell’agricoltura come fertilizzante. Compass Mineral gode di una posizione di vantaggio anche nel secondo segmento in cui è attiva, in quanto, grazie al favorevole posizionamento del suo centro estrattivo, riesce a produrre a costi più bassi rispetto ai competitor.  A questo, poi, si aggiunge la struttura oligopolistica di questo mercato che permette ai pochi operatori di mantenere un maggior potere contrattuale nei confronti dei clienti e quindi di ricavare margini di profitto discretamente alti.

L'immobiliare Usa spige Canfor
Canfor ha ceduto il 10% della sua capitalizzazione di mercato nell’ultimo mese e mezzo in seguito ai deludenti dati del mercato immobiliare americano. I numeri di agosto hanno certificato un calo del 5,8% dell’apertura di nuovi cantieri edili rispetto a luglio, ma secondo gli analisti di Morningstar si tratterebbe di una fase transitoria. “I risultati sono stati condizionati dalle avverse condizioni climatiche, specie nel Sud degli Stati Uniti. L’indice relativo alla fiducia dei costruttori edili, invece, è in crescita e questo dà sostegno alla nostra tesi”, dice Charles Gross.

“Il miglioramento del mercato del lavoro e il maggior accesso al credito dovrebbe favorire le compravendite di case. Inoltre, il recente andamento del prezzo delle azioni di Canfor sembra essere slegato dai fondamentali del settore, con il titolo che ha perso terreno nonostante l’aumento delle quotazioni del legno”. Canfor è uno dei maggiori produttori al mondo di legname, ma nonostante questo non riesce ad esercitare alcun potere contrattuale nei confronti dei clienti. Il prezzo, infatti, è dettato dalla domanda e in particolare dallo stato di salute del mercato immobiliare americano (anche se l’azienda ricava circa il 20% del suo fatturato dall’export in Cina).

Il titolo è scambiato ora a un tasso di sconto di circa il 40% rispetto al fair value che è pari a 25 dollari canadesi (report pubblicato il 20 settembre 2016).

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Cameco Corp48,68 USD2,94
Canfor Corp14,30 CAD0,63Rating
Compass Minerals International Inc13,21 USD-0,23Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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