Pioneer, giudizio neutrale dopo le mancate nozze

Salta l’accordo per l’integrazione con Santander AM. Ora il destino dell’asset manager è legato al piano di revisione strategica di Unicredit. Un’Ipo potrebbe porre troppa enfasi sui risultati di breve a discapito dell’interesse dei risparmiatori.

Sara Silano 28/07/2016 | 12:49
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Gli analisti di Morningstar confermano il rating Neutral per Pioneer Investments dopo l’annuncio che le nozze con Santander asset management (AM) non si faranno più. Che l’integrazione non fosse facile, era già emerso in una precedente nota del team di ricerca firmata da Francesco Paganelli e Javier Saenz De Cenzano (8 maggio 2015), nella quale si diceva che il processo sarebbe stato lungo e non semplice da gestire a causa di alcune “decisioni critiche” da prendere, tra cui la ridefinizione della gamma e l’assegnazione delle posizioni nel team di investimento e la presenza globale della nuova entità.

L’accordo preliminare annunciato ad aprile 2015 lasciava molti punti in sospeso; successivamente era stato siglata (11 novembre dello stesso anno) un’intesa vincolante, che ieri (mercoledì 27 luglio) Unicredit, insieme a Banco Santander e Sherbrooke Acquisition Corp, ha annunciato di terminare, “in assenza di una soluzione praticabile in tempi ragionevoli” per soddisfare i requisiti regolamentari necessari per completare l’operazione.

Quale futuro per Pioneer
“Il destino di Pioneer Investments è ora strettamente collegato a quello di Unicredit”, si legge nella nota di Paganelli del 27 luglio. Il gruppo bancario è stato sotto pressione nell’ultimo anno, che è stato difficile per il settore finanziario, in particolare in Italia, e il titolo ha perso oltre il 60% del suo valore. Recentemente c’è stato un cambio al vertice, con Jean Pierre Mustier che all’inizio di luglio è succeduto a Federico Ghizzoni (dimessosi a maggio) nella carica di amministratore delegato. Nei primi giorni del nuovo incarico, ha ceduto il 10% della partecipazione nel polacco Bank Pekao e in Fineco Bank, due asset ad alto tasso di crescita, per fare cassa e ha annunciato una più ampia revisione strategica. Pioneer Investments è ora parte di questo processo: saranno esplorate diverse possibilità, tra cui una Ipo, ossia un collocamento sul mercato. Ulteriori dettagli dovrebbero arrivare prima della fine dell’anno.

La squadra non cambia
“In questi mesi non abbiamo visto segni di instabilità nel team di Pioneer Investments che si possano ricollegare alle difficoltà del gruppo”, dice Paganelli. “E’ vero che a settembre ha lasciato Garrett Walsh, responsabile della ricerca sul credito, ma lo ha fatto per motivi personali. La società ha assunto analisti e specialisti sul credito e l’azionario Europa. Inoltre, ha continuato a lanciare nuove strategie, nonostante fosse in attesa dell’approvazione della fusione da parte delle autorità di vigilanza”.

Il giudizio Neutral di Morningstar tiene in considerazione aspetti positivi e negativi, oltre alla mancanza di visibilità sui piani di lungo termine. “Al momento ci sono molte opzioni aperte, ma non si vede una chiara direzione”, spiega Paganelli. “Il fallimento dell’integrazione con Santander AM e l’incertezza possono avere ripercussioni sulla stabilità del team di investimento, ma hanno escluso la possibilità di riallocazione delle risorse, fusioni di team e sovrapposizioni di gamma”. Gli analisti continueranno a monitorare la situazione e considerano potenzialmente critica un’Ipo perché potrebbe mettere pressioni sui risultati di breve termine e sull’aumento delle masse, due elementi che non sempre vanno di pari passo con l’allineamento con gli interessi dei sottoscrittori di fondi.

Leggi la nota completa di Francesco Paganelli, aggiornata al 27 luglio 2016.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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