I “veri” costi degli Strategic beta

Morningstar ha confrontato gli Etf di nuova generazione e quelli tradizionali. I primi sono mediamente più cari. Soprattutto nelle categorie dove i secondi hanno abbattuto le fee negli ultimi anni.

Sara Silano 29/02/2016 | 10:22
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Etf non fa sempre rima con poco costoso. Secondo una ricerca dal titolo Assessing the true cost of Strategic beta Etfs, condotta dal team di ricerca sui prodotti passivi di Morningstar, la nuova generazione di indicizzati è in media più cara dei “cugini” più tradizionali che replicano benchmark a capitalizzazione.

Lo studio analizza le commissioni, i costi di replica e di trading per 100 Strategic beta (che rappresentano il 52% dell’universo censito da Morningstar) e 77 Etf tradizionali, domiciliati in Europa e relativi agli indici più popolari. I primi, comunemente definiti smart beta, sono una tipologia di strumenti passivi che cercano di ottenere performance migliori o un diverso profilo di rischio rispetto ai benchmark a capitalizzazione. Negli ultimi anni, hanno registrato una crescita esplosiva e a fine dicembre erano 950 per un patrimonio di 478 miliardi di dollari a livello mondiale.

Spread di costi
L’analisi rivela che i costi possono essere anche tre volte superiori a quelli degli Etf tradizionali e le differenze maggiori sono nei segmenti dove questi ultimi hanno ridotto sensibilmente le commissioni negli ultimi anni. I più costosi, in termini relativi, sono gli Azionari Usa large cap value (con riferimento al paniere S&P 500 e gli indici smart a esso collegati): il Ter (Total expense ratio) medio dei prodotti di nuova generazione è dello 0,43% contro lo 0,14% dei tradizionali. Per contro, la fee media degli Strategic beta specializzati sui mercati emergenti è di poco più alta dei “cugini” (0,6 contro 0,53%).

Il valore medio, tuttavia, nasconde un’ampia varietà di prezzi, per cui c’è molta più dispersione rispetto agli Etf market-cap weighted. Inoltre, se si inserisce il fattore temporale, risulta che i costi sono scesi negli ultimi cinque anni dallo 0,53 allo 0,43%. Gli analisti di Morningstar si aspettano che il trend prosegua con l’aumentare della competizione e il raggiungimento di una fase di maturità del segmento. Tuttavia, c’è la convinzione che gli emittenti (di Etf e di indici) continueranno a giustificare le commissioni più elevate con un aumento nella complessità dei panieri.

ETF Strategi Beta, trend di crescita e dei costi
Costi di replica e trading
Oltre alle commissioni, altri costi degli Strategic beta sono mediamente superiori a quelle dei fondi passivi tradizionali. In particolare, il maggior turnover che caratterizza gli indici smart, si traduce in più alte spese di replica, nella forma di costi di transazione per gli Etf fisici e di swap per quelli sintetici. L’impatto è maggiore sui mercati meno liquidi o che prevedono tasse sulle transazioni (come ad esempio gli Stati Uniti).

Infine, tendono a essere più elevati anche i costi di trading di questi strumenti perché generalmente sono nuovi e acquistati da investitori (più che da speculatori) per cui i volumi sono contenuti e lo spread bid-ask è più ampio (differenza tra prezzo di acquisto e di vendita).

Consigli per l’uso
Quali regole devono dunque seguire gli investitori interessati agli Etf di nuova generazione? Innanzitutto è bene ricordare che le commissioni sono uno dei migliori fattori previsionali delle performance future di un fondo (minori esse sono e maggiori sono le probabilità di successo). In secondo luogo, i costi per costruire e mantenere gli indici smart beta non differiscono molto da quelli dei benchmark tradizionali. In terzo luogo, trattandosi di strumenti con una componente attiva, è bene avere una forte convinzione sulla strategia sottostante (e quindi comprenderla) e sulla sostenibilità di costi più alti nel lungo periodo.

Leggi lo studio di Morningstar Assessing the true cost of Strategic beta Etfs.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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