Occhio alla valuta del bond globale

La strategia utilizzata dal manager per gestire i rischi legati ai cambi è un elemento fondamentale nella scelta del prodotto obbligazionario che ha un orizzonte geografico mondiale. 

Karin Anderson 20/01/2016 | 09:59
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Performance di lungo periodo interessanti e diversificazione dai mercati obbligazionari locali, oltre che dai mercati azionari. Sono questi i punti di forza che hanno reso la categoria Morningstar degli obbligazionari internazionali, una di quelle con i tassi di  crescita più alti. Grazie alla varietà di approcci che adottano i singoli strumenti (coperti da rischio di cambio, non coperti, settoriali, multisettoriali), è possibile decidere quale tipo di esposizione al rischio ottenere.

In generale ha più senso guardare alla categoria dal punto di vista delle valute, piuttosto che concentrarsi su elementi come il merito di credito, le caratteristiche della regione in cui si trova l’emittente o il settore in cui lavora. I movimenti delle divise, infatti, hanno un impatto profondo sui profili di rischio e rendimento di questi strumenti. I fondi obbligazionari globali tendono ad utilizzare uno di questi approcci: non coperto dal rischio di cambio (unhedged), coperto dal rischio di cambio (hedged), coperto tatticamente (tactically hedged).

Non coperti
Chi utilizza questa strategia sa di andare incontro ai rischi associati ai violenti movimenti delle valute. La maggior parte del debito contenuto in questo tipo di portafogli è di tipo governativo, ma non mancano obbligazioni corporate o di bond inflation linked. Questo porta ad avere nei fondi una gran varietà di rischio di credito. A causa della diversità degli stili usati dai singoli gestori, i benchmark di riferimento possono essere differenti rispetto al classico Barclays Global Aggregate.

Coperti
Utilizzano un mix abbastanza equilibrato di obbligazioni governative e societarie e tendono a evitare bond ad alto rendimento (i più rischiosi sotto il profilo del merito di credito). Il vantaggio di questo approccio è che permette agli investitori di aggirare i rischi legati ai movimenti valutari.

Tatticamente coperti
I money manager che utilizzano questa strategia gestiscono attivamente l’esposizione valutaria attraverso l’aiuto di strumenti derivati come, ad esempio, i future. Alcuni li usano per fare piccoli aggiustamenti. Altri invece li utilizzano come veri e propri strumenti per generare rendimenti aggiuntivi. In quest’ultimo caso i gestori possono anche decidere di detenere posizioni short su determinate valute. Praticamente tutti gli strumenti di questa categoria hanno in pancia un cocktail di debito governativo e corporate.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Karin Anderson  Karin Anderson is a senior mutual fund analyst with Morningstar.

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