Mentre alcuni telespettatori in Italia stanno spostando il divano davanti al computer per assistere alle prime trasmissioni di Netflix nella Penisola, il numero uno dello streaming di film e spettacoli, delude gli azionisti. E, nonostante la discesa del titolo, non riesce a trasformarsi in una opportunità di acquisto. Gli analisti di Morningstar ritengono che la società abbia un vantaggio competitivo medio. Per questo – e per il fatto che il titolo tratta a 50 volte gli utili per azione attesi nel 2019 - hanno mantenuto il fair value del titolo Usa fermo a 69 dollari (il rating è di due stelle).
I numeri
Il bilancio trimestrale di Netflix ha visto profitti dimezzati a 29,4 milioni di dollari in presenza di costi in aumento per l'espansione internazionale e i contenuti. Gli utili sono stati di sette centesimi per azione rispetto agli otto stimati dagli analisti. Le entrate sono lievitate del 23% a 1,74 miliardi, a loro volta leggermente inferiori ad attese di 1,75 miliardi. Per ovviare ai nuovi costi la società ha da poco alzato di un dollaro il prezzo del servizio di base negli Usa, a 9,99 dollari al mese. Gli abbonati negli Stati Uniti sono aumentati di 880 mila unità nel trimestre, meno degli 1,15 milioni pronosticati a luglio. Il numero totale di nuovi abbonati ha tuttavia battuto le previsioni, 3,62 milioni contro 3,55, grazie all'espansione all'estero dove la società ha aggiunto 2,74 milioni di utenti contro i 2,4 milioni attesi. Il totale degli abbonati su scala mondiale a fine settembre era di 69,17 milioni. Le attività internazionali hanno però più che raddoppiato le perdite, arrivate a 68 milioni.
L’espansione internazionale
Per espandere ulteriormente le sue operazioni all’estero, Netflix ha annunciato che il prossimo anno probabilmente si rivolgerà al mercato obbligazionario. Una strategia che potrebbe seguire anche negli esercizi seguenti. Nel frattempo il gruppo sta lavorando sul fronte della programmazione partendo dai programmi di maggior successo (come ad esempio House of Cards) attorno ai quali costruire prodotti più di nicchia. “Ci attendiamo che il gruppo investa principalmente in tre categorie di contenuti: i programmi per bambini, i film e le fiction”, spiega Neil Macker, analista di Morningstar. “I suoi contenuti saranno disponibili a livello mondiale, ma ci attendiamo che vengano realizzati prodotti per specifici mercati, soprattutto quando Netflix sbarcherà in Asia all’inizio del 2016”.
Il management si è detto sicuro che la società terminerà la sua campagna internazionale alla fine dell’anno prossimo. “In realtà noi siamo convinti che entro quel periodo si saranno stabiliti in molti mercati”, spiega Macker. “Tuttavia potrebbero esserci dei ritardi nei paesi con forti barriere regolamentari come, ad esempio, la Cina”.
Punti di forza
-Il gran numero di abbonati dà un forte potere contrattuale alla società quando decide di acquistare i contenuti all’esterno.
-La lentezza con cui i canali Tv tradizionali si stanno adattando alle trasmissioni via Internet dà alla società ampi margini di vantaggio per poter crescere ulteriormente sul web.
Punti di debolezza
-L’espansione nei mercati internazionali è ancora un elemento di scarsa profittabilità. Per vedere dei miglioramenti a questa voce ci vorranno almeno altri cinque anni.
-Netflix, a causa della concorrenza di Amazon e Hulu, potrebbe trovarsi nella situazione di pagare di più per ottenere determinati contenuti. L’arrivo sul mercato di nuovi concorrenti potrebbe far lievitare ulteriormente queste spese.
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