- A partire dall’inizio dell’anno, le utility statunitensi hanno perso il 9% e hanno sottoperformato rispetto all’indice S&P500 di 12 punti percentuali, facendo registrare il peggior risultato dalla crisi del mercato nel 2008 – 09.
- Dopo che, alla fine di gennaio, le valutazioni di Morningstar sulle utility hanno fatto toccare il punto più alto di sempre, il settore ora tratta vicino al fair value. Alcune utility vengono negoziate anche ad un leggero sconto rispetto alla valutazione complessiva di mercato fatta da Morningstar.
- Al di fuori dell’eurozona, gli elementi base delle utility rimangono forti, con payout ratio (rapporto tra gli utili distribuiti e gli utili conseguiti) moderati, bilanci solidi e un gran numero di opportunità di titoli growth di alta qualità.
- Il dividend yield medio delle utility a metà giugno (3,6%), è ancora storicamente interessante se confrontato con il rendimento a 10 anni dei titoli di stato statunitensi, anche dopo il recente sell-off obbligazionario. Lo spread tra i tassi di interesse ed il dividend yield delle utility si è avvicinato ai 110 punti base.
L’indebolimento del settore cominciato a gennaio, ha creato delle opportunità attese da molto tempo dagli investitori. Molte utility di alta qualità, con una lunga storia di dividendi in aumento, bilanci solidi e interessanti prospettive di crescita, sono ora negoziate a prezzi che rappresentano delle buone opportunità di acquisto in confronto alle stime di fair value di Morningstar.
L’ultimo anno in cui il settore delle utility è risultato essere così conveniente è stato la fine del 2013 quando, per un breve periodo, ha negoziato al di sotto del fair value. Prima del 2013, le ultime volte del segmento al di sotto del fair value sono da ricondurre a metà del 2010. A partire dal picco toccato nel gennaio di quest’anno, la caduta delle utility è stata rovinosa e molto rapida. Il crollo del 12% subito dal settore nel periodo tra gennaio e l’inizio di giugno rappresenta di fatto il peggior risultato a partire dalla crisi del mercato nel 2008 – 09.
Le utility che negoziano con un forte sconto non sono molte, ma gli investitori alla ricerca di rendimenti intorno all’8% - 10% con prospettive di lungo termine ora hanno qualche opzione di altà qualità. Compagnie storiche come Southern Company, Duke Energy, American Electric Power e Ppl negoziano infatti al di sotto del fair value e presentano rendimenti del 4% o superiori. Circa il 20% delle utility analizzate da Morningstar nel report di settore ha un rating di quattro o cinque stelle.
I fondamentali delle utility statunitensi rimangono forti. Prevediamo una crescita media dei dividendi pari al 5% nei prossimi tre anni, con alcune utility come Edison International, ITC Holdings, NextEra Energy e Dominion Resources che si spingeranno ben oltre questo valore. Il rinnovamento delle infrastrutture e gli sforzi per massimizzare il valore delle forniture di gas naturale a basso costo risultano essere fonti di sostegno per tale crescita. Un forte innalzamento dei tassi di interesse potrebbe però bloccarla, rendendo più cari i finanziamenti. Nonostante ciò, molti di questi progetti possono contare su un supporto governativo e su finanziamenti sicuri.
Attualmente stiamo mantenendo gli occhi aperti sui mercati energetici della zona orientale degli Stati Uniti, dove operano operatori di punta come NRG Energy, Calpine ed Exelon. Nel 2015, in corrispondenza della diminuzione dei prezzi del gas da un lato e della sempre più stringente morsa delle regolamentazioni sulle emissioni dall’altro, la lunga ondata di dismissioni degli impianti a carbone ha subito una forte accelerata. Il 10 giugno i governi hanno approvato il programma sulle prestazioni degli operatori dell’area medio atlantica finalizzato ad incoraggiare l’affidabilità dei processi di produzione di energia. NRG Energy, Calpiune ed Exelon dovrebbero tutte trarre beneficio da acquisti che premieranno l’affidabilità e le produzioni a basse emissioni come gas, nucleare ed energia rinnovabile.
Le utility europee continuano a ricercare modi per districarsi attraverso mercati energetici persistentemente deboli e una rigida supervisione dei governi. Recentemente, al fine di velocizzare i loro programmi ambientali, i politici europei hanno richiamato l’attenzione sui processi di dismissione degli impianti a carbone. Ciò ha rimesso le utility tedesche E-On e RWE sotto i riflettori. Le loro centrali nucleari sono già state pensionate dai politici tedeschi e i loro impianti di gas stanno perdendo denaro. Chiudere gli impianti a carbone demolirebbe la loro fonte di profitto. Il mercato sta vivendo un momento difficile, ma pensiamo che il buonsenso possa prevalere. Per gli investitori europei avversi al rischio continuiamo a pensare che Electricité de France offra la miglior combinazione tra valutazione, rendimento e stabilità dei dividendi, con una modesta crescita nell’arco dei prossimi tre-cinque anni.
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