Il riacquisto di azioni proprie è stato un tema comune negli ultimi bilanci trimestrali delle aziende del settore retail. In quest’ottica Target e Advance Auto Parts (AAP) sono due società che anche gli investitori in obbligazioni dovrebbero tenere d’occhio. La prima ha ricominciato le operazioni di buyback che aveva interrotto nel secondo trimestre del 2013 grazie a una riduzione del debito che ora è poco più del doppio degli utili. La società nel primo trimestre di quest’anno ha riacquistato azioni proprie per 477 milioni di dollari. Una cifra che ha potuto permettersi di spendere grazie a flussi di cassa per 1,2 miliardi. Nel resto dell’anno ha intenzione di spendere altri 2 miliardi nello stesso modo. AAP ha annunciato che farà un’operazione del genere una volta che avrà ridotto i debiti. Questa voce è cresciuta nel 2014 a causa dell’acquisizione di General Parts. Considerando che il leverage dovrebbe essere pari a 2,6 volte gli utili entro la fine dell’anno, l’attività di buy back potrebbe ripartire già a dicembre 2015.
Maggiore prudenza è richiesta per quanto riguarda Gap, un altro retailer che ha intenzione di fare acquisti di azioni proprie. Il management della società ha annunciato con orgoglio al mercato che è in grado di spendere fino a 330 milioni. Ma alla luce di flussi di cassa di 61 milioni, dell’alto livello di indebitamento e dei deboli risultati attesi, secondo noi si tratta di una scelta poco prudente.
Con un indebitamento ai livelli minimi, invece, non ci sorprende che Costco, Home Depot, Macy’s, O’Reilly e L Brands abbiano deciso di rendere un po’ di valore agli azionisti attraverso buyback e dividendi.
Nuove emissioni in arrivo
Dall’ultimo trimestre del 2014 due società sono tornate sul mercato del debito: Home Depot e AutoZone. La prima ha fatto un’emissione da 2,5 miliardi di dollari per finanziarie il riacquisto di azioni proprie. In base ai nostri calcoli la società ha una situazione debitoria favorevole che le permetterà di portare avanti l’operazione senza troppi problemi.
AutoZone ha fatto un’emissione da 650 milioni ma, considerando i soldi che ha dovuto utilizzare per ripagare carta in scadenza, le sono rimasti in tasca 217 milioni. La società, tra l’altro, sta investendo per aprire nuovi punti vendita e per aggiornare le infrastrutture tecnologiche. A questo vanno aggiunti 300 milioni di bond in scadenza a novembre. Il management ha promesso che andrà avanti con i buyback se sarà in grado di tenere il giudizio sul credito di investment grade. Attualmente alla società manca un gradino per andare al di sotto di quel livello per quanto riguarda la metodologia di rating usata da Morningstar e S&P, mentre gliene mancano due in base a quella di Moody’s.
Siamo convinti che nei prossimi mesi altri player del settore retail si rivolgeranno al mercato obbligazionario. Secondo le nostre stime le nuove emissioni potrebbero arrivare a 15 miliardi di dollari. Wal-Mart e Lowe’s probabilmente utilizzeranno i soldi che riusciranno a raccogliere per ripagare i bond con le scadenze più vicine. Macy’s, O’Reilly e LBrands, invece, hanno un indebitamento ai minimi storici che potrebbe permettergli di utilizzare i soldi per rendere valore agli azionisti tramite buyback e dividendi.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.