“So che credete di aver capito cosa pensate abbia detto, ma non sono sicuro che comprendiate che, quello che avete sentito, non è quello che ho detto”. Sembravano passati i tempi in cui il mitico presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan (in carica dal 1987 al 2006) confondeva i mercati e i media nel tentativo di spiegare le sue scelte di politica monetaria. Il suo successore, Ben Bernanke, infatti, si era distinto per la chiarezza. L’attuale capo della Fed, Janet Jellen, invece, sembra aver fatto tornare gli operatori agli esercizi di decrittazione a cui si erano abituati ai tempi del Maestro (come veniva chiamato Greenspan), creando non pochi problemi a chi deve fare scelte di portafoglio.
Le parole di Janet
Durante l’intervento dopo l’ultima riunione della Banca centrale Usa in cui il Fomc (Federal open market committee, il braccio operativo della Banca centrale Usa) ha deciso di non abbandonare la politica accomodante, l’attuale governatore ha detto che i tassi resteranno vicino allo zero “per un periodo considerevole di tempo” dopo la fine del Quantitative easing. Una espressione che dice poco sul calendario di eventuali aumenti del costo del denaro e che nasconde insidie per gli investitori.
Problemi simili fa nascere un'altra formula usata da Yellen quando, illustrando le linee della sua politica monetaria, ha detto che un atteggiamento “fortemente accomodante”, è ancora appropriato. Non è chiaro, però cosa questo significhi in un momento in cui i Federal fund rate sono compresi fra 0% e 0,25%.“Comunemente si parla di politica accomodante ogni volta che i tassi di interesse sono al di sotto del 2%”, spiega uno studio firmato da Scott Minerd, responsabile degli investimenti di Guggenheim Partners. Ma da 0 a 2% c’è molta strada”.
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