L’interesse per i mercati emergenti in relazione ai beni di prima necessità è comprensibile. Le popolazioni delle aree in via di sviluppo sono attese in crescita esponenziale, l’urbanizzazione e gli investimenti privati probabilmente faranno aumentare i salari e in molte regioni c’è una base di giovani consumatori con una vita di acquisti davanti a sé.
Secondo la maggior parte degli studi demografici, il numero di consumer della classe media nei mercati emergenti entro il 2020 supererà quello di Stati Uniti ed Europa insieme. E come sempre, con il potenziale di crescita arriva anche il bisogno di investimenti. Nel caso degli emerging ci sono delle esigenze a livello infrastrutturale che devono essere soddisfatte per stimolare la crescita economica. Questo vuol dire che le aziende non possono aspettarsi di rendere profittevoli i loro investimenti nei paesi in via di sviluppo nel volgere di poco tempo.
Quando si parla di aziende di beni di consumo nell’ottica dei mercati emergenti, spesso ci accorgiamo che il mercato enfatizza gli elementi più interessanti della questione senza considerare altri fattori come i sistemi locali di creazione di ricchezza, la struttura dei consumi, le leggi e i regolamenti delle zone in questione. Tutte variabili che sono cruciali per capire quali sono le prospettive dei flussi di cassa futuri.
Cina nel lungo, Africa nel lunghissimo
Noi abbiamo analizzato cinque mercati emergenti: Cina, India, America latina, Europa centrale e dell’est e Africa. Li abbiamo studiati tenendo in considerazione quattro parametri: andamento demografico, creazione di ricchezza (inclusa l’andamento degli stipendi e l’urbanizzazione), la struttura delle industrie, gli elementi legislativi e di possibile tensione geopolitica.
Le nostre analisi hanno mostrato alcuni elementi comuni (al di là dei diversi driver che guidano i consumi locali) e alcune differenze fondamentali di cui gli investitori devono tenere conto quando scelgono gli asset che intendono inserire nel proprio portafoglio.
1) La crescita della popolazione porta a una forte domanda di consumi, ma anche a un significativo bisogno di infrastrutture.
2) L’urbanizzazione è un elemento fondamentale per la spesa in beni di consumo, ma molto dipende anche dall’abilità dell’azienda nel rapportarsi al mercato in cui vuole operare, studiando e mettendo in campo le strategie di più adatte.
3) I governi locali sono sempre più propensi a facilitare l’arrivo di investitori stranieri, ma non senza condizioni che possano favorire le società locali. Almeno nel breve termine.
Un primo risultato delle nostre analisi, seguendo questi parametri, è che la Cina offre le migliori opportunità di crescita delle spese per consumi in un orizzonte temporale di 20 anni, mentre l’Africa e l’India cominciano a essere più appetibili in un arco di 50 anni. Gli altri stati e regioni considerati si collocano all’interno di questa forchetta.
Le scelte operative
In linea di massima, investire nei beni di consumo in un’ottica di sviluppo dei mercati emergenti dipende dalla tolleranza al rischio dell’investitore. Chi cerca nomi che siano meno dipendenti dall’andamento di una singola economia probabilmente preferirà aziende che operano su molti mercati diversi. Tipicamente si tratta di grandi gruppi dei paesi sviluppati come Coca Cola, Diageo, Unilever e Philip Morris. La prima ha una buona presenza in zone molto diverse fra loro come l’India e il Latam. La seconda e la terza, oltre che in India, si stanno facendo strada in Africa. L’ultima è ben posizionata nell’Europa emergente e sta guadagnando quote in Cina.
Scelte di questo tipo, tuttavia, hanno un prezzo. Con questi titoli, infatti, si rischia di rinunciare ai potenziali che offrono aree ad alto tasso di crescita demografica e di ricchezza personale che aziende come Marico, Wuliangye Yibin e ITC sono in grado di intercettare e che potrebbero fare la felicità di quegli investitori che cercano di aumentare la componente growth dei loro portafogli.
Nella nostra analisi abbiamo però identificato un gruppo di società che offre un’esposizione geografica abbastanza diversificata, ma che ha anche una buona posizione di mercati in alcuni paesi come Yum Brands (in Cina), SabMiller (in Africa) e United Breweries (in America latina). Questi titoli possono essere interessanti per gli investitori che cercano sia crescita che diversificazione come caratteristica degli asset da tenere in portafoglio.
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