La Borsa di Tokyo non ascolta la congiuntura

L’impatto dell’aumento dell’Iva è ancora da valutare, ma ci sono segnali di uscita dalla deflazione. I listini restano timidi di fronte al programma governativo di rilancio economico.

Marco Caprotti 28/08/2014 | 10:20
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La Borsa giapponese sembra non trovare il passo giusto per crescere. L’indice MSCI Japan nell’ultimo mese ha perso lo 0,13%, portando a +4% la performance da inizio anno (al 27 agosto). Andamenti deludenti, alla luce delle notizie di ripresa delle economie sviluppate e di un piano ambizioso di rilancio come quello lanciato dal primo ministro Shinzo Abe.

Le cose, però non sembrano filare nel verso sperato dagli investitori. Il governo giapponese ha tagliato le sue previsioni sulla crescita economica reale per l’anno fiscale 2014, portandole da +1,4% a +1,2%, a seguito dei timori che il rialzo dell’Iva dal 5 all’8%, il primo in 17 anni e operativo da aprile, possa continuare a pesare sulla domanda interna. L’Ufficio di gabinetto, tuttavia, ha detto che il Prodotto interno lordo nominale è destinato a crescere del 3,3% nell’esercizio in corso, invariato sulla stima fatta a dicembre, con la Bank of Japan (BoJ) impegnata nel sostenere un maxi allentamento monetario per rilanciare la ripresa e abbattere la quasi ventennale deflazione. Se si concretizzeranno le proiezioni, il Pil reale avrebbe la crescita più ampia degli ultimi 17 anni, suggerendo che la terza economia del pianeta è sempre più vicina alla uscita della lunga fase di deflazione.

Secondo i dati dell’ufficio nipponico di statistica, i prezzi al consumo (al netto degli alimentari freschi) sono aumentati del 3,3% rispetto all’anno precedente, dopo una crescita del 3,4% in maggio. La BoJ ha previsto che l’inflazione scenderà nei prossimi mesi prima di accelerare alla fine di quest’anno verso il 2%, cioè l’obiettivo della Banca centrale. Tuttavia, dal momento che l’impatto della svalutazione dello yen sui prezzi dei beni e servizi importati sta scomparendo, alcuni economisti ritengono che l’istituto possa dare un nuovo stimolo monetario qualora i prezzi al consumo calassero al di sotto dell’1%.

Il terremoto Abe
“L’aumento dell’aliquota dell’imposta sui consumi rende particolarmente difficile valutare i trend sottostanti in atto nell’economia giapponese, dove si sono registrati significativi cambiamenti nel corso dell'ultimo anno”, spiega una nota firmata da Mark Burgess, responsabile investimenti di Threadneedle Investments. “Restiamo convinti che le politiche di aggressiva espansione monetaria, consolidamento fiscale e riforme strutturali attuate congiuntamente dal primo ministro Abe e dal governatore della Bank of Japan abbiano innescato un movimento tettonico delle fondamenta su cui poggia l’economia nipponica. La cosiddetta terza freccia, ossia le riforme strutturali mirate a dare impulso al potenziale di crescita a lungo termine, è un'altra importante componente del mix di politiche economiche. E forse anche la più difficile. Dopo la costernazione provocata in passato dalla lenta attuazione di tali misure, il recente annuncio di 230 nuovi provvedimenti mirati dimostra che il processo rimane sulla buona strada”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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