Gli emergenti cercano la performance

I paesi in via di sviluppo mandano timidi segnali di ripresa e convincono gli investitori. I piani di riforma stanno funzionando. Ma è sempre meglio fare scelte sui singolo stati e non sull'intera asset class.  

Marco Caprotti 18/06/2014 | 11:25
Facebook Twitter LinkedIn

I mercati emergenti non hanno intenzione di perdere il treno della ripresa globale. L’indice Msci dedicato ai paesi in via di sviluppo nell’ultimo mese (fino al 13 giugno e calcolato in euro) ha guadagnato il 4,3%, portando a +7,7% la performance da inizio anno. Andamenti dettati soprattutto dalla fiducia che alcuni stati, entro la fine dell’anno, possano arrivare a una maggiore stabilità economica e politica.

Segnali dall’Asia
Segnali in questo senso non mancano. L’ultima lettura dell’indice manifatturiero cinese, ad esempio, dopo una serie di risultati negativi, è arrivato ai massimi degli ultimi cinque mesi. E’ ancora presto per dire se il paese del Drago sia sulla strada di una ripresa duratura. Resta il fatto che, seppur in mezzo a molte difficoltà, il colosso asiatico per la fine dell’anno, secondo molti economisti, è destinato a diventare la prima potenza economica mondiale. Indicazioni più incoraggianti arrivano da Corea del Sud e Taiwan, che stanno assistendo a una ripresa delle esportazioni che potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi. Questo anche grazie al miglioramento di alcune economie sviluppate che rappresentano il loro principale mercato di sbocco.

Vince il country picking
In linea di massima, la situazione degli emerging market continua ad essere eterogenea, dando ragione a quanti dicono che non possono essere considerati un asset class unica ma un segmento sul quale muoversi con un attento country picking.

Secondo il Fondo monetario internazionale, che ha rivisto leggermente al ribasso le stime per l’intero comparto emergente, i problemi maggiori li avranno i paesi che vivono soprattutto di esportazione di materie prime. Dovrebbero andare meglio, invece, quelli che puntano sul manifatturiero e sui consumi interni, soprattutto se accompagnati da processi di riforme fiscali ed economiche radicali. Un discorso a parte viene fatto per la Russia. Una situazione in peggioramento sul fronte della produzione industriale potrebbe essere complicata dalle sanzioni per il suo ruolo nella crisi dell’Ucraina.

Valutazioni interessanti
“Alcune economie emergenti che venivano considerate fragili stanno assistendo a un ritorno di interesse da parte degli investitori”, spiega uno studio di Thomas White International. “Merito delle politiche fiscali introdotte in alcuni stati nel corso dell’anno scorso e delle valutazioni di Borsa diventate più interessanti. Soprattutto in un momento in cui gli operatori iniziano a considerare i mercati sviluppati troppo costosi”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures