La mappa dei dividendi

Chi cerca cedole interessanti non  deve focalizzarssi solo sugli Usa. Le società degli emerging hanno visto crescere il payout. Ma il futuro è in mano ai paesi sviluppati. 

Marco Caprotti 14/05/2014 | 11:17
Facebook Twitter LinkedIn

Chi cerca rendimenti con i dividendi deve avere una visione globale. Il suggerimento emerge da uno studio di Henderson Global Investors (Hgi): se è vero, infatti, che gli Stati Uniti nel 2013 hanno dato la fetta maggiore dei payout distribuiti a livello mondiale (37%), ci sono anche altre aree che non vanno sottovalutate. L’Europa continentale, ad esempio, contribuisce con il 22%, che diventa il 33% se si aggiunge il Regno Unito. Distaccati di parecchie lunghezze ci sono i mercati emergenti (14%), l’Asia-Pacifico (11%) e, per ultimo, il Giappone (5%). “Avere una strategia basata sui dividendi con un orizzonte globale, permette di avere reali benefici in termini di diversificazione”, spiega nel report Alex Crooke, responsabile dell’azionario mondiale di Hgi.

L’ammontare totale distribuito dalle società a livello mondiale è cresciuto sostanzialmente negli ultimi anni, arrivando a superare i mille miliardi di dollari, in crescita del 45% rispetto al 2009. Un miglioramento che riflette le buone condizioni dei mercati equity e una maggiore solidità finanziaria delle aziende che possono permettersi di distribuire cedole più generose.

Gli emerging si sono dati da fare
L’aumento più consistente è arrivato dagli emerging market, dove i payout sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni. Va però aggiunto che la maggior parte della crescita è avvenuta dal 2009 al 2011. Negli ultimi anni, invece, i dividendi hanno risentito della fase di appannamento che stanno attraversando le aree in via di sviluppo. Resta il fatto che, secondo lo studio, ogni sette dollari distribuiti ai soci a livello globale, uno arriva dagli emergenti.

Anche la zona asiatica ha fatto un buon lavoro nel rendere un po’ di valore agli azionisti. I dividendi, infatti, sono aumentati del 79%. La maglia nera, in questa particolare classifica va all’Europa continentale con un aumento dell’8%. Colpa, soprattutto della crisi del debito che ha convinto molte aziende a chiudere i cordoni della borsa. Va un po’ meglio se a questo risultato si aggiunge il +11% del Regno Unito. Un buon risultato, considerando le dimensioni di quella economia rispetto al resto del Vecchio continente.

Il ritorno dei mercati sviluppati
A livello settoriale, le aziende più munifiche sono quelle finanziarie, quelle petrolifere e le telecomunicazioni. La buona notizia è che, secondo il report, il trend di aumento dei dividendi dovrebbe migliorare già a partire da quest’anno dopo il rallentamento visto nel 2013, grazie soprattutto al contributo che daranno i mercati sviluppati rispetto agli emergenti. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures