Ucraina e Cina sotto l'occhio dei bond

Il mercato obbligazionario non sembra considerare gli effetti legati alle situazioni difficili nelle due aree orientali. Ma gli spread, dicono gli analisti, potrebbero allargarsi in fretta in caso di peggioramento della situazioni.  

Marco Caprotti 07/05/2014 | 10:55
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Il mercato obbligazionario, almeno per il momento non sembra preoccuparsi eccessivamente per le tensioni fra Ucraina e Russia e per i problemi di crescita che continuano a caratterizzare la Cina. La situazione - e quindi il comportamento dei bond - avvertono però gli analisti, potrebbero rapidamente cambiare.

Investitori calmi…
L’indice Barclays che fa da benchmark a questo asset di investimento nell’ultimo mese (fino al 6 maggio e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,46%. Segno che, nonostante le incertezze che stanno attraversando alcune parti del mondo, gli investitori non vogliono ancora correre verso il porto sicuro rappresentato dai bond.

 “Certo, l’appetito per il rischio non è più quello di qualche mese fa”, spiega Dave Sekera, analista obbligazionario di Morningstar. “Ma se guardiamo al mercato dei corporate, ad esempio, vediamo che i differenziali fra obbligazioni di diversa qualità sono ai minimi rispetto a prima della crisi finanziaria del 2008. L’opinione degli investitori è che un contagio da parte della situazione ucraina o cinese nei paesi sviluppati alla fine sarebbe molto limitato”.  

…ma la crisi resta sotto la lente
Nonostante questa apparente tranquillità degli operatori, i binocoli restano ben piantati sulle due aree a rischio. Secondo l’Istituto nazionale cinese di statistica, investimenti, vendite al dettaglio e produzione industriale sono tutti scivolati ai minimi da diversi anni, indicando una netta frenata dell'attività economica generale nei primi due mesi del 2014. L’anno scorso, la crescita del 7,7% del Pil ha permesso di creare 13 milioni di posti di lavoro.

Nel frattempo in Ucraina la situazione nelle ultime ore è diventata sempre più critica. L’attenzione si concentra su nuovi fronti. I media locali hanno parlato di forti esplosioni a Sloviansk, bastione dei secessionisti, teatro negli ultimi giorni di violenti scontri nei quali si sono registrati morti e feriti. Secondo le milizie filorusse, poi, le forze ucraine avrebbero attuato un’offensiva massiccia contro le loro postazioni a Mariupol, città costiera nella regione ribelle di Donetsk, anch’essa al centro dell’operazione militare che Kiev definisce “antiterroristica”. Dall’Ucraina orientale a quella meridionale, a Odessa si contano ancora i morti della strage di venerdì al palazzo dei sindacati, dove hanno perso la vita più di quaranta filorussi. Le autorità, tuttavia, non hanno ancora stilato un bilancio definitivo del più grave episodio di violenza dalla rivolta di febbraio, che ha segnato l’allargamento del conflitto.

“I differenziali di rendimento delle obbligazioni potrebbero allargarsi velocemente se la situazione in Cina dovesse peggiorare improvvisamente o se la crisi in Ucraina dovesse allargarsi ad altri stati dell’ex Unione sovietica”, dice Sekera. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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