Utility, cosa avere e cosa evitare

PREMIUM - Il segmento che una volta era un porto sicuro per gli investitori deve fare i conti con un nuovo scenario di mercato. La scelta va fatta in base alla situazione della domanda e dei dividendi. Ecco i titoli Usa da mettere in portafoglio e quelli che è meglio lasciar perdere. 

Travis Miller 27/11/2013 | 15:35
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E’ arrivato il momento di fare selezione fra le utility. Il segmento, in generale, per decenni è stato una sorta di porto sicuro per gli investitori. Soprattutto per quelli che cercano dividendi stabili. Ma la situazione dei mercati sta cambiando e anche le aziende del settore potrebbero cambiare le loro politiche di remunerazione degli azionisti. Per questo diventa importante studiare attentamente le società per capire se sono in grado di far fronte ai rischi. Fra questi ci sono i rialzi dei tassi di interesse (che hanno sempre pesato sull’andamento delle aziende del settore) e il persistere di una debole domanda.

A caccia di opportunità se i tassi salgono
Non ci sono dubbi sul fatto che le utility soffrano di più di altri settori il rialzo dei tassi di interesse. Le nostre analisi, tuttavia, mostrano che i danni sono di breve termine mentre, nel lungo periodo, il comparto continua a fornire guadagni molto interessanti. Prendiamo l’esempio degli Stati Uniti. A maggio e a giugno il balzo dei rendimenti dei Treasury ha fatto perdere al Morningtstar Utility total return index il 10%, mentre l’indice S&P500 è rimasto praticamente piatto. Soltanto il segmento del real estate ha fatto peggio.

Ma consideriamo un orizzonte di tempo più lungo. Dal 1992, facendo il calcolo delle volte in cui il paniere delle utility è salito a causa del calo dei tassi e di quelle in cui è sceso per un rialzo, il rendimento è stato del 18% (annualizzato). In base alle nostre simulazioni i rendimenti dei Treasury possono salire di un altro 4% senza nessun impatto significativo sui rendimenti delle utility.

Il nodo della domanda
Quasi tutte le utility americane stanno registrando un rallentamento nella crescita della domanda e le previsioni non sono incoraggianti. Nei primi nove mesi dell’anno le vendite di energia sono scese dello 0,8% rispetto al 2012 e del 2,3% rispetto al 2011. Per l’intero 2013 a livello nazionale è attesa una diminuzione di richiesta del 3% rispetto all’anno scorso. I cali sono dovuti alle condizioni climatiche. Soprattutto quelle estive: quest’anno il caldo è stato nella norma dopo tre anni di temperature molto elevate. La situazione, secondo i manager di alcune delle aziende più grandi del paese, dovrebbe vedere un miglioramento nel 2014 (+2%). Per le utility che applicano le tariffe legate al volume, una minore domanda significa guadagni più bassi. Se a questo si unisce il fatto che alcune aziende del settore hanno in corso degli ingenti investimenti, il tutto si potrebbe tradurre in un taglio dei dividendi per dare un po’ di ossigeno alle casse. A rischio, in questo senso, sono Xcel Energy, American Electric Power e Wisconsin Electric.

La buona notizia è la crescita delle richiesta per il gas naturale, che sta facendo fregare le mani alle aziende che se occupano. I prezzi della materia prima sono ai minimi storici e questo elemento va a vantaggio dei clienti che lo stanno preferendo sempre di più ad altre fonti di energia anche grazie agli incentivi statali. Il Connecticut, per esempio, dà delle agevolazioni a chi si converte al gas naturale: una manna per una società come Northeast Utilities.

I dividendi
La maggior parte delle utility Usa ha un payout ratio (il rapporto fra gli utili distribuiti e quelli conseguiti) del 65% circa. Fra i nomi più interessanti dal punto di vista della cedola ci sono Public Service Enterprise group (Peg) ed Edison International. Peg ha uno dei bilanci più solidi del settore utility con un debito netto pari al 40% dell’intero bilancio consolidato. Nei quattro anni fino al 2016, ha in previsione investimenti per 6 miliardi di dollari e altri 5,4 miliardi sono in rampa di lancio per prossimi 10 anni. Anche in una situazione del genere è in grado di garantire una crescita dei dividendi del 3% l’anno. Il management di Edison International, intanto ha riconfermato il piano di arrivare a un payout ratio compreso fra il 45% e il 55%, ma non ha fornito ulteriori precisazioni. In base alle nostre stime per il 2014 il dividendo relativo all’anno prossimo sarà di circa 1,70 dollari per azione contro gli 1,35 attuali. Fra i titoli da tenere d’occhio per quanto riguarda la cedola c’è anche Wisconsin energy che, dal 2010, ha raddoppiato ogni anno il dividendo ma che ha ancora spazio per portare il payout ratio al 65%-70% entro il 2017.

Le best ideas di Morningstar

Southern Company
Pensiamo che Southern Company offra agli investitori un’opportunità non comune di possedere una delle migliori utility a un prezzo decisamente conveniente, grazie alla preoccupazione del mercato riguardo a una serie di investimenti, soprattutto nel segmento nucleare. Da maggio il titolo ha perso circa il 15% e ora tratta con uno sconto del 7% rispetto al nostro fair value, livello maggiore degli ultimi tre anni. Il rendimento da dividendo (4,8%) è uno dei maggiori del settore ed è alimentato dai buoni flussi di cassa. Sul titolo abbiamo un rating di quattro stelle con un obiettivo di prezzo di 45 dollari.

Calpine
Secondo noi, Calpine è una delle società meglio posizionate per approfittare del maggiore utilizzo da parte dei clienti dell’energia derivante dal gas naturale. I suoi impianti sono più efficienti del 25%-30% rispetto a quelli dei concorrenti e gli permetteranno di guadagnare quote di mercato in Texas e in California. Il mercato, tuttavia, non sembra aver ancora apprezzato appieno le potenzialità di crescita che il titolo può avere nei prossimi due-tre anni. Il rating è di quattro stelle e l’obiettivo di prezzo è fissato a 27 dollari. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Travis Miller  Travis Miller is an associate director for the utilities sector.

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